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La Montegranaro di Gismondi: "Palasport? Più costi che benefici. Nuova scuola? La farei altrove. Ubaldi? Nessun accordo"

22 Gennaio 2021

MONTEGRANARO – Gastone Gismondi, ex sindaco e consigliere comunale di Montegranaro, lei ci è passato sulla sua pelle, cosa significa lasciare la città in mano al Commissario?

“Tralasciando le ragioni, che per ogni vicenda politica sono diverse, nel mio caso, sei mesi prima della fine del mandato, significava non darmi la possibilità di poter realizzare tutte le opere e gli investimenti di mandato che, in grande parte, vengono realizzati alla fine di un ciclo.

Nel caso della amministrazione Mancini invece l’avvento del commissario sancisce la fine di un mandato e di una coesione politica che vacillava già da oltre un anno e che, anche nel mandato precedente, aveva dato prova di mancare.

Nell’uno e nell’altro caso, di comune c’è, che i progetti politici affinché funzionino debbono essere fatti con persone che abbiano le medesime sensibilità politiche ed umane”.

L’ex assessore Perugini ha elencato una serie di azioni finanziate e in corso. Cosa ne pensa? Patiamo dalla prima: il nuovo palasport, soldi spesi bene?

“Il palasport, che per Montegranaro è stata una priorità per tanti e tanti anni, giunge in un momento in cui la pallacanestro è ai minimi storici. Ora, purtroppo, le priorità della città sono altre ed il lavoro in primis. Per la Regione in precedenza esisteva solo un impegno parziale, spalmato su diverse annualità e quindi tutt’altro che certo e definito: so con certezza che l’intervento, se si farà, sarà solo per merito di Mauro Lucentini che ha avuto un serio confronto con l’assessore regionale.

E poi bisognerà capire, prima di poter valutare se la costruzione del palasport sia un’opportunità o una spesa anacronistica, quanto sarà il costo che dovrà farsi carico il comune ed anche capire quali potenzialità potrà sviluppare un impianto del genere: ovviamente senza una Montegranaro ricca e laboriosa, la pallacanestro ad alti livelli sarà solo un ricordo del passato ed un impianto di 3.500 persone rischia di divenire un’inutile cattedrale nel deserto”.

Nuove Medie, lei ha un progetto diverso da quello dell’ex maggioranza?

“Non è un mistero. Io ed il mio gruppo avevamo una visione completamente diversa e lo abbiamo detto già da molto tempo. Si tratta di volere una città proiettata al futuro e non ancorata a logiche di 60 anni fa: oggi, spendere quasi 4 milioni di euro in via Martiri d’Ungheria non rappresenta a mio avviso una visione che sta al passo con i tempi. Mi auguro che la prossima amministrazione, qualora quello che è stato fatto dalla attuale amministrazione non sia vincolante, possa poter rivedere il progetto e riuscire a realizzare una scuola media in un luogo che offra viabilità e respiro, una struttura che possa attirare i ragazzi allo studio”.

Villaggio del Lavoro, bravo Perugini o ha ragione Melchiorri, c’è tanto da fare ancora?

“Melchiorri ha ragione da vendere, è uno che va dritto alla sostanza. Attirare gli imprenditori a Montegranaro sarà possibile solo se vi sarà un cambio di passo nell’agire amministrativo, un’amministrazione illuminata che possa fare del Villaggio del Lavoro un luogo di elezione, un luogo ambito per poter realizzare un investimento perché situato in un paese che offre servizi di qualità. Dire che a breve ci sarà un’asta dei lotti e quindi considerare risolto il problema del villaggio del lavoro e di conseguenza il problema del lavoro a Montegranaro, è una dichiarazione che si commenta da sola”.

Come si spiega la mossa di Ubaldi dopo un solo anno e mezzo di amministrazione?

“Vista da fuori, ha le sue ragioni. Quello che non si comprende è l’ostinazione dell’ex sindaco Mancini a voler, a tutti i costi, cacciare Beverati pur consapevole che l’allontanamento dell’ex assessore ai servizi sociali avrebbe fatto cadere l’amministrazione.

Quello che è sconcertante è che oggi, ad oltre un mese dalla caduta dell’amministrazione ed oltre un mese e mezzo dalla cacciata dell’assessore, la sindaca non abbia ancora dato spiegazione del suo operato. Mi preme rimarcare come il nostro gruppo di minoranza, in quest’ultimo anno e mezzo, mai e poi mai abbia fatto attacchi personali ad assessori o consiglieri di maggioranza. Si contrastano le idee e mai le persone”.

Lei e Ubaldi ve ne siete dette tante in questi anni, pronto a lavorare insieme?

“In nome di Montegranaro, tutti dobbiamo fare un passo indietro. Le ruggini personali, che pure ci sono state, debbono essere lasciate da parte con chiunque si adoperi per il bene del paese, Ubaldi o Mancini che siano. Sul fatto di poter lavorare insieme nessun elemento ci fa dire che ciò possa accadere, come pure, in questa fase, nulla ce lo può far escludere. Vedremo.

Più delle persone, che pure sono importanti, contano i progetti e la voglia di condividere un percorso che abbia Montegranaro al centro e niente e nessuno ai lati. Chiunque vorrà confrontarsi con Montegranaro Tra la Gente lo potrà fare”.

Sarà Ubaldi il candidato sindaco del centrodestra tra pochi mesi? C’è un accordo blindato a quanto si dice.

“Spazziamo il campo da dubbi o insinuazioni: nessun accordo c’è con Ubaldi e nessun accordo c’è stato prima d’ora. Non sappiamo nemmeno quando ci potranno essere le prossime elezioni. Di certo ci confronteremo con persone che abbiano attitudine a lavorare di squadra e soprattutto che abbiano una visione della Montegranaro del futuro che possa coincidere con quella del nostro gruppo”.

Dia un consiglio al Commissario, su cosa concentrarsi?

“Il problema di Montegranaro è uno solo: lavoro, lavoro, lavoro. Marino non ha bisogno di consigli, dovrà solo aiutare le molte famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese e prestare i servizi ai cittadini, come già sta facendo, nel migliore dei modi possibili. Il commissario sta dimostrando che può portare avanti, ed anche egregiamente aggiungo, i bandi per l’aiuto alle famiglie più in difficoltà ed essere dalla parte dei bisognosi (500 le famiglie aiutate nel corso dell’anno). Il prossimo aprile, quando il divieto ai licenziamenti sarà revocato per legge, si stima che le fabbriche cittadine potrebbero licenziare oltre 600/700 lavoratori: è un dato drammatico se solo si pensa che ci sono 5.000 famiglie residenti. È questa a Montegranaro che vogliamo?”.

Gismondi, e lei cosa farà ora che ha dovuto rinunciare anche al posto in Provincia a cui tanto teneva?

“Avrò modo di concentrarmi su altri progetti ed in primis trovare una strada che consenta alla nostra Montegranaro di invertire una tendenza che ci umilia e che non ci rappresenta. Faccio politica per passione, amo Montegranaro e sono una persona onesta: sono sicuro che la squadra che andremo a comporre avrà queste caratteristiche scolpite nel suo Dna”.

r.vit.

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