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Les jeux sont faits, Fermano a bocca asciutta. Putzu resta l'assessore ombra, Acquaroli la garanzia

19 Ottobre 2022

FERMO – La Giunta era lì a un passo, ma le gambe del Fermano sono corte. E così, Francesco Acquaroli ha trovato la sua quadra nominando i tre nuovi assessori regionali e completando un rimpasto che è stato più lungo del previsto dopo l'elezione in Parlamento di Carloni, Latini e Castelli.

Un rimpasto che alla fine soddisfa più di quanto inizialmente proposto. Perché Goffredo Brandoni è un bel coniglio che esce dal cilindro. “Una scelta dettata dal voler evitare ogni strumentalizzazione sul dramam dell’alluvione” spiega Acquaroli. Amministratore d’esperienza, sarà un ottimo interlocutore in particolare con i sindaci, e tra l’altro pure moderato. Un biglietto di ringraziamento a Carlo Ciccioli dovrà comunque mandarlo, perché se è lo deve alle infelici dichiarazioni del consigliere in aula mentre si discuteva delle vittime dell’alluvione.

Le altre due caselle sono andate come annunciato da tempo. Andrea Maria Antonini scala finalmente il suo personale monte che ad Ascoli Piceno sembrava sempre altissimo e qualcuno finiva per scavalcarlo a due passi dalla vetta. Ora no, quel posto nel board della Regione è suo. E probabilmente sarà pure pesate, visto che dovrebbe prendere lo Sviluppo Economico e l’Agricoltura.

La Biondi alla fine ha avuto l’appoggio dei big della Lega e farà squadra con Daniela Tisi, la dirigente del settore cultura che qualcuno avrebbe voluto in Giunta, magari dimenticando il peso che ha il numero uno degli uffici in tante decisioni.

Il Fermano riparte quindi da quello che già aveva e conosceva. Un presidente di commissione, Andrea Putzu, che resta a tutti gli effetti l’assessore ombra, il consigliere Marco Marinangeli e la consigliera Jessica Marcozzi. Oltre ovviamente alla Tisi, che da dirigente è, più indipendente, ma sempre di Montefortino.

Provincia debole? Alla fine in questo inizio di mandato del presidente Acquaroli non è poi andata male. Dalle infrastrutture, bretella dalla superstrada di Civitanova al ponte che collegherà il casello elpidiense a Paludi, passando per una serie di politiche di promozione della manifattura. Che però vanno consolidate e soprattutto supportate da azioni macro, come la mappatura della Zes che tanto dipende dalla volontà politica. Fino a oggi debole.

Di certo più deboli escono i vertici politici del Fermano, che non hanno saputo muoversi in maniera compatta e soprattutto nei tempi giusti, finendo per tentare un pressing negli ultimi giorni, quando ormai i giochi erano tutti anconetani. E anche il sistema economico deve riflettere su se stesso e il suo prendere posizioni ‘zuccherose’, come fatto dal tavolo dello Sviluppo perché non concordi le voci tra  imprese e sindacati, quando serve alzare la voce.

Ennesima lezione non tanto al civismo, come qualcuno ama dire, ma all’incapacità di fare squadra in maniera palese, usando luoghi istituzionali come l’assemblea dei sindaci per mandare messaggi inequivocabili e soprattutto unitari. Ora si deve lavorare con chi c’è, sperando che come disse il primo giorno il presidente si confermi “l’assessore del fermano”.

r.vit.

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