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Il nuovo piano Rai taglia i telegiornali regionali: la rivolta delle Marche. “Informazione fondamentale”

26 Novembre 2021

Novella Cenerentola, la Rai scompare a mezzanotte. Nelle Marche e in ogni regione. Il piano dell’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, è semplice: chiudere da inizio anno, il 9 gennaio, l’edizione notturna dei telegiornali regionali. Il che significa che la striscia di pochi minuti all’interno di Linea Notte verrebbe soppressa per meri motivi di risparmio. Circa 4milioni quanto è stato calcolato resterebbe nelle casse della Rai. Ed è qui che esplode la vera questione perché non c’è un piano industriale dietro la decisione.

E quindi, le testate regionali si vedono solo tagliato un servizio con un rischio anche per gli organici, venendo meno un’edizione. Che magari non era sempre imperdibile, e purtroppo a livello nazionale come sostiene Fuortes gli ascolti non lo premiano, ma offriva una finestra in più sulla regione di competenza. Prima di tagliare e sopprimere, si cerca una alternativa, ma per questo servono visione e strategia.

“Non solo nel periodo di pandemia, ma prima anche nel corso dell'emergenza sisma l'informazione regionale della Rai è stata uno strumento prezioso e puntuale per tutti i cittadini e la decisione dell'azienda di togliere una delle tre edizioni ci coglie di sorpresa e, al contempo, ci trova in totale dissenso" commenta Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona e presidente di Anci Marche.

“Spero che questo punto di riferimento resti e che la decisione possa rientrare e che l'edizione non venga cancellata dal palinsesto" prosegue la Mancinelli. A cui fa eco il presidente della Regione Francesco Acquaroli: “I notiziari garantiti dalla Tgr sono elemento fondante del Servizio Pubblico di cui la Rai è concessionaria. Tagliare gli spazi informativi regionali è una scelta incomprensibile, in controtendenza rispetto alle sempre più sentite esigenze di informazione di prossimità e di qualità".

L’appello dei due politici marchigiani è parte di una mobilitazione istituzionale da nord a sud, che non ha colore politico. “Altro che chiusura, spero che l’azienda accolga questa mobilitazione come occasione di rafforzamento degli spazi informativi della Tgr". 

Ci prova anche l’Usigrai, il potente sindacato interno: “Tutto è stato fatto senza alcun confronto sindacale, in palese violazione di qualunque norma contrattuale. Un vertice che ancora non ha saputo presentare un progetto di futuro, e che per il momento ha solo effettuato nomine di spartizione politica, ora vuole realizzare i sogni di chi vuole una Rai ridimensionata. L’Usigrai è sempre pronta al confronto sul cambiamento. Ma si opporrà con forza a tagli indiscriminati”.

Si vedrà ora cosa pesa di più davvero dentro la Rai: il piano dell’amministratore delegato o la politica che i vertici li sceglie. Ci sarebbe anche la terza opzione: la valorizzazione del servizio pubblico e quindi della buona informazione, ma forse è chiedere troppo

@raffaelevitali

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