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Il report di Politecnica e Confindustria Marche fotografa la paura russa: le aziende tagliano gli investimenti

9 Maggio 2022

FERMO – Il quadro economico della Regione, da poco considerata in transizione dall’Europa e quindi meritevole di aiuti speciali, lo disegna Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche.

"Stiamo risentendo pesantemente dello shock causato dalla pandemia, ma nel 2021 l'industria manifatturiera regionale ha registrato segnali di evidente ripresa". I numeri sono quelli del Rapporto 2021 sull'industria marchigiana seguito da un accordo con Intesa San Paolo.

“In questo quadro saranno cruciali le politiche pubbliche del Governo italiano e delle istituzioni europee, volte a ridurre gli effetti economici della guerra su imprese e famiglie, ma fondamentale sarà anche il ruolo della Regione per migliorare il contesto in cui operano le imprese e per stimolare una più alta crescita degli investimenti" ribadisce Schiavoni rivolgendosi al presindete Francesco Acquaroli.

Nel 2021 l'attività produttiva dell'industria marchigiana ha registrato un incremento del 9,2% rispetto al 2020, risultato meno brillante di quello rilevato a livello nazionale. A livello settoriale spiccano i sensibili incrementi del legno e mobile (+23,1%), della meccanica (+14,1%) e dei minerali non metalliferi (+10,8%).

Più contenuta la crescita per gomma e plastica (+6,5%), alimentare (+3,7%), tessile abbigliamento (+1,8%) e calzature (+1,8%). In ripresa anche l'attività commerciale complessiva dell'industria marchigiana nel corso del 2021: l'andamento delle vendite in termini reali ha registrato una crescita del 10,1% rispetto al 2020, con andamenti positivi sia sul mercato interno (+13,5%), sia sul mercato estero (+6,5%).

Confindustria in questo quadro rivendica un ruolo: “Il compito, insieme con tutti gli stakeholder che hanno a cuore la ripartenza del nostro sistema economico è quello di accompagnare e spingere quante più imprese ad intraprendere percorsi di sviluppo rivolti a potenziare le competenze, la capacità di competere sui mercati, cogliere le sfide della trasformazione digitale e green, poste al centro anche delle strategie europee per la ripresa”.

Tornando al report, stando al ‘sondaggio’ tra le imprese, nel 2021 gli investimenti sono aumentati del 5,3% rispetto al 2020, a fronte del calo del 12,3% registrato nel 2020 sul 2019. Investimenti per lo più in beni strumentali ad elevata tecnologia. Fortemente differenziato il quadro delle variazioni registrate tra le diverse tipologie di investimento. In aumento, rispetto al 2020, la componente fissa (18,4%), con un significativo aumento degli immobili (44,9%), degli impianti e macchinari (13,6%) e mezzi di trasporto (26,1%).

Sul lato immateriale, in calo la spesa in hardware e software (-6,7%) e in ricerca e sviluppo (-5,6%). In aumento invece pubblicità e promozione (3,6%) e formazione (14,9%). Le previsioni per il 2022, formulate in concomitanza con un miglioramento a livello pandemico, ma all'inizio degli eventi bellici in Ucraina, sono orientate verso un ridimensionamento della spesa complessiva (-7,3%).

Secondo i piani aziendali, la spesa per investimenti dovrebbe rallentare in tutte le componenti, tranne marginalmente nelle attività di ricerca e sviluppo.

redazione@laprovinciadifermo.com

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