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Le sfide green della Sabelli: allungare la vita ai prodotti freschi e produrre energia dagli scarti

23 Aprile 2021

ASCOLI PICENO – E intanto, si cresce. Pandemia, crisi, ma non per tutti. Il mondo dell’agroalimentare ha vissuto a due velocità: i big hanno accelerato, qualche piccolo, che produceva per ristorazione e poco altro, ha arrancato. Tra i big che corrono c’è Sabelli, uno dei primi player italiani nel settore caseario.

101 anni di vita e una quarta generazione che sta funzionando come e meglio di quelle precedenti. A guidare l’azienda due cugini, Angelo Galeati, che è anche presidente della Fondazione Carisap, e Simone Mariani, numero uno di Confindustria Centro Adriatico.

Un perno dello sviluppo dell’azienda è quello della logistica, su cui ormai da dieci anni Sabelli ha investito, affidandola proprio a Mariani. “Innovazione e resilienza sono due parole che ci guidano. Gestendo 160mila tonnellate di latte all’anno, in quattro siti, ogni aspetto fondamentale. Solo così si continua a crescere” spiega Simone Mariani, non a caso scelto dal corriere della Sera come una delle aziende modello delle Marche.

Competenza e formazione. “Nel periodo in cui resistere sembra la priorità, non si può fermare il processo di innovazione. Abbiamo posto alcuni temi al centro: il primo è quello dell’innovazione, economia circolare e sostenibilità; il secondo è il tema delle competenze e della ricerca scientifica; il terzo è quello della finanza” prosegue l’Ad.

Economica circolare è fondamentale per chi ha stabilimenti tra Marche, Veneto e Liguria: “Da anni investiamo in efficienza energetica, oggi siamo arrivati al recupero di energia dagli scarti aziendali. Scelte che fanno bene al Paese ma anche ai nostri conti economici”.

Il lato logistica per chi ha un sistema produttivo così ramificato assume un ruolo cardine. Da qui l’attenzione alla filiera con una integrazione verticale non solo in ottica distributiva. “Abbiamo anche 150 camion con cui consegniamo in tutta Italia prodotti che nascono dall’utilizzo di prodotti sempre più di qualità e sempre più a chilometro zero”.

Questo piace al mondo economico, a tal punto che il Mise, il ministero dello Sviluppo economico, ha cofinanziato un piano da 12milioni di euro di ricerca che porterà la Sabelli a realizzare, grazie a una rete con le università italiane, prodotti freschi a scadenza più lunga. “Una sfida per il foodtech che è fondamentale se vogliamo conquistare mercati mondiali. Allungare la via del prodotto senza usare conservanti è la sfida”.

L’ultimo tassello resta quello della finanza, con l’azienda impegnata in acquisizioni. Per ora Sabelli compra, mentre altre imprese eccellenti cedono quote per crescere, e così facendo diversifica i canali produttivi, proseguendo un percorso che aumenterà l’automazione e robotizzazione di un settore tradizionale come è quello della trasformazione agroalimentare.

Raffaele Vitali

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