FERMO – Un milione e trecentomila euro di investimento, di cui un terzo a carico del Comune di Fermo. Nasce così la nuova, moderna e grande sede della scuola edile di Fermo. “Un progetto di valenza strategica” lo definisce il dirigente Gianni Della Casa. “L’ennesimo legato al mondo delle imprese e della formazione”.
L’idea è di un privato, l’ente Scuola Edile delle province di Ascoli e Fermo, sostenuto supportato dall’amministrazione. “Tanto che è stato sottoscritto anche un protocollo d’intesa a cui hanno aderito Ance, associazioni dei lavoratori, cassa edile” prosegue Della Casa che spera in un ingresso rapido degli artigiani, rappresentati da Alessandro Migliore. Una firma che comporta una serie di azioni che vanno oltre la scuola: si parla di sicurezza nei cantieri, di legalità, da qui la presenza delle forze dell’ordine alla presentazione.
Per l’Ente Edile è un raddoppio, dopo la sede storica di Ascoli Piceno. Nel dettaglio entra Roberto Rossetti, presidente uscente e artefice del progetto che agevolerà imprese e futuri lavoratori. “Anche chi è al margine del mercato di lavoro, in particolare i non italiani, avrà una grande occasione”.
Sorride il sindaco Paolo Calcinaro: “Due anni fa la mia visita nella scuola edile di Ascoli, volevo capire. E ho conosciuto una realtà davvero ben strutturata. Alle aule di formazione si affiancava la parte pratica. Oggi con tanti cantieri aperti, le imprese cercano e avere figure formate è fondamentale. Oggi potiamo in città qualcosa che non c’è. Come facciamo con l’altra università dei mestieri che è l’ex mercato coperto. Ho investito con gioia 400mila euro”.
Rossetti rimase colpito dalla reazione di Calcinaro durante una visita e quel suo ‘riusciamo a fare qualcosa anche da noi’. Il primo atto è stata la firma per il terreno, “ora speriamo di mettere la prima pietra per l’estate e inaugurare a inizio 2026”.
Diecimila metri quadrati di area con una zona per l’esercitazione (525 metri quadri), sia per la formazione delle maestranze, sia peer i corsi della sicurezza. Tre piani di uffici da 215 metri ognuno, con la sede di cassa e scuola edile. All’ultimo piano un’aula convegni.
Il testimone della presidenza passa a Fermo, a Lanfranco Ceroni che lascia la cassa edile e prende in mano la scuola. “Noi vogliamo intensificare l’attività sul territorio fermano. Tecnici, operai e datori di lavoro non possono dover arrivare ad Ascoli per formarsi. L’obiettivo è crescere con gli allievi e avvicinare nuove aziende” ribadisce il vicepresidente della Scuola Edile, Armillei.
“Ci saranno corsi per le gare d’appalto, per i nuovi software, per la realtà aumentata, la parità di genere, il Cam. Noi stiamo investendo, abbiamo caschi interattivi per la Ra che insieme con l’Unicam useremo nei cantieri”. Il tutto in accordo con i carabinieri del nucleo lavoro, cooperative sociali per i corsi destinati a immigrati e richiedenti asilo, il primo lo abbiamo fatto ad Ascoli, tanti del Fermano, che oggi già lavorano nelle aziende. e poi collaborazioni con gli istituti superiori.
In prospettiva, 29 corsi nel 2025, 35 nel 2026 per arrivare ai 42 del 2027. Questo permetterà di aumentare anche il numero di allievi della provincia di Fermo, oggi meno di un terzo del totale: nel 2024 su 260 iscritti sono stati 72 i fermani. Numeri motivati anche dal fatto che nella sede di fermo, che era piccola, sono stati effettuati nel 2024 un sesto dei corsi totali, 24 su 171.
Ma come vive la scuola edile? “I corsi obbligatori e gratuiti, penso a quelli sulla sicurezza, per tutti i dipendenti e imprenditori iscritti regolarmente al nostro sistema”. Tradotto, dalla scuola a quel che si insegna è tuto frutto di fondi interni, frutto dell’impegno di lavoratori e datori. “Siamo un ente senza finalità di lucro”.
“Questo vale anche per la formazione professionale per gli over 16 che dura due anni e che imparano a costruire, leggere un progetto. Da 62 anni li formiamo, anche Rozzi è passato per una scuola edile. Per noi – chiarisce il presidente – è fondamentale, abbiamo difficoltà a trovare i corsi. Soprattutto considerando che il 50% degli impiegati del settore edile è straniero, il tema della lingua è fondamentale”.
Massimo Rocchi, dirigente della Regione Marche alla formazione, non è voluto mancare: “Ha ragione il presindete, era complicato far partecipare gli stranieri, gli extracomunitari, ma proprio lunedì in Giunta è stata approvata una delibera per cui l’assorbimento dell’obbligo scolastico, utile a figure professionali per l’edilizia, viene assolto con il compimento del 18esimo anno di età. Da qui l’ingresso anche nella formazione finanziata”.
Non si ferma qui l’impegno della Regione, che pensa anche a chi un lavoro ce l’ha: “A gennaio emaneremo un avviso pubblico anche per la formazione continua, in favore di chi lavora e vuole riqualificarsi (4 milioni in tre anni). I primi mesi del 2025 ci sarà anche un bando per le filiere, ne abbiamo individuate cinque”. E partner dell’Academy di filiera è l’Ance Marche guidata di Stefano Violoni che gestirà un progetto da 700mila euro.
Tutti soddisfatti, sindacati inclusi: “Noi siamo soddisfatti del fatto che i datori di lavoro in questa scuola vedano l’importanza anche a livello di sicurezza sul lavoro, a partire dalla conoscenza della lingua italiana che deve essere un requisito all’interno del cantiere, proprio peer tutelarlo. La scuola è un’assunzione di responsabilità per le imprese, le cose fatte bene vanno promosse, qui si farà formazione precisa e con le competenze giuste” spiegano De Carolis Cgil e Passaretti Cisl.
Alla fine, le parole più usate dopo formazione sono legalità e sicurezza. “Io – conclude Luciani, presidente dell’Anmil – rappresento il tradimento della prevenzione. Spero davvero che con questa scuola si rafforzi l’attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro”.
r.vit.