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Il Fem Fest fa centro e sfida le discriminazioni. Canigola: "La destra ha perso un'occasione per ascoltare i nostri giovani"

2 Agosto 2022

MONTE URANO – In tanti, e tante, sono arrivati da fuori zona per ascoltare, per vivere un festival originale con una matrice culturale legata all’integrazione. Il Fem Fest ha indubbiamente centrato il suo obiettivo: coinvolgere e far riflettere.

Un lungo lavoro, inizialmente tecnico, per decidere i temi da affrontare. Poi la ricerca degli esperti, che non per forza devono arrivare a Milano perché anche localmente ci sono figure di punta, come Laura Gaspari, che meritano di essere ascoltate.

“Purtroppo – racconta Chiara, una delle ragazze sedute tra il pubblico – di certe questioni si parla solo di fronte ai fatti più gravi. Il femminicidio o l’omicidio a motivo razziale sono solo la puta di un iceberg di una questione sistemica. Parlarne è importante. quello che il Fem Fest ha fatto comprendere a tutti è che l’Italia non sono Roma e Milano, ma tanti piccoli borghi in cui è fondamentale fare cultura”.

Monte Urano ci ha provato, pur se tra tante contestazioni. Quelle palesi della politica, il centrodestra si è schierato compatto contro il festival e quelle di un cittadino che dalla sua finestra che dava sulla piazzetta del centro storico adibita a palco ha esposto uno striscione contro l’aborto.

Se la Gaspari ha aperto la mente sul mondo della violenza contro le donne, lei è in prima linea con On The Road, ci sono state le storie di ‘Marianna the Influenza’ e Oiza che hanno permesso ai partecipanti di conoscere la vita di chi viene etichettato pur essendo italiano a tutti gli effetti, di seconda generazione. “Il razzismo è presente, sempre. Poi ci sono i picchi televisivi”.

Le ragazze dell’associazione Common Bubble si son impegnate, aiutate dalla sindaca Moira Canigola e dalla combattiva assessora Loretta Morelli. Hanno fatto tutto loro, hanno resistito agli attacchi, facendosele scivolare, pronte a rispondere con i contenuti. Con la musica, con il mercatino solidale, con le parole. Ma alla politica, a mente fredda, risponde Moria Canigola, la prima cittadina che già pensa a una seconda edizione.

“Non ho parlato prima, per evitare di trascinare un festival dentro dinamiche lontane da chi si impegna in quel che crede. A Monte Urano si è parlato di ‘diritti della persona’, con intelligenza e sensibilità. Hanno avuto coraggio i giovani di Common Bubble, non li hanno spaventati i leoni da tastiera sui social. E neppure chi continuava a veicolare falsità”.

La grande partecipazione a ogni incontro è stata la conferma di un lavoro ben fatto. “I rappresentanti della destra locale (Lega e FdI) si sono inseriti in una diatriba dove la politica non doveva entrare, senza nemmeno conoscere i termini della manifestazione ed evidenziando ancora una volta che il loro obiettivo è solo quello di cercare voti e non di affrontare i problemi delle comunità. E poi la minoranza di Cambiamo Musica che – prosegue la sindaca – ha perso l’occasione per riconoscere un lavoro importante fatto dai nostri ragazzi e ragazze, trincerandosi dietro banali questioni, completamente false”.

Monte Urano ha scelto di affrontare la complessità della realtà: “Non si può e deve mettere la testa sotto la sabbia facendo finta che certi problemi non esistano non giova a nessuno: solo attraverso la conoscenza, il confronto, la condivisione si può cercare di rendere la nostra comunità più accogliente e meglio vivibile per tutti e tutte. Lo ha detto molto meglio di tutti il vescovo Pennacchio che ringrazio per il suo illuminante intervento” conclude la sindaca convinta che “solo la libertà di esprimere punti di vista diversi ci rende più forti e sensibili verso la fragilità dell’animo umano”.

r.vit.

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