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Il 'NO' compatto del Pd al lungomare di Vesprini: "Giù le mani dalle tamerici. Serve un consiglio comunale aperto sul progetto"

7 Aprile 2023

PORTO SAN GIORGIO – “Così no, così proprio no”. Il Partito Democratico interviene sulla questione lungomare. “Ne abbiamo parlato in direttivo, giusto prendere posizione dopo le varie evoluzioni, pensiamo alle tamerici e ai passaggi in regione con importanti modifiche” introduce il segretario Michele Amurri.

Si parte dalle piante: “Innanzitutto sono simboliche. Toglierle per parcheggi o per fare del lungomare una strada a scorrimento veloce è un errore. Non andiamo dietro ai comitati, per esempio noi siamo favorevoli alle aree comuni nelle zone delle spiagge libere che diventerebbero spazi da vivere che conquisterebbero turisti e residenti”.

La questione tamerici non è cosa da poco: “Vanno salvate, caratterizzano il lungomare, quei 600 metri sono un qualcosa da tutelare. Se le vogliono togliere per parcheggi, siamo proprio fuori strada”. Amurri riprende: “I posti auto vanno trovati da altre parti, ci sono le possibilità. Basta con la strada per parcheggiare davanti alle attività, pensiamo a pedalare e a camminare”.

Insomma, il lungomare non può essere solo legato alla visione della maggioranza: “Se c’è qualche problema tecnico, si risolve. Di certo serve la più grande adesione al progetto della città”. Ma sapendo che ci sono tempi molto stretti, perché i lavori vanno affidati entro giugno. “Siamo tutti in ritardo, la discussione doveva essere aperta prima. Non vogliono condividere, almeno ci dicano cosa fanno davvero” aggiunge l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Di Virgilio.

L’idea del Pd è di chiedere un consiglio comunale aperto sul lungomare, “visto che parliamo di un‘opera che resterà per anni a caratterizzare la città” prosegue il segretario. Ancora di più nel dettaglio entra Catia Ciabattoni, che negli anni ha discusso spesso con l’ex assessore Di Virgilio, partendo dalla corsia ciclabile. “Noi abbiamo ragionato su arredo urbano e mobilità dolce e abbiamo dato due risposte: corsia ciclabile e progetto del lungomare”.

L’idea dell’era Loira era di iniziare “dalla parte centrale che poi avrebbe favorito la connessione al resto della città. Avremmo così creato una mobilità che avrebbe fatto la differenza. Ma l’amministrazione Vesprini, pare per problemi tecnici, parte dalla zona sud, modificando e non poso il progetto di massima”.

Quello che contesta la consigliera è la mancata condivisione politica “anche se sappiamo che sono andati incontro alle richieste dei balneari, almeno per i parcheggi. Questo ha provocato una reazione della gente. Noi siamo contrari al piano del Comune. Quel tratto segnerà poi tutto lo sviluppo, non si può sbagliare” prosegue la consigliera.

Il neo Dem De Luna parla di “occasione ereditata per Vesprini. Che oggi può creare un lungomare nuovo ecosostenibile. Il problema non sono le tamerici, ma la mentalità. Parlano di partecipazione e poi non c’è bilancio partecipato e la consulta dei giovani è nata a porte chiuse. Chiediamo di essere almeno informati”.

È il ritorno dei Dem come fan del ‘coinvolgimento’, a partire dal consiglio comunale di fronte a un progetto che segna la linea politica della Giunta. “Bisogna condividere, noi abbiamo intercettato i fondi, vanno usati al meglio. Il lungomare è calato sulle esigenze del futuro. E quindi come punto fermo c’è il non essere una strada a scorrimento veloce, ma un perno dello sviluppo anche del porto”.

Porto San Giorgio, città più densamente popolata con i suoi 15mila abitanti in 8km2, per la minoranza merita di più. “Sono preoccupato. Li ricordo contro la ciclabile, contro la pedonalizzazione del centro cittadino, cosa che Vesprini non ha mai fatto da assessore. Sono felice che proseguano con la chiusura alle auto di alcune zone e si sia proseguito con l’inversione di marcia del lungomare. Ricordo il voto contro il bilancio e il piano opere pubbliche che – specifica Di Virgilio riprendendo un concetto della collega Baldassarri - includeva i 4 milioni del Pnrr per il lungomare, mentre oggi devono usarli”.

La chiusura è per Raffaele Rizza, che è anche una delle anime del comitato pro tamerici: “Uno degli obiettivi è creare qualcosa di più bello dell’esistente. Uno che pensa di togliere quelle piante, che sono 60, con un fusto di un metro, è uno che non capisce. Piante che – aggiunge Raffaele Rizza, che fa parte del comitato salva tamerici - hanno più anni di diversi consiglieri che decidono di sopprimerle. Sono parte della città. La bellezza non è per forza nella strada piatta, dalle piante bisogna partire. Sono piante belle e robuste, perché spendere inutilmente soldi? Vediamo le ruspe tra le persone che le difendono. Anche spostandole, la maggior parte morirebbe”. Non resta che condividere, almeno questo si augurano i piddini sangiorgesi.

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