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Il sogno corre sui binari: una metropolitana di superficie da Porto San Giorgio ad Amandola

8 Febbraio 2021

FERMO - Una metropolitana di superficie lungo il percorso della vecchia ferrovia che, nella prima metà del secolo scorso, collegava Porto San Giorgio e Amandola.

L’idea di una viabilità alternativa per congiungere costa ed entroterra torna sotto i riflettori. Ce la riporta Elvezio Serena che sferza la politica locale. «Se ci fosse una volontà politica si supererebbero le difficoltà, tecniche ed economiche», dice il presidente onorario della sezione fermana di Italia Nostra, che vede nei soldi del Recovery Fund l'occasione per realizzare l’opera. «Ma bisogna fare presto, e non perdere questo ultimo treno», incalza Serena che non è l’unico a credere nel collegamento "dolce" che, per chi lo sostiene, «ridurrebbe il traffico veicolare e l’inquinamento e favorirebbe la residenzialità e l’occupazione nelle zone interne duramente colpite dal terremoto».

Un mezzo di trasporto che, secondo Serena, potrebbe essere usato tutto l’anno dai pendolari e d’estate e nei weekend anche dai turisti. Favorevole alla metropolitana di superficie s’era detta anche la Cna fermana che, in fase di campagna elettorale, l’aveva inserita tra le proposte di sviluppo del territorio, «in una visione unitaria». «La realizzazione dell’infrastruttura – spiegava l’associazione di categoria – utilizzerà il meglio della tecnologia offerta dal mercato: nella costruzione della linea, nella conduzione automatica dei mezzi, nella produzione autonoma dell’energia necessaria per la funzionalità. Le migliori soluzioni urbanistiche e architettoniche».

Di mobilità dolce s’è parlato anche in un recente incontro online organizzato dal Centro Studi Carducci. Tra terremoto e calo della natalità – il ragionamento – l’entroterra si sta sempre più spopolando. Per renderlo vivibile, servono servizi e collegamenti. Ed ecco rispuntare la metropolitana di superficie, «per collegare – ha spiegato il segretario della Cgil, Alessandro De Grazia – Campiglione all’entroterra, sfruttando una parte del vecchio tracciato della ferrovia». «Le scelte fatte finora da politica locale, regionale e nazionale – ha aggiunto – non ci piacciano. Abbiamo tutte le potenzialità per invertire la rotta».

Francesca Pasquali

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