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La super estate degli angeli in rosso della costa fermana: "E' stata impegnativa, ma abbiamo dato tutto: sei persone salvate"

4 Settembre 2021

di Francesca Pasquali

PORTO SAN GIORGIO - Ultimo fine settimana di lavoro per i bagnini della costa fermana. Gli “angeli rossi”, come vengono chiamati per le divise che indossano, si preparano a riporre salvagente e fischietto.

Quella che va in archivio, per loro, è stata un’estate dura, ma piena di soddisfazioni. A parlare sono i numeri. Quei sei salvataggi effettuati, pochi se si considera la fascia di costa che hanno coperto, frutto di «un importante lavoro di prevenzione». Significa che hanno lavorato bene dalla riva.

Dei sei salvataggi, cinque sono stati effettuati a Porto San Giorgio e uno a Lido di Fermo, cinque di mattina e uno di pomeriggio. Poi, ci sono stati «molti recuperi in mare di persone in difficoltà». Parla di «patrimonio per il territorio», la referente di Confcommercio Marche Centrali, Maria Teresa Scriboni, che coordina il servizio.

«Garantire il servizio di salvataggio anche sulle spiagge libere significa dare a questo territorio un’eccellenza nella sicurezza. Per l’ennesimo anno, festeggiamo gli zero incidenti, grazie a un lavoro di preparazione e prevenzione molto forte», aggiunge.

Nove le torrette sulle spiagge di Porto Sant’Elpidio, con 22 bagnini. A Marina di Altidona c’è una torretta con un bagnino. Tra Porto San Giorgio e Fermo di bagnini ce ne sono 80. 22 le torrette a Porto San Giorgio, 11 a Fermo, più sei nei campeggi. Due torrette e due bagnini a Pedaso. A Porto Sant’Elpidio il servizio è gestito dalla Costa Sicura.

«Siamo riusciti a incrementare il numero di concessionari. Speriamo, nei prossimi anni, in una crescita professionale e commerciale», dice il referente Francesco D’Antonio. Sul resto delle spiagge c’è la City Service. «Siamo orgogliosi di questi ragazzi sempre in prima linea. Svolgono un lavoro di grande responsabilità, non facile. È difficile non distrarsi, restare concentrati, prevenire, avere rapporti con le persone e ,soprattutto, fare gli interventi. Loro ci riescono», spiega Cristiano Gasparretti.

Loro, i veterani e quelli alla prima stagione. «Sembriamo individui solitari, ma il nostro lavoro è di squadra. Quando c’è da intervenire in mare, la prima cosa che facciamo è fischiare per avvertire i colleghi. In un’epoca in cui l’individualismo è un valore, noi ci uniamo», dice il “veterano” Roberto Cognigni.

Prima estate sulla torretta per Matteo Brandoni che parla «bellissima esperienza che mi ha reso responsabile e che mi ha fatto conoscere persone fantastiche pronte in ogni momento ad aiutare». Un’eccellenza tutta nostrana, affatto scontata. Lo sottolinea la prefetta Vincenza Filippi. «Nel Lazio, da dove arrivo – spiega –, non c’è questa unione, questo elemento di congiunzione e solidarietà, che è una risorsa aggiuntiva di questo territorio. Un unicum che testimonia il senso di solidarietà e compartecipazione, in stretto contatto con gli organi dello Stato, di questi ragazzi che preferiscono dedicare la loro estate agli altri».

Presente al saluto ai bagnini anche il parlamentare Mauro Lucentini. «Fate la differenza», dice rivolto ai giovani in divisa rossa. «Possiamo fare tutte le leggi che vogliamo – prosegue – e portare tutti i fondi del Recovery, ma la differenza tra una spiaggia e l’altra la fa il servizio». Tutti in piedi gli “angeli rossi” per il saluto a Simona Gentile che, da ieri, non è più comandante del Circomare sangiorgese. Il passaggio di consegne con Cristiano Caluisi c’è stato ieri mattina. Ringrazia i sindaci «con cui ho sempre collaborato», Gentile. «Meglio non si poteva fare», aggiunge, parlando della stagione ormai al termine.

Raccoglie il testimone Caluisi, che viene da Fiumicino, dove «il servizio di assistenza e salvataggio è individuale, non c’è la squadra che unisce spiaggia libera e concessionari». «L’attività di prevenzione che il bagnino svolge – dice – è fondamentale, ma lo è anche la gestione delle emergenze. Il bagnino rappresenta gli occhi e dà ausilio per coordinare il soccorso da lontano. Riesce ad accorciare i tempi e impiegare i mezzi più opportuni per la gestione del soccorso».

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