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Il presidente Bonomi e due sottosegretari a Fermo. Luciani, Confindustria, incassa due promesse: taglio di 5 punti del cuneo e Zes

9 Dicembre 2022

di Raffaele Vitali

FERMO - Una mattinata per discutere del ‘Caro Lavoro’.  Questo il tema scelto da Fabrizio Luciani, presidente di Confindustria Fermo, per discutere con il numero uno dell’aquilotto, Carlo Bonomi, il Governo, due i sottosegretari presenti al Teatro dell’Aquila, e i vertici della regione Marche, politici ed economici.

“Bentornata Confindustria Fermo” esordisce il sindaco Paolo Calcinaro. “Fermo è piccola, ma questo permette di dialogare davvero con la comunità. Se non si interviene sul cuneo fiscale, non servono i bonus energia. Serve una misura stabile per rimettere liquidità. Oggi c’è paura di spendere e questo poi finisce per bloccare la produzione”. Vorrebbe essere anche propositivo, ma i nodi sono troppi: “Non si può fare impresa senza infrastrutture, senza collegamenti. Noi politici siamo di passaggio, gli imprenditori no. Loro meritano un miglior collegamento con il resto del mondo. Ci sono impegni, ma chiedo di essere rapidi e soprattutto di muoverci uniti per garantire il futuro al territorio. Ma bisogna rivedere il codice degli appalti, altrimenti anche una città come fermo che ha circa 70 milioni da prendere con il Pnrr resterà bloccata”.

Ascoltano gli imprenditori con in testa Bonomi, che ha in mente il suo intervento di chiusura, ma prende appunti e coglie gli stimoli. Che arrivano anche dal prefetto Michele Rocchegiani, “parlare di capitale umano come valore sostenibile in un territorio in cui la formazione artigiana, la competenza e l’inventiva hanno svolto un ruolo chiave, è una vera sfida”, ma soprattutto da Roberto Cardinali, presidente di Confindustria Marche. Che a Fermo gioca in casa, visto che ci vive.

“Siamo fanalino in Italia come formazione dei giovani. Abbiamo due milioni di persone tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Un tasso di laureati tra i più bassi del continente. E soprattutto, ultimi dati, un giovane su quattro è a rischio abbandono scolastico a causa della Dad. Numeri meno pesanti nelle Marche, ma avvertiamo il problema della mancanza di risorse e competenze adeguate. Il famoso mismatching delle competenze. Tra novembre 2022 e gennaio2023, il 16,1% prevede di assumere 30mila nuovi addetti, 2700 nel Fermano. Ma il 49,5% di queste figure saranno di difficile reperimento. I giovani non trovano attrattivo il mondo dell’impresa, dobbiamo impegnarci tutti”.

Proprio per questo il presidente Luciani ha voluto come tema toccare quello del ‘Caro Lavoro’, per affrontare una questione di stingente attualità (leggi intervento). E la tavola rotonda, arrivata dopo venti minuti spumeggianti di Piero Massimo macchini in versione guru – formatore, è entrata a nel dettaglio. Sollecitati da Barbara Capponi i due esponenti del Governo si sono lasciati andare a importanti promesse. La prima è quella di Lucia Labano, sottosegretaria al Mef: “Il nostro obiettivo è lavorare sul cuneo fiscale e ridurlo di cinque punti. Renderebbe le aziende più competitive”.

La seconda arriva dal sottosegretario Bitonci, ministero per il Made in Italy: “Bonomi ha criticato giustamente la manovra di Bilancio, ma è un inizio. Un lavoratore che prende mille euro, al datore ne costa 2200. Dobbiamo riallineare le basi contributive”. Ma anche il presidente Acquaroli è chiamato a esporsi sulla Zes, chiesta con forza da Luciani, che lo stesso Bitonci ha ribadito essere una misura importante per la ripresa. “Come lo saranno i fondi che non abbiamo potuto mettere, ma inseriremo presto, per Industria 4.0 e la nuova Sabatini che le imprese attendono con ansia”.

Acquaroli è chiaro: “La Zes era in fase di studio. Non è qualcosa di definito e quindi bisogna capire dove si investe per creare più occupazione. Poi c’è un margine di scelta politica. Questo è u territorio che ha sofferto, con la Camera di Commercio la pianificheremo”. E in contemporanea, se il Governo confermerà le risorse, partiranno i voli di continuità dall’aeroporto di Ancona verso Milano e Roma.

Un aiuto a tutto il sistema economico lo garantirà Gino Sabatini che ha portato le Marche nel board di Assocamere Estero, il che significa politiche di internazionalizzazione. E non solo “a giugno avremo nelal nostra regione l’assemblea internazionale di Assocamerestere. La gestiremo con Atim e Svem, con cui stiamo anche lavorando per definire al meglio l’uso delle risorse europee”. Il nome di Andrea Santori, presidente Svem, torna spesso, Acquaroli ci crede nella società affidata all’imprenditore fermano. e Santori è stato anche l’uomo che ah agevolato la nascita del Confidi unico, “strumento fondamentale le per il credito e il sostegno alle imprese” come ricorda sollecitato da Barbara Capponi il direttore Mariani.

Il messaggio finale lo regala l’onorevole Albano, riprendendo un concetto di Sabatini: “L’Italia centrale tornerà fondamentale solo se sarà una questione centrale per l’Italia”. E questa garanzia l’ha data anche Carlo Bonomi nel suo lungo intervento, molto duro verso le ultime scelte di Governo, ma anche di grande fiducia per le Marche e Fermo. “Questa Confindustria torna pienamente all’operatività, dopo la tentata fusione con Confindustria Ascoli. Non è una vicenda da guardare con amarezza. Abbiamo passione infinita, ma commettiamo errori. La differenza è che noi sappiamo riconoscerli e ne facciamo tesoro per andare avanti meglio. Tanti li commettono e non li ammettono e continuano a compierli”.

Per questo ha fiducia nel futuro Bonomi, che richiama un discorso di Ezio Vanoni, ministro di De Gasperi, il padre della dichiarazione dei redditi.” Intervenendo a Camerino nel 1952 raccontò che era stato mosso non dal desiderio di crescere l’incasso dello Stato, ma dalla certezza che la classe dirigente ha il dovere di dimostrare il miglior uso del loro denaro dovuto allo stato. ‘Se non chiederemo alle imprese ciò che possa ostacolare la crescita e accompagneremo la crescita del reddito dei lavoratori, se lo faremo non ho dubbi che porteremo le Marche al primato di crescita’. Sono passati 70 anni, ma sono parole moderne e attuali. Ma nonostante tutto l’Itala ce lo farà grazie agli imprenditori italiani”.

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