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Made in Italy da difendere: la moda punta su legalità, lotta alla contraffazione e condizioni di lavoro

24 Settembre 2025

MONTEGRANARO - Il rilancio della moda, o meglio il suon consolidamento nelle posizioni di testa del sistema economico italiano e mondiale, passa anche per la capacità di presentarsi come settore che rispetta la legalità e ricerca la sostenibilità.

Di questo hanno parlato a lungo, durante Lineapelle, la fiera dedicata gl accessori diretta da Fulvia Bacchi, i vertici di Confindustria Accessori Moda, la Federazione che riunisce le associazioni dei comparti chiave del settore in Italia, guidata da Giovanna Ceolini. Quello della legalità, valore che è alla base del Made in Italy rispetto a produzioni in altre zone del mondo. È nato così il Protocollo per la legalità nelle filiere della moda, firmato al momento in prefettura a Milano, che si potrà riprodurre sui territori dei principali distretti.

Promuovere pratiche produttive etiche e sostenibili è uno dei compiti che si riconosce la Ceolini: “Attraverso formazione, sensibilizzazione e rappresentanza contribuiamo a diffondere un modello virtuoso basato su legalità, qualità e responsabilità sociale. Rafforzare la collaborazione tra imprese e istituzioni è essenziale per garantire un futuro fondato su eccellenza e integrità”.

Mappare la filiera è la sfida, su cui sta lavorando anche il Politecnico di Milano.” In questo modo, dialogando con le imprese – precisa il professor Andrea Sianesi – potremo individuare gli standard di riferimento per una produzione corretta, lavoro estremamente complesso date le numerose variabili che coinvolgono la manifattura di un prodotto moda”.

Mappare ha anche delle implicazioni giuridiche, perché, aggiunge Gian Piero Geminani, avvocato e legal advisor per UNIC – Concerie Italiane e Lineapelle, “il controllo è spesso affidato a soggetti non imparziali, come i committenti. Per rafforzare la credibilità della filiera, è auspicabile il ricorso a verifiche indipendenti, con costi sostenuti dai committenti e tutela della riservatezza, in linea con la normativa europea”.

Che il sistema moda si stia impegnando, lo dimostra un dato ricordato da Patrizia Pierro che fa parte dell’ufficio legale: “I dati Inail confermano una riduzione degli infortuni gravi e delle malattie professionali: questo dimostra che un impegno congiunto tra imprese, associazioni e istituzioni produce risultati concreti e duraturi”.

“Sul tema della lotta al caporalato – ha ripreso Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri – è importante ricordare che la stragrande maggioranza delle imprese italiane opera già nel pieno rispetto della legalità. Alcuni episodi negativi, che rappresentano una grave piaga sociale e un danno per la dignità del lavoro e la competitività del settore, vanno affrontati con fermezza. Le nostre aziende sono pronte a collaborare attivamente e responsabilmente, ma devono essere le Istituzioni, che dispongono degli strumenti e delle competenze necessarie, a garantire controlli rigorosi ed efficaci”.

Tanti temi sul tavolo, il presindete Aip Tardini ha parlato anche di trasparenza e tracciabilità dei prodotti al dialogo aperto con la filiera, diventa leva concreta di competitività, mentre Giorgio Possagno, direttore Assocalzaturifici, in chiusura ha ribadito l’importanza della lotta alla contraffazione.

“Deve essere una priorità strategica condivisa: servono leggi più severe, controlli più efficaci e impegno nella sensibilizzazione dei consumatori sui rischi legati ai falsi. Promuovere la tracciabilità, anche attraverso tecnologie come la blockchain, significa tutelare l’autenticità dei prodotti e sostenere le imprese che investono in qualità e innovazione. Solo con un’azione coordinata a livello nazionale e internazionale - conclude Possagno - possiamo proteggere il valore del Made in Italy e garantire un futuro solido e legale alla nostra filiera produttiva”.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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