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Il primario Cola: "In Rianimazione nove su dieci non sono vaccinati. Basta parole, mascherina e subito terza dose"

8 Novembre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – “Insulti, lettere, minacce, avvocati che chiedono di curare gli assistiti con l’aceto di mele: siamo alla follia, ma di certo non mi ci metto a discutere, per fortuna la legge dello Stato non prevede terapie su richiesta del malato”. Luisanna Cola è la primaria di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Murri di Fermo. In prima linea con il collega Giorgio Amadio combatte contro la pandemia per salvare più pazienti possibile. Pazienti che tornano a salire.

“I posti di terapie intensive per i Covid sono pieni. Abbiamo tre letti a disposizione, occupati da quasi un mese alternando persone, a cui si aggiungono 17 ricoverati in malattie infettive. Possiamo arrivare a quattro con la nuova ala di rianimazione inaugurata ad agosto. I numeri dei ricoveri dipendono anche dal personale che ho a disposizione”.

Primaria Cola, il personale a sua disposizione è sufficiente?

“Ogni posto comporta un turno intero di infermieri, quindi cinque figure che si alternano. Noi abbiamo sette letti occupati, con 4 infermieri a turno invece di 3. E serve un medico ogni otto posti. Nelle Marche i pazienti Covid sono gestiti tra Pesaro, Ancona, Fermo e San Benedetto. In questo modo c’è un uso migliore degli spazi. C’è uno scambio dentro l’Asur, chi può dà una mano all’altro”.

Dottoressa, tra i Covid in rianimazione ci sono vaccinati o non vaccinati?

“Ho entrambe le tipologie. I pazienti vaccinati sono quelli che non sono arrivati in tempo alla terza dose, che è assodato vada fatta allo scadere del sesto mese. Il sistema prevede la terza dose per l’immunodepresso, che è quello che è finito in rianimazione anche con vaccino, pazienti che non esprimendo correttamente l‘immunità rimangono scoperti. Poi c’è il booster, che si fa a chi non ha una stretta necessità, non avendo una caduta di immunità, ma che serve a tutti. In questo momento abbiamo una grande disponibilità di dosi, pronte per anziani, operatori e chiunque ha superato i sei mesi. Tra l’altro, non bisogna neppure prenotarsi”.

Terza dose quindi inevitabile?

“Dovremmo cominciare a chiamarlo vaccino annuale. Per l’influenza noi sappiamo che dura un anno, per il Covid non ci sono ancora certezze temporali”.

Questo ‘richiamo ulteriore’ fa dire agli oppositori, ai no vax, che ‘siamo cavie’. Come risponde?

“È dall’epoca di Parmenide che si sceglie la via della ragione o della supposizione, dell’opinione. Io preferisco la ragione, uso la testa e non i sensi. Vero che i numeri si possono interpretare, ma non esageriamo. È palese che un paziente vaccinato su dieci non vaccinati finisce in terapia intensiva. E il vaccinato rientra nella quota che non risponde al siero, esperienza comune da centinaia di anni”.

Vaccino sicuro?

“Con 45 milioni di vaccinati in Italia, se anche lo 0,1% non reagisse, avremmo 4500 pazienti ricoverati. E invece… Questi vaccini sono sicuri, non danno effetti collaterali particolari. Non esiste il rischio 0 in nessuna attività umana. È più pericoloso dormire che vaccinarsi, lo sapevate? Muoiono più persone dormendo, eppure nessuno pensa di stare sempre sveglio. Chi invoca la copertura 100% mente di sapendo mentire o studia su Facebook, il luogo delle certezze. Ma se il personale che lavora è tutto vaccinato, non basta come prova?”.

Come si convincono i no vax?

“C’è il pauroso, su cui possiamo lavorare. E poi c’è chi vive nel suo delirio. Purtroppo la paura, non presa per tempo diventa panico. Nonostante ciò siamo uno dei migliori paesi, per questo mi ritengo soddisfatta di quanto raggiunto. Non abbiamo visto 50enni in ospedale con il vaccino, chi arriva ha caratteristiche chiare: non vaccinati o immunodepressi con patologie o vaccinati con bronchite cronica molto grave per cui basta un nulla per scompensarla”.

Dottoressa, parliamo di cure?

“Non si vincono le pandemie aeree senza prevenzione primaria. Quindi, per prima cosa non infettarsi. Noi che abbiamo tre dosi e tampone ogni tre giorni portiamo la mascherina sempre. Fastidioso farlo, unico sistema per evitare di contagiarsi e contagiare. Il virus è ancora in fase pandemica: per cui ben vengano cinema, teatri e palasport ma con le dovute attenzioni. Chi non fa attenzione nell’uso dei Dpi si trova in condizioni pesantissime, dalla Russia al Belgio, dall’Olanda alla Gran Bretagna. Chi non applica le misure di contenimento rischia”.

Tamponi per il green pass, cosa ne pensa?

