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La moda ha paura dell'inflazione. "Bisogna aiutare i negozianti e serve un 'bonus' che stimoli gli acquisti"

24 Gennaio 2023

MONTEGRANARO – Il presidente Fmi, ovvero la Federazione Moda Italia, solleva un paio di questioni chiave che impatteranno anche sul distretto fermano delle calzature. "La situazione per il settore moda sul mercato interno è particolarmente preoccupante per l'inflazione all'11,6%, gli inevitabili aumenti praticati dai fornitori a partire dalle prossime collezioni di almeno il 15%, oltre al costo del denaro e la difficoltà delle imprese ad ottenere credito, impatteranno sul sistema” sottolinea Giulio Felloni.

Tutto questo creerà una situazione molto complessa per i negozi di moda che dovranno anche pagare una mensilità in più all'anno per l'adeguamento Istat ai canoni di locazione e che potrebbero trovarsi di fronte a una generale contrazione dei consumi. Una situazione da affrontare subito e che il presidente Fmi ha messo sul tavolo di Adolfo Urso, ministro al made in Italy. “Abbiamo portato le preoccupazioni di un settore, quello della distribuzione commerciale della moda che genera valore economico e sociale per le città e i Comuni italiani contando 176.541 tra negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa e articoli sportivi che danno occupazione a 298.668 addetti” prosegue.

Il presidente ha suggerito anche una serie di azioni utili. “Subito un intervento sulle locazioni commerciali attraverso un credito d'imposta del 30% così come avvenuto nel corso del periodo pandemico o l'introduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali”. Per favorire il rilancio dei consumi del settore moda “serve un 'bonus moda' come quelli già sperimentati in altri settori altrettanto importanti come automobili e arredamento, per la consegna nei negozi di moda di prodotti usati dai consumatori e un'aliquota IVA agevolata del 10% sui prodotti di moda".

Felloni conclude: "Riteniamo il tavolo della moda possa anche essere la sede ideale per dar vita ad un patto tra produzione, trasformazione, rappresentanza e distribuzione commerciale per una "filiera etica" anche per trovare soluzioni volte ad affrontare con equilibrio l'evoluzione dei prezzi al consumatore".

r.vit.

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