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La Chiesa di Pennacchio: "Nuovi oratori e attenzione ai giovani". Ma mancano preti e catechisti. Don Trapasso è il vicario

24 Gennaio 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – “I marchigiani non sono spreconi. L’ho capito subito. E questo ci fa vivere bene, nella sobrietà. Come piace a me”. Rocco Pennacchio, da cinque anni arcivescovo di Fermo, incontra i giornalisti nel giorno del loro santo protettore, San Francesco di Sales.

Cita Papa Francesco e il suo messaggio del 30 settembre dedicato alle comunicazioni sociali. “Il tema scelto fu ‘ascoltare con l’orecchio del cuore’. Quest’anno invece ha scelto ‘la verità si fa nella carità’ che assegna ai giornalisti il compito di impegnarsi per la verità”.

Intesa come? “Cercare di superare lo scandalo, il dolore, il sensazionalismo. Verità è contenuto, carità è lo stile. Che significa mai giudicare, mai offendere, ma dire qualcosa che si presta a una reazione che fa perdere di vista la questione”.

La parola che Pennacchio usa come sintesi è essenzialità. “Un comunicatore cerca ciò che è essenziale, il contenuto evitando di ornarla di qualcosa che serve solo per attirare”. La richiesta è semplice: cercare di separare le opinioni della cronaca.

Pennacchio non nega la distanza tra la comunità ecclesiastica e la realtà che ascolta: “Per questo abbiamo bisogno dei giornalisti. Ci aiutate a conoscere il territorio, vorremmo che al contempo aiutaste a far emergere anche il nostro pensiero”.

Chiesa e giovani, un tema che l’arcivescovo affronta su due livelli: la problematicità e il come rivolgersi a loro. “Questa mattina mi sono confrontato con Barbara Moschettoni, direttrice della Caritas, su alcune situazioni di Civitanova (che fa parte della diocesi di Fermo, ndr). Il sindaco ha avviato una interlocuzione stabile con Caritas e altre realtà giovanili per affrontare il tema della fragilità e dell’uso della droga. Che ormai è comune dalla prima media. Al contempo circola troppa cocaina, anche nella fascia dei 50enni. La Chiesa prova a entrare nella questione, puntando sull’educazione, coinvolgendo anche il cappellano del carcere minorale lombardo. Stiamo cercando di riprendere quanto il Covid ci ha tolto. Ci sono ancora parrocchie senza una ordinaria attività. Poi i giovani ci stupiscono, come venerdì quando hanno riempito il duomo per un incontro su Maria affidato a un giovane prete”.

Della serie, noi ci proviamo. Senza esagerare. “Non credo che si trovino i giovani abbassando la soglia. Non è andando a mangiare il panino alle due di notte coni ragazzi. Io non sono l’amico dei giovani, sono un adulto. E ognuno deve sapere essere se stesso con le altre generazioni. Non dobbiamo scimmiottare i ragazzi. Ma sono anche conscio che vorrei che la pastorale giovanile ‘non pettinasse le bambole’, ovvero si limitasse a quel che abbiamo, ma uscisse e trovasse il modo per aggregare i ragazzi che a messa non ci verrebbero ma si possono intercettare”.

Ha un obiettivo l’arcivescovo: “Dobbiamo creare uno o due luoghi nella diocesi, oratori a misura di adolescenti con figure educative poi a disposizione. Di certo uno nella zona costiera, tra Civitanova e Porto Sant’Elpidio, e un altro a Fermo”. L’oratorio è un modello che funziona: “Ma dobbiamo andare oltre ai ragazzi che lo frequentano e che magari dentro la parrocchia sono cresciuti. Funzioniamo bene nell’attrazione dei più piccoli, dobbiamo intercettare quella fascia che sa stare insieme, magari il sabato sera in giro, e che vorremmo continuasse a farlo anche in un oratorio. Dove non immagino il silenzio per ascoltare la parola di Dio, ma un veicolo di sani valori sempre nel segno della fede”.

Per farlo le risorse si trovano. “Di immobili ne abbiamo, così come sono certo che le risorse saremo in grado di recuperarle, ma non possiamo riceverle se poi ci impongono un modello”. Aggiunge don Michele Rogante, che tra i vari compiti guida la segreteria di Pennacchio: “Con l’8x1000 sosteniamo una trentina di oratori. Anche la Regione Marche ha scelto di investire in questi spazi fino al 2023. Quindi sappiamo come muoverci”.

Ci sarebbe anche il modello don Dino Pirri, ma non è così replicabile: “Modalità smart e contenuti, lui sa fare questo. Perché mai bisogna perdere di vista la missione della Chiesa, che è l’annuncio del vangelo. E va fatto a tutti. Se parliamo ai giovani, giusto provare a cambiare ma devo sempre ricordare la missione, che però necessità di aggregazione”.  

Pennacchio vorrebbe proporre ai giovani un cammino, andare oltre le iniziative spot e dare stabilità “in modo da investire sulle risorse umane, sapendo che anche il gratis o a pagamento degli educatori è una questione importante”.

Ma sa anche che la ‘forza lavoro’ è poca: “I preti stano diminuendo tanto e non è scontato che un prete anche giovane ami stare con i giovani. Perché sanno destrutturarti. Oggi in seminario abbiamo tre seminaristi, ma in tutte le Marche, 1.5 milioni di abitanti, ce ne sono 25. Mancano i figli, diventa più complicato sentirsi invogliati a una scelta”. E quindi, come fare? “Il Signore ci chiede di impostare il modello di Chiesa che non sia più centrato sula figura del sacerdote, anche dal punto di vista dell’accompagnamento spirituale. Può essere un laico, una donna, una suora, un diacono permanente, chiunque sia dotato di virtù umane e di fede”.

Pensare al prete che sta dalla mattina alla sera in parrocchia sarebbe bellissimo, ma è difficile. “Ormai si prende un appuntamento anche per la confessione, purtroppo. La Chiesa lo sta dicendo: se sacerdoti e laici non dividono le responsabilità, pur lasciandola decisione a uno, è difficile”. Anche perché stanno diminuendo anche i catechisti.

Non è quindi semplice il lavoro dei preti fermani.  Pennacchio se ne rende conto e anche per questo ha cambiato il suo vice. Dopo 15 anni lascia il ruolo don Pietro Orazi, più che altro per età visto che l’impegno è sempre quello di un ragazzino. Nuovo vicario generale, anche per il clero, è don Giordano Trapasso. Mentre nuovo vicario generale per la pastorale è don Enrico Brancozzi. “Due preti giovanili, 51 anni e 48 anni, con anni di ministero. Entrambi docenti all’istituto teologico marchigiano: don Giordano di Filosofia, don Enrico di teologia dogmatica. DI loro mi fido, sono due preti diversi e ugualmente profondi” conclude Pennacchio prima di benedire i giornalisti, mai come oggi bisognosi di supporto per esercitare al meglio una professione che in troppi cercano di svilire.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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