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Il Sassatelli rilancia, la casa di riposo è sempre più struttura sanitaria: infermiere h24 e medici specialisti per i cento ospiti

19 Aprile 2023

FERMO - La second life del Sassatelli, la casa di riposo di Fermo, è un percorso ragionato e voluto, reso necessario dopo l’esperienza del Covid. A raccontare quello che sta già accadendo è il presidente Mario Liberati, che ha piglio e voglia di fare. Ma è sempre più complicato gestire una casa d riposo, anche storica ed efficiente, che ha curia e Comune come partner, come quella che dalla collina domina Fermo. “Siamo scesi fino a 16 presenze durante il Covid, ma non abbiamo licenziato nessuno e abbiamo subito le relative conseguenze economiche. Ci siamo ripresi e andiamo avanti”. Per far capire cosa significhi quel numero, i posti in realtà a disposizione al Sassatelli sono 116.

Pian piano sta tornando a cresce il numero degli ospiti. “Sono 86 quelle presenti oggi che provengono da tutto il territorio. Noi vogliamo ora cambiare marcia, vogliamo migliorare il servizio e lo facciamo fornendo un supporto medico all’interno della struttura. Non bisogna quindi più ricorrere all’ambulanza e al trasporto al Murri o in altre strutture” prosegue Liberati.

Il nuovo servizio è stato reso possibile dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, il grazie al presidente Girotti Pucci, che ci ha permesso di mettere all’interno cinque figure mediche a disposizione dei pazienti, con un determinato monte ore. “Un vantaggio per la struttura e gli ospiti”.

Il Sassatelli ha dovuto resistere anche alla carenza di personale, “perché durante il covid c’è stato un rastrellamento, soprattutto di infermieri, da parte delle strutture pubbliche. Per resistere ci siamo dovuti indebitare”. Alla fine del 2022 il ‘rosso’ era di 267mila euro. “Ora tutto migliora grazie a un ritocco delle rette e al ritorno degli ospiti”. e c’è la certezza di un riequilibrio di risorse da parte della Regione. “E questo ci permetterebbe di programmare il futuro. Che per il Sassatelli significa un infermiere h24. Dobbiamo garantire il miglio servizio aa persone fragili e deboli”.

Rivendica una elevata qualità del servizio. “Abbiamo posti di convenzionamento per Alzheimer e per demenze, oltre che per anziani non autosufficienti che altre strutture non prendono. Ma per fare questo serve personale adeguato e competente” prosegue annunciando che con il Comune sta studiando la possibilità di ricoveri temporanei, per sollevare le famiglie da incombenze anche per brevi periodi.

Altra novità, è la costituzione di un comitato di gestione “con i parenti degli ospiti che possa sistematicamente rapportarsi con l’Amministrazione e il personale per consigliare, proporre e anche impegnarsi. Insieme dobbiamo far crescere e resistere il Sassatelli, che è fatto di persone”.

Ognuno dà il massimo, a cominciare dai medici di base che dedicano un giorno a testa al Sassatelli. “Come casa di riposo abbiamo 20 posti, per figure abili, sui 117 possibili. Parliamo per gli altri di residenza protetta e residenza protetta demenze (21 ospiti hanno problemi psichiatrici). Gli ospiti sono sempre più pazienti, non autosufficienti o semi. Sia chiaro che non ci sostituiamo alle Rsa, ma operiamo in lungodegenza. Per dare supporto abbiamo infermieri ed entro l’anno copriremo tutte le ore. C’è bisogno di controlli e visite specialistiche. Da qui – conclude la direttrice sanitaria Maria Paola Volponi - il progetto che porta esperti: cardiologo, pneumologo, neurologo, fisiatra e un fisioterapista. Qualcosa di indispensabile, anche per non spostare i pazienti da una parte e dall’altra, dovendo ‘subire’ le liste di attesa. Noi garantiamo assistenza. Gli specialisti vengono una volta al mese, per ora per le necessità. Preso partiremo con i controlli per la cronicità”.

Una sfida per tutti, ma il Sassatelli sa di avere al suo fianco il sindaco Paolo Calcinaro, l’arcivescovo Rocco Pennacchio e da ieri anche un prefetto e un presidente di provincia informati dei servizi offerti.

redazione@laprovinciadifermo.com

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