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Il prof Temperini detta la linea, La Pira guida il pensiero: "Bisogna unire i servizi dei comuni, ce lo spiegherà anche Zamagni"

16 Marzo 2024

FERMO – L’associazione Giorgio La Pira ha vissuto mesi impegnativi, ricchi di incontri, che hanno coinvolto tutta la provincia, da Monterubbiano a Falerone passando per i due perni, Fermo e Porto San Giorgio. “Come obiettivo ci siamo dati quello di sensibilizzare i cittadini su alcune questioni, consapevoli che fare rete è fondamentale. Di certo tra i due comuni principali, almeno a livello di servizi” introduce Giovanni Lanciotti.

L’incontro con il dottor Zechini, ex dirigente di polizia, in uno degli incontri ha parlato di polizia locale intercomunale, “da qui dovrebbero partire Fermo e Porto San Giorgio”. Accelerare sull’unificazione è un errore, “se poi non la caliamo sulla realtà, restiamo alle parole”.

Chissà se simbolicamente l’inaugurazione del ponte aiuterà anche il percorso socio – politico. “Noi vogliamo andare oltre l’opera pubblica, colleghiamo in maniera concreta due comuni. Quello che attraverso incontri di livello che noi abbiamo organizzato, pensiamo anche alla digitalizzazione che andrebbe condivisa” prosegue.

Al presidente Maurizio Temperini il sunto dell’azione, che è stata divisa in due cicli biennali di iniziative. “Non è un utopico Giorgio La Pira, a meno che non sia legato al suo significato di creare ambienti che guardano oltre i propri limiti e confini. E allora sì che è stato utopico”.

Lo muove la ‘cultura del bene’ a Temperini, che ora cerca di condividere con il territorio. “Abbiamo parlato di denatalità, 57 nati a Porto San Giorgio in un anno, i giovani portano in giro i cani e non le carrozzine. A Fermo sono 214 i nati. Pochi anni fa erano 150 e 400. Dobbiamo quindi agire sulle nuove generazioni, aiutandole nei servizi basici”.

Secondo tema chiave affrontato è la sostenibilità. Terzo tema affrontato è stato quello della trasformazione digitale, unendo teoria e pratica. Si conferma più moderno Temperini, coni suoi 80 anni, di tanti giovani amministratori: “Dobbiamo spingere affinché anche gli anziani si possano muovere al meglio all’interno delle tecnologie”. Per riuscirci, sarebbe utile quantomeno un apparato amministrativo unico e poi economie interne e servizi.

Questo in attesa del nuovo incontro il 21 marzo alle 21.15 nell’auditorium della parrocchia di Gesù Redentore a Porto San Giorgio. “Le democrazie occidentali stanno in forte difficoltà, le persone non vanno a votare, la percentuale si ferma poco sopra il 50%. C’è un vuoto tra apparato rappresentativo ed elettori, in particolare nella fascia 35-60 anni. Le persone non si sentono rappresentati e così nascono liste civiche con figure improvvisate. Per cui dobbiamo ridisegnare la nostra democrazia. E noi lo facciamo con Stefano Zamagni e Marco Marcatili”.

L’economista parlerà di ‘democrazia deliberativa’. “Che non significa ritrovarsi  per parlare di un’opera o un bilancio, ma di creare una vera partecipazione che diventi deliberativa, partendo dal dialogo che come diceva Socrate diventerà verità” prosegue il presidente.

Chiosa finale per Alberto Giammarini: “Il mio prof di tossicologia forense mi disse che ogni farmaco può diventare veleno. Se il confronto democratico è farmaco per la cittadinanza per i servizi più efficienti, per migliorare sanità e decoro, l’interpretazione della politica in maniera egocentrica, di entrambi i lati, diventa veleno. Noi siamo un gruppo di persone impegnate che mirano a creare reti, a ogni livello. Ma servono maggioranza e opposizione responsabile che mirano al farmaco e non al veleno”.

r.vit.

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