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Il piano di Azione per la sanità di Fermo. Craia: "Il nuovo ospedale diventi un polo di ricerca universitario"

12 Luglio 2021

FERMO – Approccio calendiano per Germano Craia e la sua squadra: numeri, slide e proposte. E parlando di sanità, Azione schiera anche medici, a cominciare da Alberto Viozzi, ma sono in tanti in realtà che hanno dialogato anche con medici tedeschi e francesi.

Germano Craia è il coordinatore provinciale del mondo di Calenda nel Fermano. Come prima sfida ha preso quella della sanità. “Un punto nevralgico della politica regionale e locale. La maggior parte del bilancio va nel sistema sanitario” è la premessa dell’imprenditore che si muove tra Parigi e Monte Urano, dove è stato anche candidato sindaco.

 “Abbiamo scelto di puntare sui contenuti e abbiamo creato un piano di un centinaio di pagine”. Slide dopo slide partendo dall’oggi e ragionando sul futuro, la visione di Azione si chiude dentro il nuovo ospedale. “Due piani strategici: investimenti nell’immediato e altri dal 2024, quando Campiglione sarà operativo”.

I nodi sono noti: pronto soccorso sottodimensionato; carenza di personale; liste di attesa lunghe che raggiungono gli otto mesi; emodinamica promessa e mai avviata.

“Cominciamo con il raddoppiare la struttura del pronto soccorso e proseguiamo con l’assunzione di 45 persone tra infermieri e medici”. Questa la base, per poi inserire emodinamica e chirurgia robotica. “E poi – riprende Craia affiancato da Luca Marinucci – servono 75 posti letto per malattie infettive, con tanto di letti di rianimazione. Il tutto in uno spazio staccato dal resto dell’ospedale”.

In vista del nuovo nosocomio, Azione ha le idee chiare. E quando parla il partito di Calenda c’è anche Alessandro Bargoni, oltre al presidente della commissione sanità Nicola Lucci. Pungolo per il gruppo, ma per tutto il sistema in generale, è Bruno Nepi, presidente del neonato comitato per la sanità fermana.

“Chiaro che il nuovo vada concertato con il vecchio, dove resteranno residenzialità e ambulatori” ribadiscono gli esponenti. Ma andando verso Campiglione, la proposta è davvero innovativa: “fare dell’ospedale nascente una struttura universitaria, dove si fa ricerca, un propulsore per sviluppare centri specialistici di eccellenza. La medicina è destinata a cambiare. L’ospedale generalista sarà affiancato da un nuovo tipo di ospedale. La Rna Messenger, scoperta con i vaccini, è solo una delle novità che già sono entrate nella nostra vita. E poi la medicina rigenerativa. Da qui la necessità di un polo universitario che si abbini: percorso laborioso e complesso, ma va avviato. Fermo sta già vedendo l’importanza di avere una università al suo interno” Sono tante le idee nel documento che ora verrà inviato ai politici di ogni livello.

“Sanità e scuola sono due basi per un rilancio che poi viene concretizzato dal sistema imprenditoriale” chiosa Craia. “Cominciamo collaborando con la Politecnica e il Torrette, per poi aprirci anche ad altre realtà fuori regione che permettono a Fermo di crescere e specializzarsi. Dobbiamo essere pronti a usare al meglio i fondi del Next Generation Eu, sapendo che servono per comprare la canna da pesca, non il pesce. Con l’università possiamo attivare un circuito virtuoso, portando eccellenze in questa zona” conclude Craia.

Raffaele Vitali

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