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Il report. La manifattura resiste. Quarto trimestre in calo, inizio 2023 sarà difficile. Moda trainata dal valore del Made in Italy

27 Ottobre 2022

FERMO – Le previsioni dicono che in Italia l'industria manifatturiera chiuderà l’anno con un fatturato in crescita del 2,1%, un segnale positivo dopo il +15,9 del 22021. I dati sono quelli del rapporto Analisi dei Settori Industriali presentato da Intesa Sanpaolo insieme a Prometeia.

La spinta inflativa, accentuata dalla traslazione lungo le filiere dei rincari energetici, sosterrà un ulteriore consistente aumento del fatturato a prezzi correnti: +25,2% tendenziale. “Non ci aspettavamo che le imprese italiane manifatturiere fossero in grado di raggiungere questi risultati veramente straordinari", ha detto Stefania Trenti, responsabile Industry Research, Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Non va nascosto però che i dati dimostrano un forte rallentamento dell'attività negli ultimi mesi dell'anno, destinato a proseguire nella prima parte del 2023, che spingerà il fatturato manifatturiero italiano verso una contrazione dell’un per cento. Per Gregorio De Felice, Chief Economist e responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, a frenare saranno anche gli investimenti. “

Per quanto riguarda i settori industriali e il manifatturiero italiano - ha evidenziato -, lo scenario ha visto il primo semestre di quest'anno molto buono con una crescita ancora forte, in rallentamento rispetto all'eccezionale 2021 ma comunque con un andamento più che positivo. Il rallentamento più grosso" si avrà "nel quarto trimestre" e "proseguirà il prossimo anno. Pensiamo che nella primavera del prossimo anno le banche centrali possano prendersi una pausa dopo questa corsa a stringere sui tassi di interesse, per vedere se obiettivamente la loro manovra ha avuto o meno effetto".

Secondo il report, lo shock inflativo in atto e il contesto di forte incertezza a livello mondiale impatteranno sulla capacità di spesa di famiglie e imprese con effetti negativi su consumi e investimenti, solo in parte controbilanciati dal sostegno del Pnrr. In previsione, il 2024 sarà l’anno che consentirà un recupero dell'attività manifatturiera, sia pure moderato, nell'ordine dell'1,9% a prezzi costanti.

In base ai dati, pochi settori manterranno un'intonazione positiva nel 2023, a iniziare dalla farmaceutica e dai settori più attivati dalla transizione digitale ed energetica, elettronica ed elettrotecnica. Inferiore alla media manifatturiera il calo dell'alimentare e bevande, sostenuto da una componente di spese incomprimibili e gli autoveicoli e moto, dopo la mancata ripartenza del mercato interno nel 2022.

Due gli choc che impattano secondo Alessandra Benedini, principal di Prometeia: quelli legati alla crisi Covid su cui si sono innestati quelli conseguenti all'invasione dell'Ucraina. I cali più consistenti nel 2023 riguarderanno i produttori di durevoli per la casa, mobili ed elettrodomestici, e i produttori di intermedi, soprattutto metallurgia e intermedi chimici.

Tra i settori più in difficoltà anche il sistema moda che potrà però contare sulla specializzazione del Made in Italy nell'alta gamma, segmento meno colpito dalle difficoltà di reddito. “Restano nel complesso favorevoli le prospettive per i settori intermedi attivati dal ciclo delle costruzioni che, sebbene in rallentamento, continuerà a restare trainante”.

r.vit.

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