FERMO – La regione Marche il 31 gennaio ha approvato una delibera di Giunta (la numero 55) in cui ha modificato il piano. Posti nelle varie province spalmati, ma chiaramente a Fermo l’impatto è maggiore, avendo un solo ospedale.
“In questa 4° fase di osservazione pandemica, si prevede, nel momento di massima espansione, la necessità di garantire la disponibilità di ulteriori posti letto sia per le aree intensive che per quelle semi-intensive e non intensive” riporta la delibera, spiegata dall’assessore Filippo Saltamartini ai colleghi di Giunta.
Un piano che meriterebbe quantomeno un confronto con il territrio, magari all'interno dell'assemblea dei sindaci che in molti chiedono ogni giorno al primo cittadino di Fermo, Paolo Calcinaro, di convocare. E così accadrà entro un paio di settimane, a quanto è dato sapere.
Nel dettaglio, a livello regionale, la fase più acuta prevede: Terapia Intensiva: 83 posti letto (incremento di +24 p.l. rispetto all’occupazione attuale); - Semi-Intensiva: n. 95 p.l. (incremento di +30 p.l. rispetto all’occupazione attuale); - NON-Intensiva: n. 253 p.l. (incremento di +52 posti letto rispetto all’occupazione attuale); - Ostetricia Covid-19: + 3 p.l. rispetto all’occupazione attuale. Al fine di decongestionare le strutture ospedaliere, è stato inoltre analizzato il bisogno di p.l. residenziali/territoriali, utili per la prosecuzione delle cure in ambito extra-ospedaliero: n. 307 posti letto complessivi, un aumento rispetto all’esistente di +123 posti letto”.
Cosa significa questo per Fermo? Il primo dato che balza all’occhio è che dei 10 posti letto di terapia semintensiva previsti, c’è lo 0 alla voce ‘fatti’. Di quelli di terapia intensiva, 14 i previsti, ce ne sono solo 4 fatti e inseriti nel piano. Entrando poi nel dettaglio, la colonna rossa, ovvero i posti di riferimento del fermano, è molto marcata anche rispetto ad altri territori.
Nel piano in realtà il Murri per certi versi sembra quasi protetto, visto che si parla di soli 4 posti di terapia intensiva Covid. Ma a questi si aggiungono i 31 di Malattie Infettive, definiti ordinari. Il che significa utilizzare fino all’ultimo letto utile prima della conversione dei reparti. Anche se poi sul territorio il piano prevede un utilizzo massivo di strutture parallele. Si parte dai 50 a Campofilone, nella struttura che ormai è a tutti gli effetti parte del piano pandemico, ai 20 dell’Inrca, che verrebbe così convertito come fatto durante il massimo livello di emergenza tra ricoveri e vittime, fino ai 18 di Sant’Elpidio a Mare.
Il punto però è anche un altro: cosa succede se uno dei pazienti ricoverati nelle strutture periferiche dovesse peggiorare, cosa che purtroppo capita spesso. Aver pianificato l’utilizzo al massimo livello del Murri comporta dei rischi gestionali molto alti, aggiungendo che il Murri non è dotato di pneumologia, specializzazione cardine per combattere il Covid, che andrebbe abbinata a Malattie Infettive e che invece viene sempre dimenticata.
Non piace al sistema sanitario quanto previsto, sorpattuto se paragaonato ai vicni. L'area vasta 5 viene alleggerita, con il Mazzoni di Asocli quasi ripasrmiato, presenta solo 18 posti tra ordinari e semintensivi, e San Benedetto garantita nelel sue attività dovendo gestire solo 5 posti letto di Rianiamzione Covid e 10 di semintensiva. A livello territoriale, poi, coinvolta solo la Rsa di Ripatransone con 20 posti letto, praticamente come Sant'Elpidio a Mare.
Ancona meglio va al maceratese, terra dell'assessore Saltamartini, con Camerino lasciato pulito, Macerata quasi con soli 8 posti Covid di semintensiva e anche Civitanova alleggertia con 12 letti a sdipsozine . a questo si aggiungono i 30 ordinari di San Severino Marche.
Facile quindi fare due conti e capire che il Fermano, unica provincia con un solo ospedale, è e resta la più colpita anche nella nuova gestione pandemica targata Acquaroli.
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