di Raffaele Vitali
FERMO – Piano vaccinale. Tra prenotazioni che si aprono, “in attesa di vaccini intanto coinvolgiamo la popolazione”, prenotazioni che si rinviano e prenotazioni confermate, sul tavolo restano i numeri. Anche se c’è chi racconta realtà, in particolare politici tra Fermano e Piceno, che poi non combaciano nei fatti.
Le Marche, come noto, sono molto brave a somministrare i vaccini anti Covid 19 che hanno. Purtroppo mediamente pochi, ma il 34,9% della popolazione è stato raggiunto. In questo contesto, ecco i numeri ufficiali riferiti alla settimana appena terminata. Quello che emerge è che Fermo è nettamente ultima, ben lontana anche da Ascoli Piceno.
Tra i tanti numeri, il più importante è quello della percentuale di popolazione vaccinata. Nel Fermano è stato raggiunto il 30,7%, 45675 cittadini sui 148563 previsti, ovvero quelli over 16. E ad Ascoli Piceno? La percentuale sale al 35,1%, 63mila su 179mila abitanti.
Fermo e il suo circondario sono la provincia con il più basso livello di vaccinazione, che è rallentata nelle ultime settimane, basta guardare il dato della fascia 60-69 con Fermo al 31% contro il 44% di media regionale. E per fortuna che i sindaci dei comuni lontani da Fermo che hanno aperto centri vaccinali hanno cominciato a rendersene conto, alzando con forza la voce durante l’incontro con la direttrice Nadia Storti. Ad Ancona la percentuale raggiunge il 38%, a Pesaro il 35,5, a Macerata, che non brilla a sua volta, il 31,3%.
Qualcosa deve cambiare, le dosi devono arrivare in egual misura in ogni provincia della regione, evitando spostamenti improvvisi di fiale che poi costringono il sistema a rincorrere. Questo sarà uno dei compiti principali del nuovo direttore generale dell’Asur 4, ma questo deve essere anche quello della politica fermana e di chi rappresenta il territorio in Regione.
