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Leather Lab, la scuola della pelle di Mattiozzi è realtà: "Senza formazione non c'è futuro, chi entra qui impara a realizzare una borsa"

1 Aprile 2023

di Raffaele Vitali

PORTO SANT’ELPIDIO - Paolo, Ilenia e un sogno diventato realtà: la prima scuola per la lavorazione della pelle, ovvero dove imparare come dal disegno si passa al taglio per arrivare alla cucitura e produzione di una borsa degna delle migliori griffe del mondo.

Un vero ‘leather form lab’ che punta sulla formazione, il ricambio generazionale e lo sviluppo del settore moda nasce all’interno di Studio Immagine, azienda con 17 dipendenti. Qualificando ancora di più Porto Sant’Elpidio e il distretto. “La manifattura, pur diversificando l’economia provinciale, resta fondamentale. E grazie a imprenditori come Paolo Mattiozzi e Ilenia Tonelli l’economia ha un futuro più florido” introduce Alessandro Migliore, per anni direttore della Cna di Fermo.

L’AULA CHE MANCAVA

La presenza del presidente della Camera di commercio delle Marche e del presidente regionale Cna testimoniano l’importanza dell’inaugurazione, emblema di come sogno, lavoro e sacrificio siano la base dei migliori percorsi. “Questo è il nostro modo di fare impresa e formazione. Crediamo che la formazione sia ancora più importante, permette di tramandare saperi e mestieri, migliorandoli. E poi favorisce la crescita della persona e del territorio” sottolinea Mattiozzi.

E lo ha capito in un attimo Sabatini, che è entrato in ‘anteprima’ muovendosi tra le due grandi aule: “Gli imprenditori che vengono dall’artigianato sanno mettere il cuore davanti all’interesse. Colmate un vuoto, quello che denunciamo sempre: la mancanza di manodopera. Ma per trovarla bisogna far capire quello che è un mestiere, unendo passato e nuove tecnologie. Bisogna far comprendere ai ragazzi cosa c’è dietro un macchinario moderno e questo nella vostra aula si capisce, sempre tenendo a mente la parola cardine: sostenibilità”.

SCUOLA E IMPRESA

Il distretto del resto cresce, ma ha bisogno di risorse. “Questa nuova scuola aiuterà a crescere, sapendo che le istituzioni credono ugualmente nella formazione perché abbiamo bisogno di un sistema duale, come in Germania, che unisca la scuola, che forma alla vita, all’impresa, che può portare competenze pratiche. Per mantenere questa altissima professionalità, che ci fa vendere nel mondo, la strada è quella del dialogo della scuola, ITS incluso, con le imprese”.

Ne è convinto il consigliere regionale Andrea Putzu che con il Tavolo della Moda lavora proprio su questa strada, ci crede la dirigente dell’Ipsia, Anna Maria Bernardin che dopo aver firmato un accordo con Fendi guarda con interesse a questo nuovo progetto: “Nelle aziende la presenza di personale tra i 55-60 anni è forte, significa che a breve ci sarà una grande richiesta. Per cui dobbiamo formare e fornire competenze per sostenere l’innovazione delle aziende. Insieme troviamo le skills giuste per i ragazzi”.

Giovani e non solo, perché la Leather Lab di Paolo e Ilenia permetterà anche il reinserimento di disoccupati, di chi magari è rimasto indietro non avendo una formazione continua ma ha voglia e capacità. Peer farlo, serviranno accordi con enti di formazione, non a caso tra il pubblico c’era Domenico Baratto di Wega, e del supporto continuo della Cna. Ma questa è una certezza, visto che, come ribadisce il presidente regionale Silenzi, abbiamo una struttura come Formart che dal 1997 ha come obiettivo quello di formare le figure necessarie al sistema economico.

 “Noi vogliamo affiancare gli istituti scolastici, nasciamo per lavorare con le sedi istituzionali”. Crede nella collaborazione. “Deve esse continua e costante. Noi abbiamo solo vantaggi nello scoprire giovani talentuosi. È nella impresa che si impara il mestiere, soprattutto in quella piccola e artigiana” riprende Mattiozzi.