“Il tampone rapido del green pass a fronte di uno 0,4% di positivi, diventa 7,4% con il molecolare. L’antigienico rapido non dà garanzie. Non è che chi non è vaccinato e fa il tampone è più sicuro. Il vaccinato è più difficile che si porti dietro il virus più a lungo. Se poi usiamo i tamponi rapidi per fare lo screening sulla popolazione non vaccinata, perdiamo almeno il 7% dei positivi”.

Tampone, fotografia irreale?

“Economia e salute devono correre insieme. L’unico test veramente affidabile è il molecolare. Quello antigienico rapido ha senso se fatto tutti giorni per il lavoro, se è per andare in discoteca o a una cena è fallibile”.

Quindi?

“Noi consigliamo di vaccinarsi. Il vaccino è sicuro, eventuali conseguenze, pericardite e miocardite, sono forme benigne che recedono. Mentre una miocardite da Coronavirus è mortale”.

Dottoressa cola, ma perché tante voci contrarie?

“In realtà, è che quando raglia l’asino fa più rumore di tutta la fattoria”.

Preoccupazione per la quarta ondata?

“I medici si preoccupano quando non sanno come curare le malattie. Quindi, paura di non poter curare chi ha diritto di essere curato, dagli oncologi ai cardiopatici a chi deve fare interventi programmati. Ci sono diversi farmaci, ma nessuno risolve la malattia. Può essere che si abbia paura del vaccino e non dell’antivirale? La sonda Rna la usiamo da 20 anni, spieghiamolo bene anche questo”.

Più pazienti, cosa accade al suo reparto?

“Che dalla prossima settimana riduciamo una seduta operatoria al giorno. Questo significa rispondere un po’ meno alle necessità. E più cresce la curva e più ridurremo l’ordinario, la gente che non si vaccina questo lo deve sapere, incide anche su chi sta male”.

Tempi ridotti in rianimazione, virus più debole?

“L’impressione è questa. La buona notizia per ora è questa. Nella seconda ondata abbiamo visto situazioni catastrofiche respiratorie dovute al Covid. Ora, incrociando le dita, il polmone è meno aggredito. Poi ci sono i pazienti che evolvono rapidamente al peggio, i più fragili”.

Molti pensano che il Covid non li colpirà mai, perché giovani e forti.

“Il virus comanda, non ha né servi né padroni. Prende chiunque. Non solo fragili, poveri e malati. Soprattutto, se non si è vaccinati colpisce con facilità”.

Dottoressa, cosa dire a chi non ci crede?

“Che la mortalità è molto più alta tra i non vaccinati. Dobbiamo dirlo. Dobbiamo smettere di usare la malattia per scopi politici. Basta con messaggi sbagliati. Quando mai la politica ha questionato sulle cure al cancro. Questo non è accettabile, non si può usare la malattia del Covid per consensi. Non ci può essere una corrente politica sul vaccino. A parlare deve essere lo scienziato, basandosi sulla statistica, che è il primo esame di medicina. Torniamo ai criteri inequivocabili non alterati”.

La primaria Cola con il suo staff

Ricoverati con o senza vaccino, non sarebbe un numero giusto da dare?

“In realtà questi numeri ci sono e sono pubblici. Ma tanto i ‘no vax’ non li convinci in nessun modo. Dovremmo stare tutti molto zitti e fidarci della scienza ufficiale. C’è chi non ci crede e non ci crederà, inutile scendere in mezzo alle diatribe. Solo la statistica risponde. Il vaccinato muore meno, contagia meno, si ammala meno grave. il non vaccinato muore, si ammala di più e in modo più grave, contagia di più. Alternativa al vaccino non c’è, quindi vaccinatevi. Il rischio senza copertura è più alto, la percentuale è uno a dieci”.

E poi si sono vaccinate 4miliardi di persone.

“Purtroppo chi studia e cerca di informarsi in modo corretto, seguendo le vie ufficiali dell’informazione, si deve giustificare con il mainstream della gente che si basa sul sentito dire e facebook. Ma, vorrei si chiedessero le persone, chi trovi in ospedale, quello che ti dà l’aceto di mele o il dottore che è qui pronto ad aiutarti, rischiando personalmente la sua vita ogni giorno?”.

Cola, ultima domanda: che fare con i bambini? Vanno vaccinati?

“L’under 12 esprime in modo molto meno grave la malattia e in percentuale bassa. Se la malattia non fosse diffusibile per malattia aerea potrebbero non vaccinarsi. Ma dove ci sono pochi vaccinati, i bambini si stanno ammalando gravemente, vedi Russia e Romania. il virus cerca un ospite, per cui vaccinando anche i più piccoli riduciamo la diffusione del virus, rendendolo endemico. Solo così potremo controllarlo e salvaguardare gli ospedali, la sanità e quindi le cure ai pazienti no Covid. Che sono tanti”.

@raffaelevitali

LA MASCHERINA NON E' UN GADGET

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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