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Intervista. Cesetti: "Fermo debole perché guidata dal civismo. Terza corsia priorità assoluta"

12 Maggio 2021

di Francesca Pasquali

FERMO - Sul Fermano Cenerentola delle Marche, Fabrizio Cesetti non è d’accordo. Di passi avanti, per il consigliere regionale del Pd, da quando è nata la provincia più giovane della regione, ne sono stati fatti tanti. Ma la strada è ancora lunga. Cesetti, ieri ha protocollato un’interrogazione sul robot chirurgico “promesso” al Murri.

Il Fermano rischia davvero di restare col cerino in mano?

«Il robot deve arrivare e arriverà. Sono sicuro che gli attuali vertici regionali sapranno onorare gli impegni presi nei confronti del territorio. A suo tempo, la direttrice regionale dell’Asur, Nadia Storti, convocò una riunione con i direttori delle tre aree vaste e i responsabili delle unità operative per concordare questo percorso. L’assessore Saltamartini, di recente, ha detto che, presto, a Fermo, sarebbe arrivato un macchinario innovativo. Sono sicuro che non vorrà contraddire se stesso».

Prima del robot, c’è l’Emodinamica.

«C’era un accordo con Livini per portarla a Fermo quest’anno. Spero che il nuovo governo regionale voglia rispettare gli impegni assunti con questa provincia, che più di altre ha attuato la riforma Balduzzi».

Non chiamiamolo Cenerentola, ma, a conti fatti, il Fermano conta meno di altri territori.

«Ha scontato il fatto di essere diventato provincia da poco. In passato, era considerato marginale. Basti pensare al 2013, quando era stato deciso di fare il nuovo ospedale, per poi togliere il finanziamento, rimesso l’amministrazione Ceriscioli. In questi ultimi anni sono stati fatti notevolissimi passi avanti, che sono anche sintomo di una forza politica del Fermano. Speriamo che questo percorso non si arresti».

È d’accordo con chi dice che i sindaci potrebbero fare di più? Farsi sentire, battere i pugni?

«Non mi pronuncio su questo, ma è evidente che scontiamo il fatto che la città capoluogo è guidata dal civismo. Il civismo è politicamente debole, non ha né arte né parte, non sa dove andare. Si perde, strizza l’occhio a destra e a manca. È un grande limite, soprattutto dopo il depotenziamento della provincia».

L’Area vasta 4 si ritrova senza guida in una fase molto delicata. Che si aspetta per il dopo-Livini?

«Livini l’hanno fatto fuori, inducendolo alle dimissioni. La speranza è che la giunta regionale voglia scegliere per il Fermano un professionista di assoluto valore, inclusivo e non divisivo, imparziale e che conosca la materia. Che non sia tentato di venire qui per praticare vendette o rivalse, ma per fare bene e proiettare l’organizzazione sanitaria di questo territorio verso il futuro che merita. Non dovrà necessariamente essere del territorio. A conoscerlo, glielo insegneremo noi».

Ancora code in autostrada e sulla Statale. La terza corsia è sempre nei radar?

«È assolutamente necessaria, almeno fino a Pedaso. È l’opera strategica per fare uscire questo territorio dall’imbuto in cui è stato cacciato. Serve spendere tutte le energie in questa direzione, ma, francamente, il nuovo governo regionale non mi pare che abbia fatto molto in questa direzione».

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