FORMAZIONE DI QUALITA’

Non si finisce mai di imparare è il refrain. “Abbiamo grandi ambizioni e non ci fermeremo qui”. Questa frase la dice con lo sguardo dritto verso le cento persone che ascoltano, convinte di essere parte di qualcosa di bello. “Il nostro percorso di espansione non sappiamo dove arriverà, ma ricorderemo sempre che siamo partiti da un sottoscala, quindi ben piedi per terra come 18 anni fa. Una passione e voglia di crescere che non smetterà mai di accompagnarci”.

Il progetto è a disposizione del territorio, lo ribadisce, “per crescere insieme, grazie a collaboratori e famiglie.  Anche se il grazie più grande a va a mia moglie e i nostri figli Daniele e Giacomo”.

Chi si alza e prende il microfono non può che esordire con un ‘bravo’ o un ‘sognatore’ rivolgendosi a Mattiozzi, padrone di una casa che lui sa bene avere nella moglie, e nei dipendenti, le colonne essenziali.

“Sono persone di altri tempi, con i valori della famiglia, dell’amicizia e del rispetto. E questi son i fondamenti per poi fare tante cose buone. In ogni campo della propria vita, lavoro incluso. Se non ci fossero questi valori, non ci sarebbe stata la visione di voler dare ai giovani un modo per qualificarsi nella vita e per raggiungere gli obiettivi” li lusinga il vicesindaco Daniele Stacchietti.

IL MODELLO FUNZIONA

Il progetto del ‘Lab’ punta alla tutela della filiera. E lo fa aprendo le porte a chi vuole. “Presto partiranno i corsi, la struttura operativa. Ora servono le persone. L’ideale – chiarisce Mattiozzi – è 8, massimo 10 persone per corso. Non c’è un target, ma una volontà: intercettare chi vuole imparare”. Per arrivare alla scuola si può passare per le agenzie interinali, che selezionano le persone migliori da ‘finanziare’ con i fondi a diposizione mandandoli a scuola, o per gli enti accreditati di formazione.

Che il sistema funzioni lo ha dimostrato un corso sperimentale di 350 ore. “Abbiamo creato operatori completi. Due sono già state inserite in azienda e le altre sei sono state chiamate da altre aziende del luogo”.

La ‘prova’ ha fatto capire agli imprenditori che il costo è alto, da qui la speranza che la Regione investa e creda in questo percorso permettendo così di abbattere i costi, fino ad azzerarli, per i partecipanti e ovviamente la Leather Lab, che ha intanto pronti gli insegnanti accreditati.

“Chi viene qua deve sapere che noi lavoriamo con grandi griffe, per cui il livello di cura è altissimo. I nostri insegnanti, per questo, sono il meglio che possiamo offrire. Ma siccome si deve crescere, ne coinvolgeremo anche da fuori azienda. Se in 350 ore persone che non sapevano infilare un filo nella cruna dell’ago sono state in grado di rifinire uno zaino e una borsa, dimostra che il sistema funziona. Qui si impara a lavorare dalla piccola alla grande pelletteria. Mia moglie ci ha scommesso e ha avuto ragione, perché la sua idea di insegnamento ha funzionato”.

Si chiude così la presentazione di un luogo che diventerà un hub del made in Italy: “Non si parla solo di dipendenti, qui possono nascere anche futuri imprenditori. Mattiozzi ha creato una sala peer far nascere artisti” aggiunge Miliano Tomassini, presidente Cna Fermo affiancato dal coordinatore Caranfa, dalla presidente Federmoda Marini e dal referente provinciale Pieroni che con una frase chiude alla perfezione il mondo di Mattiozzi: “Porta innovazione, idee, energia. Crede nella formazione, crede nei giovani, è la strada del futuro”.

Applauso, benedizione, taglio del nastro e brindisi. Direbbe George Clooney: Mattiozzi, what else?

redazione@laprovinciadifermo.com

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