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"Il medico è altruista, non un semplice impiegato". Tra nuovi dottori e richieste, Calcagni: "A Fermo serve personale"

26 Giugno 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – “Per i medici, per tutto il personale sanitario, questo momento è molto emozionale e complesso. Un anno fa i nuovi non hanno potuto fare il giuramento, oggi torniamo a vivere un momento emozionante in presenza. Davanti a noi – ha esordito la presidente Anna Maria Calcagni - ci sono tutti i politici, perché devono assumersi le responsabilità, sapendo che i medici sono a disposizione. Però bisogna fare squadra, lavorare insieme. E devo dire che diversamente dal passato, oggi sono qui in tanti”.

Dall’onorevole Lucentini ai consiglieri Putzu e Marcozzi passando per il sindaco Calcinaro e la Provincia, oltre a Saturnino Di Ruscio, nuovo responsabile Ambiente di Fratelli d’Italia a livello regionale: “Sono tutti qui, in giacca, nonostante il caldo. Insieme con loro possiamo affrontare ogni imprevedibile sfida. Ci aspettavamo anche l’assessore Saltamartini, avremmo tanto da dirgli, ma non è mai arrivato”.

È un giorno di festa dentro il teatro dell’Aquila, ma è anche il giorno in cui ricordare due medici portati via dal Covid: Abdullah Makki e Tomino Rossi. “Due figure importanti per il territorio e per lo stesso ordine” ribadisce la presidente, affiancata dal numero uno degli Odontoiatri, Massimo D’Onofrio, che ha preso il posto di Costantino Strappa, rimasto però dietro le quinte vicino alla Calcagni.

Il sindaco Paolo Calcinaro usa parole lusinghiere: “Ci avete fatto sentire protetti. E riconosco alla presidente di essere stata uno stimolo continuo di fronte a una sfida difficile, visto che non avevamo neppure una conoscenza completa del Coronavirus. Insieme ora dobbiamo lavorare per la nostra sanità che è unica, avendo un solo punto di accesso per tutta la provincia. Insomma, le sfide non ci mancano, come il nuovo ospedale, con l’impegno della regione di implementarlo”. Impegno che mette anche il prefetto Vincenza Filippi: “Dobbiamo riconoscenza al vostro mondo. Quando a inizio pandemia mi sono trovata ad affrontare i primi casi, mi sono trovata al fianco il capo dipartimento prevenzione (Giuseppe Ciarrocchi, ndr) e insieme abbiamo impedito che davvero potesse nascere un focolaio”.

Nessuno si è mai tirato indietro, l’Ordine ha aggiunto anche 35 medici volontari durante l’emergenza, per tamponare le difficoltà. “Del resto – tuona la Calcagni – la situazione di Fermo a livello di personale è drammatica, soprattutto per il Pronto soccorso, la cardiologia e l’area chirurgica. Ma anche fuori dal Murri ci sono difficoltà, visto che il 30% dei medici di famiglia e pediatri entro due anni andranno in pensione”. Una delle sfide che la Calcagni lascia sul tavolo della politica è quella della prossimità della medicina: “Aumenta la povertà, il che significa che il servizio sanitario pubblico deve essere sempre più efficiente, tempestivo e di prossimità. Se questo avverrà, la persona tornerà avvero al centro della medicina”.

Dopo tante parole, è il momento della cerimonia. Sei medici salgono sul palco per ritirare la meritata onorificenza dopo 50 anni di servizio: Luciano Alessandri, Armando Bendetti, Massimo Concetti, Vincenzo Palomba, Gianfranco Politini, Elio Carlo Restuccia. Dopo di loro, ecco due donne: Sandra Di Marco e Patrizia Iacopini con i loro 25 anni di carriera.

E poi i nuovi iscritti, chiamati al giuramento di Ippocrate: Adele Agostini, Riccardo Amatucci, Mara Barchetti, Alessandro Burgio, Matteo Catani (odontoiatra), Elisa Cimadamore, Kimberly Coscia, Crizia Cruciani, Andrea Di Flavio, Beatrice Donati, Giulia Grisostomi, Irene Lubinski, Marianna Lupinetti, Carlotta Mancusi, Rossella Millevolte, Fabio Mori, Eleonora Romitelli, Jasmine Saee, Sara Santarelli, Mario Simonetti, Giulia Spadavecchia, Paolo Tofoni, Maria Vittoria Tosco (odontoiatra), Cristina Vesprini. Tutti insieme sono stati protagonisti del pomeriggio che la presidente Calcagni ha condotto con il consueto piglio.

“Un consiglio lo do ai giovani: questo non è un semplice impiego, non è una missione, è un compito da svolgere con altruismo, se non si ha rispetto per il prossimo non si può essere un bravo medico, si diventa un impiegato” sottolinea Armando Benedetti, ex sindaco di Montegiorgio, medico che taglia i 50 anni di attività. Una voce che parla per tutte: “Sono cresciuto molto insieme con i colleghi. Ho preso e ho cercato di far crescere a mia volta gli altri. Di certo dico grazie ai cittadini che hanno avuto fiducia in me. Senza di loro non avremmo lavorato così a lungo. Il medico è stato e dovrà essere sempre centrale nella vita di ogni persona, anche se va un po’ reinterpretata come figura con il recupero dei valori e del rapporto tra medico e cittadino” conclude il dottore che ha battagliato per aprire l’ospedale di Montegiorgio, oggi casa di cura, rendendolo punto di riferimento per 20mila abitanti.

“Oggi – conclude purtroppo la presidente Calcagni – il sistema sanitario ha subito un processo di aziendalismo burocratico, riducendo il ruolo del medico. Questo deve cambiare e sono certa che cambierà se la politica saprà cogliere dalla pandemia il messaggio più chiaro: serve una medicina più vicina, quella che i medici possono garantire”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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