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Il porto di Ancona punta la 'Nuvola di mare'. Brasili: "Il prototipo funziona, serve una società che sviluppi il raccogli plastica"

8 Ottobre 2020

PORTO SANT’ELPIDIO - Non s’è montato la testa, Matteo Brasili. Dopo la vittoria del James Dyson Award, il quasi 26enne di Porto Sant’Elpidio resta coi piedi per terra.

Una cosa, in questi giorni, dice di averla capita: la celebrità non fa per lui. Un’eccezione l’ha fatta stamattina, per ricevere la targa che il sindaco ha voluto consegnargli a nome della città. Della sua “Nuvola di mare”, il raccogli-microplastiche che si aggancia alle imbarcazioni e che gli è valso la versione italiana del prestigioso premio dedicato agli studenti di design, avevamo scritto in una recente intervista al vincitore (LEGGI). Che da sette anni vive a Milano e che, sul suo futuro, ha le idee chiare.

«Vorrei che a parlare fossero i miei progetti. Ho capito – dice – che stare sotto i riflettori non mi piace. Tra un paio d’anni vorrei trasferirmi a San Diego e occuparmi di progetti per migliorare la vita dell’uomo». Prima, però, vuole perfezionare la sua invenzione e metterla in commercio. «Non sono nato per fare start up – spiega –, mi piace creare e inventare cose nuove, anche in ambiti diversi. Vorrei trovare un ente o una società che possa sviluppare questo progetto e applicarlo alla vita reale e poi dedicarmi a qualcos’altro».

L’eco del premio sta facendo effetto. La settimana scorsa “Nuvola di mare” era esposta alla “Week design” di Milano. Il telefono di Brasili ha cominciato a suonare. I primi contatti arrivano dal porto di Ancona: una società che si occupa di ambiente e alcune realtà no-profit. L’idea è di migliorare l’invenzione e di venderla proprio ai porti, dove i pescatori potranno affittarla. Gli stessi che il giovane designer ha studiato per la sua tesi di laurea. Soprattutto quelli marchigiani, dove ha parlato con chi esce in mare ogni giorno e ha capito che, a loro, riportare indietro la plastica abbandonata non conviene. Da qui l’idea del parabordo raccogli-microplastiche che, con una corda, si aggancia all’imbarcazione e che, una volta tornati in porto, può essere svuotato.

«L’obiettivo – spiega Brasili – è mettere in rete pescatori, porti e aziende che riciclano plastica. Si potrebbe pensare a un incentivo per i pescatori, per riportare la plastica a riva, innescando un circolo virtuoso in cui tutti guadagnano, soprattutto l’ambiente». Il prototipo è in Tpu, una plastica gommosa. Per la produzione, il giovane pensa a un tipo plastica che aiuti l’impollinazione in acqua. Brasili presto tornerà a Milano, dove si è laureato alla Naba, la Nuova accademia di belle arti.

Gli anni milanesi gli hanno fatto perdere la “calata” fermana, ma – assicura – è solo una maschera per gli appuntamenti ufficiali. Che in classe non era uno studente modello, lo ammette lui stesso. Racconta che, in questi giorni di celebrità, l’hanno chiamato gli insegnanti della “De Amicis” e della “Galilei”, dove ha studiato prima di iscriversi all’Iti “Montani”, la scuola che gli ha «insegnato a ragionare». «Un barlume di speranza in mezzo al buio – chiosa il sindaco Nazareno Franchellucci –, in un momento in cui siamo chiamati a raccontare tante negatività».

Francesca Pasquali

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