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La moda fa squadra: dalle scarpe alle pelli, sei richieste urgenti per il nuovo Governo. "Fateci aiutare i dipendenti senza tassare i premi"

12 Ottobre 2022

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – La moda fa squadra. Ci sono sei "urgenze", messe nero su bianco, e indirizzate al prossimo governo, dai vertici del settore della moda italiana. “Di una cosa siamo certi, possiamo essere il traino dell'economia, coni nostri distretti siamo presenti da nord a sud, ma è fondamentale un supporto alle imprese da parte del nuovo esecutivo. Da Nord a Sud, infatti, i nostri distretti ri condizioni, saremo un motore per lo sviluppo inclusivo di tutto il Paese".

A firmare la missiva, con tanto di elenco puntato sono Smi, Assopellettieri, Federorafi, Anfao e Assocalzaturifici che insieme rappresentano 60mila imprese per quasi 600mila lavoratori. Un mondo che nel primo semestre del 2022 vede un aumento medio di tutti i settori del 18.2% rispetto al medesimo periodo del 2021, spinto in particolar modo dalle performance registrate nei mercati esteri.

“Ma la tenuta della filiera e delle imprese è a rischio per la crisi energetica. Oggi ci sono delle urgenze e abbiamo bisogno di un governo che pianifichi. La sfida che abbiamo davanti è tra le più complesse mai viste - afferma il presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala (foto Ansa.it) -. Abbiamo elencato in 6 punti quello che crediamo sia importante per la nostra industria e per il Paese. Come ha detto anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, senza industria non c'è un Paese”.

Troppo spesso si dimentica che la manifattura è la spina dorsale dell’Italia. “Dobbiamo fare squadra tra di noi ed essere uniti. Ci sono tematiche che pendono sulla nostra testa e possono diventare determinanti per il Paese in modo positivo o negativo" prosegue il presidente.

Sei quindi le tematiche chiave a cui dare risposte rapide. Si parte dal contrasto al caro energia, tema per il quale Confindustria Moda chiede di "riformare in tempi rapidi il mercato energetico, slegando il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas e mettendo un tetto al prezzo del gas. Intervento europeo, altrimenti bisogna agire a livello italiano".

Il secondo tema riguarda l'integrazione per gli stipendi dei dipendenti. Confindustria Moda chiede di estendere anche al 2023 la possibilità per le imprese di erogare, su base volontaria, fino a 100 euro/mese aggiuntive alla normale retribuzione dei dipendenti, totalmente esenti da ritenute fiscali e contributive. Questo per contribuire al contrasto degli aumenti del costo della vita dovuto all'inflazione.

Terzo tema l'internazionalizzazione. “Bisogna consolidare i sostegni economici per la partecipazione delle imprese italiane di tutto il Tessile, Moda e Accessorio alle manifestazioni internazionali e a quelle patrocinate dal sistema delle imprese, e rafforzare il coordinamento tra Ice Agenzia e le associazioni nazionali di categoria per la messa a punto di strategie per la promozione del made in Italy sui mercati internazionali".

Al centro delle richieste anche la digitalizzazione e sostenibilità. “Tornare a finanziare il piano Industria 4.0 e il Transizione 4.0, che hanno portato a una maggiore competitività internazionale dell'intero settore. Per far fronte alle nuove sfide di mercato sono necessari ulteriori investimenti in tecnologie digitali abilitanti prioritarie, come quelli in sistemi di efficientamento energetico, autoproduzione ed economia circolare".

C’è poi sul tavolo del Governo che verrà il tema del credito d'imposta per campionari e collezioni. "Mantenere quanto già riconosciuto dal Mise per il credito di imposta, ovvero l'equiparazione della ricerca e sviluppo di nuovi design e nuove collezioni del settore Tessile, Moda e Accessorio a quella tecnico/scientifica, in modo che le attività di ideazione dei campionari continuino a poter beneficiare della misura del credito d'imposta che offre un ulteriore elemento di competitività alle imprese a livello internazionale".

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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