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Lotta al Covid, il Ministero premia la sanità fermana. Ciarrocchi: "Non sarà l'ultima pandemia, investiamo in prevenzione"

6 Settembre 2023

FERMO – Non manca nessuno per ringraziare il dottor Giuseppe Ciarrocchi e il suo staff per il lavoro fatto negli anni più duri della sanità fermana. Per loro il prefetto Michele Rocchegiani ha in mano un riconoscimento firmato dal ministro della Salute in persona. E al suo fianco ha voluto l’assessore regionale Filippo Saltamartini e il direttore dell’Ast, Gilberto Gentili. Oltre al vicesindaco Mauro Torresi e ai vertici dell’Ast, Carelli e Bianchi.

“Il ministero ha voluto questa consegna per l’impegno contro la diffusione del Covid 19. Ma è al contempo un riconoscimento alla sanità fermana per quanto fatto, per la capacità di rispondere anche dal punto di vista umano” sottolinea il prefetto. Parole dolci per il sistema che spesso finisce sotto attacco: “Non solo durante la pandemia, la nostra sanità risponde ogni giorno”.

Saltamartini mancava da un po’ in zona ma per dire ‘bravi’ non poteva delegare: “Il personale del servizio sanitario, anche quello tecnico, ha fatto tanto. Avevamo pochi posti letto di terapia intensiva, solo 105, che in pochi mesi abbiamo portato a 260. Era l’ultima spiaggia, ma ne avevamo bisogno. Poi, tra i primi, abbiamo usato gli anticorpi monoclonali. Infine, il piano vaccinale iniziato con lo screening di massa con cui abbiamo testato 200mila marchigiani. Abbiamo alla fine somministrato 4milioni di vaccini, contro le 37mila all’anno per i bambini. Questo ci ha posizionato ai vertici per efficienza di somministrazione dal ministero della Salute”.

Un percorso che ha protetto le persone e l’economia delle Marche, che è manifatturiera e si sarebbe fermata senza sicurezza sanitaria. “Noi siamo la prima regione per export a livello nazionale con 11miliardi. E questo è merito di tutti” riprende l’assessore che ricorda anche il ruolo svolto dalle Marche e da Ascoli Piceno grazie alla Pfizer che produce i medicinali anti Covid, accrescendo la forza lavoro con 430 dipendenti in azione.

Che il ministro Schillaci abbia voluto questo riconoscimento “al dottor Ciarrocchi, inteso come ambasciatore di tutto il personale della regione, incluso chi è addetto alla pulizie e garantisce il luogo migliore per lavorare. Ogni dipendente deve essere orgoglioso, perché ha servito al meglio la sua Nazione. Siamo qui per dire grazie a nome del milione e mezzo di marchigiani” ribadisce Saltamartini che poi si rivolge al prefetto Rocchegiani: “Vi assicuro che è un po’ un mito nell’ambito dei dirigenti del ministero. “Nela sua lunghissima carriera non ha mai guardato l’orario di servizio, ha guardato ai risultati. Le garantiscono che anche nel servizio sanitario ci sono figure come lei, che fano molto di più di quello che il contratto prevede pur di salvare vite.

Anche Gentili parte da Rocchegiani: “Mi ha chiamato prima di ferragosto, ha voluto fortemente la consegna in prefettura e raramente ho trovato così tanta empatia verso il luogo di lavoro”. Va poi al premio: “Ciarrocchi questo lo divide con tutti i medici e la presenza della presidente dell’Ordine Calcagni lo dimostra. Ma anche con i cittadini che hanno subito limitazioni e alterazioni della vita, ribaltando concessioni storiche della medicina, come quella del farmacista che oggi vaccina. Chi lavora nella sanità si impegna a offrire il meglio e sempre in modo gratuito le cure ai cittadini. Una onorificenza che dedicato anche al dottor Grinta (temporalmente c’era Livini, ndr), che era qui”.

Aggiunge Torresi a nome degli amminsitratori: "Nel momento più difficile della pandemia Ciarrocchi e tutto lo staff del Murri hanno saputo tirar fuori professionalità e umanità infondendo ai cittadini serenità e speranza. Al telefono, negli ospedali e negli hub vaccinali . Inoltre hanno portato a vedere con occhi diversi il sistema della sanità pubblica che sconta problematiche economiche organizzative e di organico, l'elemento umano e' stato decisisvo ed è riuscito a sopperire a queste carenze".

Per il responsabile del Servizio prevenzione è un po’ come essere l’ambasciatore di un sistema, un vero portabandiera ma che ha vissuto in prima linea la battaglia, sanitaria e culturale: “Perché alla sanità fermana? Ci sentiamo i portabandiera di tutta quella marchigiana. È un riconoscimento inaspettato, che ci onora”.

Il dipartimento di Prevenzione lo condivide con ogni operatore dell’Ast, a cominciare dagli staff di Malattie infettive e Rianimazione. “E poi c’è il territorio, con i focolai nelle strutture residenziali. Uno dei momenti più drammatici, gestiti insieme al responsabile della medicina territoriale Illuminati. Tutta la sanità ha combattuto contro il virus in una fase in cui domina l’incertezza. Che è la caratteristica delle pandemie, quando si fanno scelte che si ritenevano giuste e poi no lo erano. E viceversa. Abbiamo dovuto affrontare tanti morti, troppi, e terapie intensive piene. Questo perché ha colpito in primis i fragili e poi gli anziani”.

Ma non è solo storia quella dietro il riconoscimento: “Siamo partiti con le armi tradizionali, isolando i malati e i contatti. Poi i lockdown e infine le vaccinazioni che hanno mitigato l’impatto del virus in termini di malattia grave. E il vaccino serve a questo, soprattutto quando si parla di un virus che nasce nell’animale e arriva all’uomo, protegge dalla malattia, non impedisce del tutto l’infezione”.

Bisogna apprendere dal Covid la lezione: “Non sarà l’ultima pandemia. Attenzioniamo virus che dagli animali sono passati all’uomo, dobbiamo farci trovare pronti a prevedere e prevenire le pandemie. Il sistema sanitario deve investire sulla prevenzione, anche se non dà risultati immediati. L’articolo 32 della Costituzione tutela la cura, ma anche la salvaguardia di chi è in buona salute. L’obiettivo non è solo quello di curare, ma di far stare bene” conclude Ciarrocchi.

r.vit.

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