FERMO – L’export è in calo e questo significa difficoltà per imprese proiettate nel mondo. Ma la moda non è un settore che si arrende. E le prime fiere stagionali vogliono dare risposte ai bisogni degli imprenditori. anche se il contesto è sempre più difficile.
"I dazi – spiega il presidente del comitato scientifico di Expo Riva Schuh e Gardabags, l’economista Enrico Cietta - non hanno frenato la globalizzazione, ma ne hanno ridefinito le rotte. L'idea di una deglobalizzazione si è dimostrata fuorviante; abbiamo piuttosto assistito a una riconfigurazione del commercio globale verso una globalizzazione regionale. Questo processo ha evidenziato la crescente importanza della logistica e della geopolitica, che ora superano i tradizionali vantaggi competitivi basati unicamente sui costi di produzione".
Una necessaria trasformazione interna è quindi necessaria. Soprattutto partendo dai numeri di Confindustria Marche che mostra una Italia che cresce (+3,2%) e una regione Marche che scende e anche tanto (-11,3%).
A livello geografico, crescono le esportazioni verso l’Africa, mentre le vendite risultano in calo verso le principali aree. Una negatività contenuta verso l’Asia, più marcata verso l’Europa e il Nord America, aree interessate dal permanere di elevata incertezza e instabilità derivante dalle tariffe statunitensi e dal protrarsi delle situazioni di conflitto in Europa.
Di fronte a queto quadro, il presidente degli industriali Roberto Cardinali chiede misure di supporto e accompagnamento delle aziende. che intanto però si muovono come sempre con le proprie gambe. Venti quelle a Riva del Garda. Tra di loro c’è Samuele Camerlengo, calzaturificio Lorenzi di Fermo.
La prima giornata di fiera è andata bene. “Abbiamo già avuto degli incontri e altri ne prevediamo con buyer provenienti principalmente dall'Europa e in particolare modo da Germania, Olanda, Belgio, Spagna e Canada”. Il prezzo ha sempre più importanza: “La situazione geopolitica determina una flessione delle vendite. I compratori sono molto attenti a sottoscrivere gli ordini e la leva del prezzo è molto determinante. Questo impone alle nostre aziende di prestare particolare attenzione al contenimento del prezzo finale attraverso una ridefinizione dei costi facendo rimanere inalterato il rapporto qualità-prezzo".
Un po’ come l’uovo di Colombo, ma è l’unica strada. “Noi ci siamo, speriamo che arrivino soluzioni per abbassare i costi di energia e logistica, fattori che da sempre ci penalizzano. È fondamentale diversificare i mercati e investire nell'innovazione per rendere i prodotti unici e riconoscibili e per incrementare il valore aggiunto delle produzioni” la chiosa di Roberto Cardinali.
r.vi.