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La Traviata spacca la Commissione Pari Opportunità: la presidente e 5 consigliere se ne vanno. Gasparroni: “Servono mezzi e autonomia”

19 Febbraio 2023

FERMO – Sei componenti della commissione pari opportunità di Fermo, nata dopo una lunghissima trafila amministrativa, si sono dimesse. Inclusa la presidente Gaia Capponi. La causa scatenante è stata la gestione del ‘caso Traviata’, con il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che ne ha bloccato la visione alle scuole perché ritenuta non adatta. Forte di un bolino ‘over14’ che lui avrebbe ricevuto ma che invece a Fano, altra città dove l’opera è andata in scena, non è stato ricevuto.

Le dimissioni delle commissarie sono l’estremo atto di chi ha sperato in un coinvolgimento maggiore, in un chiarimento reale, in una affermazione del ruolo della commissione intesa come realtà portatrice di valori e non di organizzatrice di eventi.

Tra chi si è dimessa c’è Catiuscia Gasparroni, componente in quota ‘società civile’, scelta dopo una selezione basata sui curriculum. Oltre a lei e la presidente si sono dimesse la componente indicata dalle scuole Francesca Porto, quella degli ordini professionali, Donatella Sciarresi, le due indicate dalla minoranza consiliare, Sabrina Isidori e Alessandra Di Spilimbergo.

Gasparroni, come si arriva alle dimissioni?

“Dopo diversi incontri. Della questione ‘Traviata’ ne siamo venute a conoscenza da giornali e televisioni, era giovedì. Venerdì sera riunione di urgenza e prima di uscire sui giornali decidiamo di confrontarci con l’assessora Micol Lanzidei e la Giunta. Lunedì l’incontro, eravamo presenti in 12 su 17 componenti. Lei ci ha spiegato il suo punto di vista, noi abbiamo redatto un comunicato stampa e l’abbiamo messo ai voti. Tutti favorevoli. La mattina dopo la presidente Capponi l’ha inviata all’ufficio pari opportunità del comune, che è previsto dallo statuto. È sotto i servizi sociali, il dirigente è Gianni della Casa”.

Ma il comunicato non è mai uscito, o sbaglio?

“Il dirigente ha poi chiamato la presidente bloccando il comunicato stampa, perché riteneva necessaria un’altra riunione con il sindaco. E siamo a mercoledì 8 febbraio: due ore e mezzo di riunione. È emerso che il comunicato stampa non sarebbe mai stato inviato. Al momento del voto eravamo in dieci, quindi salta la votazione”.

Ma lei l’opera l’ha vista?

“Cero e mi ha confermato che non ci fosse alcuna preoccupazione. Quindi inutile parlare di protezione dei giovani. Ho visto l’opera e mi sono personalmente commossa, estremamente poetica. I giovani sono stati privati di una possibilità di crescita”.

Sono passati poi altri giorni. Perché dimettersi ora?

“Due giorni fa l’ultimo confronto con Gianni della Casa. La vera censura non è stata la Traviata, ma bloccare la nostra presa di posizione che era stata condivisa. Mi sono dimessa perché compito della commissione è mediare, avvicinare le rispettive posizioni. E invece qui non è neppure chiaro cosa possiamo fare”.

Siete state troppo operative?

“Abbiamo depositato un progetto in regione sulle madri costituenti fatto insieme con la Fondazione Nilde Iotti. È stato finanziato e deve partire a breve. Forse in Comune non se lo aspettavano. La Traviata ha dato il la a una situazione palese: non c’è una organizzazione dietro la commissione”.

Ma il comunicato era così forte?

“Era un modo per ricordare a tutti che dovevamo avere fiducia nelle scuole; che è stato un errore pensare che i nostri giovani non sono pronti rispetto a quelli di Fano; un errore pensare che le famiglie non fossero mature. Questo era il messaggio che la commissione Pari Opportunità voleva dare all’esterno. Se non possiamo fare questo, che ci stiamo a fare?”.

Delusa da assessora e sindaco?

“Mi aspettavo di più come maturità generale, non è questione di assessora o sindaco. Se uno istituisce la commissione, significa che si vuole puntare su valori e principi. Fermo deve essere guida del territorio, ma si parte dalla cultura, non si vive di soli ponti”.

 Ma lei le ritirerebbe?

“Parlo per me. Le mie dimissioni ponevano dei requisiti? Abbiamo strumenti, ufficio, capitoli di bilancio e autonomia. Sono una persona seria e prendo le cose seriamente. Le dimissioni sono ritirabili: aspetto spiegazioni. So che si combatte da dentro. Ma stare dentro significa poter immaginare di fare qualcosa. Al momento non è così, non abbiamo strumenti. Dateceli e torneremo a lavorare”.

r.vit.

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