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Infortuni sul lavoro, nel Fermano crescono del 15%. Luciani, Anmil: "Una sola strada: prevenzione e formazione"

9 Ottobre 2022

SERVIGLIANO - Si riflette a Servigliano con la ‘Giornata dell’Anmil’ (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro). a scattare la fotografia delle Marche è il presidente regionale Marcello Luciani.

In regione gli infortuni sono stati 10.598 nel 2021 e 13.018 nel 2022 (+22,8%). Fermo va meglio delle altre province, ma allo stesso tempo vede crescere il numero da 911 a 1.055 (+15,8%). Peggio hanno fatto Macerata (+33,7%), Ancona (+22,8%), Ascoli (+21,6%) e Pesaro (+16,3%).

In Italia, da gennaio a settembre di quest'anno i morti sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. Il totale è di 95 decessi in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 - che però risentiva dei tanti morti per Covid - quando le vittime furono 772.

I decessi non legati alla pandemia sono aumentati del 32%. Sono cresciute anche le denunce di infortunio totali: sono state 484.561, +38,7% rispetto al 2021. Il maggior numero di infortuni mortali si è registrato nel settore delle costruzioni. I dati dell'Inail sono stati diffusi dall'Anmil, l'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invali di del Lavoro, in occasione della 72esima edizione della Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Tornando ai dati locali, Fermo raddoppia le vittime, da una a due, mentre calano le malattie invalidanti in tutte le Marche, -3%, ma soprattutto nel Fermano (-14,2%). “Troppe tragedie. In questo Paese – commenta Luciani – bisogna poter lavorare in sicurezza. L’unica soluzione è la prevenzione, unita alla formazione”.

Si firmano protocolli, ma è chiaro che non basta: “La sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità anche per la politica”. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al presidente dell'Anmil, ha sottolineato che si tratta di un fenomeno "inaccettabile. I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli - ha affermato - sono allarmanti, drammatici”.

Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. “Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona. Lavorare - ha concluso Mattarella - non può significare porre a rischio la propria vita”.

@raffaelevitali

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