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Il primario Sprovieri: "Miopia e congiuntiviti allergiche, attenzione ai bambini. Così proteggiamo gli occhi"

16 Aprile 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Carlo Sprovieri è il primario del reparto di Oculistica all’ospedale Murri di Fermo. Una squadra di 25 persone che non si è mai fermata, neppure nel momento più difficile per l’ospedale.

Sprovieri, come è cambiata la sua attività in tempo di pandemia?

“A dire la verità, grazie al sostegno della direzione che ha realizzato una logistica efficiente, avendo un reparto ‘riservato’ e lontano dall’area Covid abbiamo ridotto, ma mai interrotto l’attività. Abbiamo puntato sui casi complessi e urgenti, mantenendo anche gli interventi programmabili”.

Quindi per lei le sale operatorie non si sono chiuse?

 “Avendo una sala autonoma abbiamo proseguito, tamponando ogni paziente: attenzione molto alta con percorso organizzativo in sicurezza. Chirurgia della retina, del glaucoma, le punture per maculopatia, che peggiora altrimenti, le operazioni più continue”.

Ha mantenuto anche l’ambulatorio?

“Riorganizzando gli spazi, creando degli slot precisi. Prestazioni A e B sono state garantite e gli esami diagnostici collegati alle patologie principali. A spanne il calo dell’attività è stato intorno al 30-40%”.

Dottor Sprovieri, tra Dad e smart working, quanto impattano monitor di ogni tipo sugli occhi?

“Una serie di pubblicazioni, uno studio cinese e uno italo-americano, hanno dimostrato un aumento di miopia del 30%. In Toscana hanno fatto uno studio che lo ha confermato a sua volta. Ambienti scarsamente luminosi, monitor, vicinanza prolungata sono i fattori. Tutto questo rischia di essere il problema del futuro. La miopia, su scala mondiale, si è triplicata, potrebbe essere interpretabile come un adattamento dell’occhio a un nuovo tipo di vita quotidiana. Vedete, l’occhio usa uno zoom per mettere a fuoco l’immagine da vicino, il miope è già fuoco. Paradossalmente è perfetto per Dad e smart working”.

Come si possono rilassare gli occhi, ci sono degli accorgimenti?

“La medicina preventiva parla di una pausa almeno ogni ora di attività, dieci minuti in cui distogliere la vista da un monitor, magari all’area aperta. Non si può sempre stare concentrati. E poi, fondamentale, avere una buona illuminazione nella stanza”.

Attenzione ancora più alta con i bambini?

“Conta moltissimo per chi è in via di sviluppo. Posta la genetica miopica ereditata, il tipo di attività fa veramente la differenza, tanto è vero che gli studi più interessanti fatti sui gemelli dimostravano differenze cospicue di sviluppo di miopia tra il fratello studioso e lettore da quello sportivo”.

Quali patologie ha visto aumentare?

“Non qualcosa di diretto, sicuramente ho visto diminuire le patologie. Perché le persone bloccate dalla paura si sono curate un po’ di meno. Da settembre ottobre si era normalizzato il flusso, poi è arrivata la seconda ondata”.

Lei è arrivato tre anni fa per rivoluzionare il reparto e portare nuove competenze, cosa è riuscito a fare e cosa vorrebbe ancora provare a migliorare?

“L’azienda mi è stata vicino e ha cercato, compatibilmente con i tempi tecnici, di dotarmi di macchinari. Ho avuto le risposte che volevo. Siamo in linea con le migliori oculistiche marchigiane e anche italiane. Quello di cui sono più orgoglioso è che si è creato un gruppo di oculisti giovani molto preparati e affiatati. E questo ci fa lavorare al meglio. Riusciamo a fare buone cose con professionalità complementari, in particolare un centro retina che fa chirurgia ad altissimo livello. Nessuno, se non per scelta personale, ha bisogno di andare via da Fermo per curare qualsiasi patologia di qualsiasi gravità. Questo è un obiettivo raggiunto. C’è poi il trapianto di cornea, che è consistente nella nostra attività grazie a nuove tecniche. E questo vale per il glaucoma. Obiettivo che resta è quello di potenziare la parte pediatrica, nei limiti di un ospedale generalista”.

Quante persone guida?

“Sei medici più il primario e una ventina di infermieri. I numeri mi soddisfano”.

Questo periodo ha permesso anche al suo settore di evolversi, di fare ricerca?

“Collegato al Covid, a parte un aumento di congiuntiviti, non abbiamo avuto particolari spunti di riflessione. Il primo a scoprire il Covid al mondo è stato un oculista. E si è capito che è fortemente frequente trovare il virus nelle lacrime”.

C’è qualcosa a cui dobbiamo stare particolarmente attenti?

“La congiuntivite è uno dei primi sintomi e quindi dovevamo avere accortezza per un’anamnesi accurata. Sono cresciute le congiuntiviti allergiche, con i disinfettanti delle mani capita spesso di toccarsi gli occhi. E questo ha influito sullo svilupparsi di allergie. E un’altra cosa ha creato problemi, il continuo mix di aria piena di anidride carbonica con le mascherine. Chi ha secchezza oculare ha aumentato fastidi e bruciori. Quindi colliri lubrificanti per tutti e colliri antistaminici se necessario. Attenzione a non toccarsi con le mani igienizzate, prima laviamocele”.

Estate alle porte, occhi più stanchi, vanno protetti ancora meglio?

“Sicuramente questo riguarda ogni estate. Bisogna proteggersi da un sole sempre meno filtrato. Non risparmiamo sugli occhiali, devono essere a normativa CEE e con un buon grado di protezione da ultravioletto”.

@raffaelevitali

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