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Impianto agrivoltaico, il NO senza confini del Fermano. "Si può fermare, è impensabile tra archeologia e belle colline" (video)

18 Febbraio 2023

di Raffaele Vitali

BELMONTE PICENO – “Quest’opera non sa’ da fare”. Le battaglia si vincono insieme e i sindaci dei piccoli comuni tra Valdete e Valtenna lo sanno bene. Ci sono partite, come quella contro il maxi impianto agrivoltaico che una società inglese vorrebbe costruire tra Belmonte Piceno e Servigliano, che vanno affrontate senza bandiere politiche ma solo quella del territorio.

“Quando abbiamo ricevuto la pec dal ministero della Transizione ecologica che annunciava l’impianto da 40 ettari, ci siamo subito mossi” spiega Ivano Bascioni che con il collega rotoni ha convocato la riunione a cui hanno risposto presente i consiglieri regionali Marcozzi e Cesetti, la provincia con il consigliere Pompozzi e tanti sindaci, tra cui Montappone, Massa fermana, Santa Vittoria, Grottazzolina, Monte San Martino, Monteleone di Fermo, Falerone.

“Non si può costruire in una zona vergine, assolata e bellissima che domina la valle dell’Ete. Impossibile solo immaginare un impianto del genere” prosegue. Uno dei paradossi di questa vicenda è che una volta ricevuta la comunicazione, i sindaci avevano a disposizione solo 30 giorni, diventati poi 60, per dire la loro: periodo che scade il 28 febbraio. “Un luogo che trasuda di storia e invece vorrebbero piantarci dei pali da 3,5 metri in un’area che sotto nasconde resti archeologici antichi”.

Un no convinto, ma nonostante questo ribadiscono compatti che “non siamo contro gli impianti agrivoltaici. Sappiamo che servono le energie alternative, eolico incluso, ma non è possibile farlo in ogni posto”. Non si sentono un gruppo di Nimby, quelli che dicono no a casa loro ma sì dal vicino, ma degli amministratori razionali che guardano al futuro della comunità.

La politica si è mossa in maniera compatta. “E tutti sono contrati, dall’assessore regionale Aguzzi ai tecnici consultati negli uffici”. Marco Rotoni, sindaco di Servigliano, è l’altro comune direttamente interessato: “Oggi riguarda noi, domani qualcun altro. Servono regole chiare. I pareri provinciali e della Sovrintendenza dimostrano che questo intervento nasce su gambe fragili. Serve una ratio, non si fa un impianto da 18 mega sotto la basilica di Loreto, ma si realizza in pianura vicino all’autostrada, per fare un esempio attuale”.

Siti idonei e non idonei, questo va chiarito a livello regionale. “Noi lavoriamo per lo sviluppo di questo territorio, non possiamo rischiare di minare alla base un percorso che ci unisce” ribadisce convinto il serviglianese che ricorda anche che “la ditta privata non ci ha mai contattato, ha fatto tuto senza ascoltare i sindaci”.

 Jessica Marcozzi, che parla a nome di assessore e governatore Acquaroli, entra nel merito del decreto del 2021 che definisce le zone adibite a certe tipologie di impianti, su tutte le cave o gli spazi vicini alle autostrade. “Di certo non zone sottoposte a tutela archeologica o ambientale. È evidente che la no idoneità è già definita dal comma 8 del decreto legislativo. Questo territorio è vicino a siti archeologici, visibili e visitabili, come quello di Belmonte che è uno dei siti piceni più importanti delle Marche”. Basterebbe quindi il ‘cofanetto’ di Belmonte per bloccare tutto. E poi ci sono altre criticità come “l’agricoltura di qualità”.

“Sono contrario da quando sono presidente della Provincia, ricordo il primo giugno 2010  e poi il 14 ottobre 2010 con l’inserimento nel Ptc con un passaggio su Valdaso e Valtenna definite aree caratterizzanti storia e produzione agroalimentare, motivo di attrazione turistica. Lo dicevo allora, lo ribadisco oggi: le regioni devono individuare le aree idonee, per cui dobbiamo essere noi a individuarle. Sono contrario al fotovoltaico nelle zone agricole. No nel mio orto, no in ogni spazio coltivabile. L’agrivoltaico devasta i territori. Meglio investire in tutte le zone artigianali, poi sugli edifici pubblici, infine sulle aree dismesse e se proprio non bastano per raggiungere gli obiettivi europei ragioneremo su zone rurali”.

Ma se come dice la Marcozzi “l’ultima parola è del ministero”, tutto si complica. Anche se l’ex assessore Fabrizio Cesetti, oggi consigliere di minoranza, la pensa diversamente: “L’articolo 117 prevede che l’Ambiente è competenza dello Stato, ma la valorizzazione dei beni ambientali è materia concorrente. Quindi la Regione può e deve mettere bocca su queste vicende. Lo dice la Costituzione, ma anche il decreto del 2021”.

E per questo l’obiettivo è trasformare la mozione condivisa in consiglio in una vera proposta di legge, che magari sarà poi impugnata davanti alla corte costituzionale, ma intanto metterà paletti chiari, tra l’altro ricalcando quella già avanzata da Lega e forza Italia. “Non possiamo dettare i criteri al Governo, ma possiamo individuare le aree non idonee. Lo ha fatto il Veneto a luglio 2022, dobbiamo farlo subito anche noi”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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