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L'acqua è il futuro: ecco il maxi acquedotto tra i Sibillini da 500 milioni di euro. "Nessun rincaro per i cittadini e lavori green"

3 Febbraio 2024

FERMO – Una soluzione definitiva al problema dell’approvvigionamento idrico nelle province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata, oltre che alla parte più a sud di Ancona. Questo grazie all'interconnessione dei sistemi acquedottistici degli Ato 3, 4 e 5.

Il miglioramento qualitativo e quantitativo del servizio idrico coprirà 134 comuni e 778mila abitanti, pari all'incirca alla metà della popolazione marchigiana.

In pratica, con collegamenti idraulici dai monti al mare. Innovativo e sostenibile, con opere per circa 500 milioni di euro, l'«Anello acquedottistico Antisismico dei Sibillini» è il progetto di Acquambiente Marche e Ciip spa, sviluppato insieme ad altri gestori che ha conquistato anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

A presentarlo c’erano i tecnici e il governatore Francesco Acquaroli: “Un'opera a prova di futuro che - ha detto Pichetto Fratin - lungi da logiche campanilistiche mette in comune le risorse idriche dei territori per una risposta collettiva e condivisa. Un approccio che oltre ad affrontare la criticità idrica mette in risalto la capacità imprenditoriali delle imprese del territorio evidenziandone la capacità di fare squadra. È la realizzazione che segue la triplice sostenibilità: naturalmente ambientale, necessariamente sociale, inevitabilmente economica. L'acqua, ricordiamolo, è vita in tutti i sensi, per gli individui e le comunità, e il tema del suo uso non va mai trascurato”.

L'Anello dei Sibillini può rappresentare una infrastruttura chiave per il benessere e lo sviluppo economico della comunità marchigiana. Il terremoto del 2016 e i cambiamenti climatici, in particolare i lunghi periodi di siccità, hanno aggravato le criticità idriche del Centro Sud Marche causando disagi alla popolazione, talvolta costretta a razionamenti e interruzioni di acqua potabile. Ora lo scambio della risorsa idrica non è possibile per assenza di collegamenti.

Attraverso l'interconnessione dei sistemi acquedottistici e il potenziamento delle fonti di approvvigionamento, in casi di emergenza l'acqua sarà ripartita in base al fabbisogno e sarà garantita a tutte le comunità.

“L'acqua è un bene essenziale per la vita e lo sviluppo delle nostre comunità, un bene che non deve essere dato per scontato soprattutto in territori più fragili - ha osservato Acquaroli-. È un progetto molto importante sotto molteplici punti di vista: sicurezza, salute, grazie ad una qualità dell'acqua migliore, e tutela dell'ambiente. L'acqua è un bene primario e questa infrastruttura contribuisce a salvaguardarlo in quanto mira a ridurre gli sprechi e a recuperare l'acqua piovana. In un territorio come il nostro un'opera del genere ha un ruolo fondamentale nella mitigazione del rischio ed è di grande valore per le nostre comunità”.

Il costo complessivo stimato delle opere è di circa 500milioni di euro e sarà sostenuto esclusivamente con finanziamenti pubblici, per questo gli utenti non avranno aumenti sulle tariffe praticate dai gestori. Lo hanno garantito i protagonisti

La soluzione è stata illustrata dal commissario straordinario di Governo per la ricostruzione Guiido Castelli, da Francesco Battistoni, deputato e vice presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati, Stefano Aguzzi, assessore all'Ambiente della Regione Marche, e Carlo Ianni, ingegnere responsabile Progetto Anello dei Sibillini. Soddisfatti presidenti di Acquambiente Marche, della Ciip Maddalena Ciancaleoni e dei tre presidenti Ato, Alessandro Gentilucci, Nicolino Carolini e Marco Fioravanti.

“L'intervento non sarà invasivo, ma risolutivo delle annose criticità idriche del territorio- ha commentato Ciancaleoni -. Le caratteristiche qualitative dell'acqua, gli equilibri idrici e le disponibilità dei singoli territori non subiranno alterazioni. Saranno invece potenziate le infrastrutture e valorizzate le attuali risorse disponibili”.

I benefici per il territorio, secondo i promotori, saranno notevoli e la realizzazione del progetto avrà sicuramente importanti ricadute sull'indotto e sull'occupazione. “Dopo anni di studi, siamo arrivati ad una soluzione comune. Gli interventi prevedono: il reperimento di nuove fonti, un esempio è la risorsa idrica individuata nel nuovo campo pozzi di Grottaccia a Cingoli; la realizzazione di collegamenti con condotte in acciaio per interconnettere i diversi sistemi acquedottistici; il completamento delle infrastrutture e la costruzione di serbatoi di accumulo per garantire grandi volumi di soccorso in condizioni di emergenza”.

L'impatto ambientale sarà minimo perché le condotte saranno totalmente interrate, mentre serbatoi e potabilizzatori saranno perfettamente integrati al contesto e realizzati con tecnologie green ed ecosostenibili.

r.vit.

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