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Intervista. Da Bomprezzi a Piermartiri, il Pd riparte nel segno di Verducci: "Ho puntato sulle nuove generazioni. Ora ricostruiamo"

27 Febbraio 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – Senatore Francesco Verducci, partiamo dalle Marche. Lei ha scelto di appoggiare Chantal Bomprezzi, neo segretaria del Pd, dall’inizio. Come mai?

“Da subito mi ha convinto, perché era parte di un progetto collettivo, vero, di cambiamento. La sua candidatura nasce da un documento messo in campo a dicembre dai giovani democratici. Ho pensato che fosse la strada giusta per dare ossigeno ad un PD Marche da troppo tempo immobile. A gennaio, in una intervista, lo dissi chiaro: serviva un congresso vero, il Pd nelle Marche andava rifondato dalle fondamenta, rivoluzionato e reinventato. Per farlo, però, serve una nuova generazione. Da qui il mio impegno per aprire lo spazio necessario”.

Quale è stato il suo ruolo principale?

“Sostenere un progetto politico. I giovani Dem li ho visti crescere nel Fermano e a livello regionale. Ho visto la genesi attorno a un percorso politico, a Chantal Bomprezzi”.

Temeva un congresso ‘finto’?

“Il rischio vero è che fosse una continuazione del commissariamento. Che il gruppo dirigente della regione, a vario titolo, maggioranza e minoranza che si alterna da 25 anni, scegliesse al suo interno con la solita estenuante contrattazione. Non poteva esserci niente di peggio di un commissariamento sotto altra forma. Serviva un congresso vero e libero.”

 Nessuno pensava che Bomprezzi avrebbe vinto…

“Lo ha fatto contro ogni previsione, perché la gran parte dei maggiorenti la osteggiava. Ma penso che abbia vinto perché alla fine dalla sua parte c’era un progetto politico autentico, anche se nato in poche settimane. C’era l’entusiasmo di questa generazione nuova. E questo dimostra che si può vincere mettendo in campo idee e progetti. E che la politica è molto di più della gestione del potere.”

Una segretaria così giovane può incidere sul Pd?

“Non bisogna aver paura di sperimentare, il Pd è un luogo aperto e vivo, non può avere una concezione padronale. Noi dobbiamo ricostruire la credibilità. Se il vecchio gruppo dirigente non ha credibilità, non può assolvere a una funzione storica, quella di rifondare la sinistra e il Pd. Sono convinto che la nuova generazione abbia le caratteristiche per conquistare sul campo l’esperienza e vincere le prossime elezioni”.

Scusi, ma lei non si sente parte della stessa classe dirigente ‘antiquata’?

“Ne sono parte, è indubbio. Ma diversamente da altri ho capito che servono nuove figure. E mi sono battuto per dare spazio a una nuova generazione. Quando c’è stato il tentativo di dire ‘scegliamo un segretario tutti insieme’, ho detto: 'no'. Ritenevo un errore che venisse scelto dai cosiddetti big. E lo pensavo anche alla luce del fallimento del commissariamento che ha aggravato la crisi del partito. Il commissariamento ha aggravato la crisi del Pd Marche. C'è stata una rimozione delle cause della disastrosa sconfitta alle regionali. Abbiamo perso e lo abbiamo fatto nei luoghi in cui è più difficile vivere, studiare o avere un lavoro che ti permette di arrivare a fine mese. I luoghi simbolo di riscatto e partecipazione dove la sinistra dovrebbe essere più forte. C’è un tema gigante che riguarda le Marche ed è quello di costruire una alternativa a una destra che governa in maniera pessima”.

Obiettivo?

“Riconquistare la fiducia della società marchigiana. Con umiltà, coraggio e determinazione. Solo così torneremo a vincere, fin dalle prossime regionali”.

Tanti big sono usciti sconfitti da queste elezioni, oggi sente il Pd più suo?

“Il Pd delle Marche l’ho sempre sentito mio, nonostante è noto che ci sia chi ha fatto del tutto per impedire che venissi candidato nelle Marche. Ma sono cose di nessuna importanza. Quello che conta è ricostruire il Pd delle Marche. Farò la mia parte da militante. Come ho fatto in questa campagna congressuale. Il mio radicamento è stato dimostrato da questo congresso. Ho svolto un ruolo per dare protagonismo a una squadra. Non giocavo per me, ma per dare spazio una nuova generazione. Ci credo davvero”.

Secondo lei la segretaria guarderà di più ad Articolo 1 e 5 Stelle?

“Articolo 1 ormai è a tutti gli effetti parte del Pd. Penso che la prima cosa che sarebbe giusto fare sia dedicarsi al Partito Democratico. La lezione degli ultimi tempi è che prima di guardare alle alleanze e discuterne, bisogna ricostruire la nostra identità. Senza questo, poi non sei forte e non aggreghi. Quindi, il primo tema è il Pd. E nelle Marche c’è tanto da fare”.

Bomprezzi ha vinto in 4 province su 5. Nel Fermano ottimo risultato. Se lo aspettava?

“Anche qui contro ogni previsione. Devo dire che ci sono in questa elezione dei vincitori. Ne indico tre. Il primo è il gruppo dei Giovani Democratici del Fermano. Penso a Dorotea Vitali, Mattia Santarelli, Riccardo Strappa, Greta Vesprini, Fabio Rossano e agli altri che sono riconosciuti in tutto il partito provinciale e sono stati i promotori della mozione. Nel Fermano in particolare è una rivoluzione, perché afferma una nuova classe dirigente. Poi il segretario provinciale, Luca Piermartiri. E infine il segretario di Fermo, Alessandro Iagatti, che esce con una legittimazione molto forte (il gruppo consigliare stava con la Bellomaria, ndr) e un’idea di aggregazione a sinistra che sarà importante per il futuro”.

Servirà questo risultato a cambiare qualcosa anche a Fermo?
“Se in regione non abbiamo mai discusso della sconfitta elettorale, lo stesso è avvenuto per le provinciali nel Fermano. Spero che questa nuova generazione farà superare vicende che sono state traumatiche per il partito, come la mancata candidatura di Moira Canigola.”

Capitolo nazionale, lei puntava su Bonaccini. Sconfitta pesante?

“Ho sostenuto convintamente Bonaccini, per me la sua proposta era quella più pronta per riagganciare fasce popolari e rilanciare l’idea di un partito grande che parla a tutta la società italiana. Ma quello che è avvenuto è qualcosa di rilevante. In primis per la partecipazione, che è stata straordinaria e dimostra che il Pd è vivo e che c’è un popolo che vede del Pd la sua casa. Lo ribadisco, il Partito Democratico è molto di più del suo gruppo dirigente. È innanzitutto un popolo, che vede nel PD un luogo dove impegnarsi per il cambiamento”.

Cosa può dare la Schlein?

“Ha incarnato l’idea di una riaggregazione della sinistra e di una rifondazione della stessa area. Da oggi è la segretaria di tutti. Non sono deluso, sarà comunque un congresso di ripartenza.”

Teme una scissione?

“Sarebbe una sciagura. Ha vinto Schlein e da oggi e bisogna sostenerla e lavorare insieme”.

Verducci, ma lei avrà un ruolo nel Pd regionale? “Non esiste il tema di cosa farà Verducci. Mi sono impegnato nel congresso da militante. Il mio è un sostegno senza condizionamenti. Le dico una cosa: sono stato coordinatore dei Ds delle Marche tra il 2000 e il 2006, quindi faccio parte davvero di un’altra era. Qui serve una nuova generazione e farò il massimo per sostenerla”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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