di Raffaele Vitali
SANT’ELPIDIO MORICO – Prima il taglio del nastro, poi le reti di metallo che vengono rimosse dai dipendenti del comune di Monsampietro Morico: la zona rossa è da oggi un ricordo. Ci sono voluti sei anni, ma questo significa che i progetti di ricostruzione possono partire, che le famiglie possono pianificare.
Per la sindaca Romina Gualtieri non è un giorno di festa, è quello della consapevolezza del lavoro fatto, dell’impegno, del progetto che la spinge da 13 anni ad amministrare un piccolo comune di poco più di 400 anime.
Ci sono già le famiglie pronte, un paio ci vivono dentro Sant’Elpidio Morico, alcune arriveranno presto, anche a Roma, come Cristina insieme con il marito e la figlia. “Noi ci siamo cresciuti qui, tutte le estati le abbiamo sempre passate nel comune della mia famiglia. Non vogliamo che si perda il legame, anche perché i nostri giovani vogliono tornarci, sentono Sant’Elpidio come casa loro”.
Non potrà più viverla il padre di Catia. Ci ha sperato fino all’ultimo, ma un anno fa se ne è andato senza poter rientrare in casa sua, che si trova nel cuore della piccola frazione. Gestiva un piccolo alimentari, “ma non era un business, era un servizio alla comunità” racconta la figlia che si commuove pensando ai lavori che partiranno finalmente a febbraio, ma che il padre non vedrà.
Questo significa il nastro tagliato oggi dalla sindaca Romina Gualtieri: sbloccare la ricostruzione che la zona rossa impediva. “Il merito? Tanto del commissario Legnini che ha fatto le ordinanze giuste, che danno la responsabilità a noi sindaci” ammette ringraziando tutte le forze dell’ordine presenti che per lei sono gli angeli, insieme con i tecnici comunali e dell’ufficio ricostruzione. Non sarà facile, mancano le ditte, Catia ne ha trovata una locale dopo tanti no. Cristina la sta cercando. Ma ci sono Maddalena e Giulia, le nuove generazioni, che spingono e alla fine la ricostruzione si farà.
Ne è certo l’assessore, ancora per un mese, alla ricostruzione Guido Castelli: “Siamo usciti dall’emergenza e siamo entrati nelal fase della programmazione. Sarà lunga, ma almeno sappiamo dove stiamo andando. Ero sindaco anche io sei anni fa, so bene cosa ha passato la Gualtieri impegnata in una battaglia che serve anche a togliere la paura nei cittadini”.
Il prefetto di Fermo, Vincenza Filippi, è a sua volta a fine corsa, perché da ottobre tornerà a Roma, ma intanto lotta coni sindaci: “Vorrei che tutto fosse più celere. Lo Stato c’è, ogni giorno, con le sue forze dell’ordine, con i vigili del fuoco che rischiarono la via per salvare quella degli altri in quei terribili momenti, lo è in ogni divisa. Poi ci sono i sindaci che fanno la differenza”.
E la Gualtieri è in quella categoria. Lei che è riuscita a portare il prefetto Gabrielli a Monsampietro Morico e con lui i vertici dello Stato ogni volta che c’era qualcosa da inaugurare, non per vana gloria, ma come segno che Monsampietro Morico non era sola”. “Ogni mattone ci parla, racconta una storia, è la nostra identità. Dobbiamo recuperarla e rafforzarla” chiosa il presidente della provincia Michele Ortenzi.
Tutti insieme, quindi, verso nuovi traguardi. Che sia chiamano Catia, Cristina, Maddalena e via dicendo. Un elenco non lungo, come i residenti della piccola frazione, ma vero e vivo. “Con le persone torneranno anche le attività, ne sono certa. Mi dispiace solo che non tutti possono guardare all’eliminazione della zona rossa con serenità, perché non ci sono più. Ma noi lavoreremo anche per loro, glielo dobbiamo” conclude la sindaca che ha rinunciato a sirene regionali e romane pur di ridare l’anima al suo paese.
