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Il cappello ritrova il sorriso. Svizzera, Francia e Germania corrono. "Fucsia e verde per l'estate". Tutti pazzi per il fascinator

20 Settembre 2022

di Raffaele Vitali

MILANO – Tra gli stand colorati del Mipel, la fiera della pelletteria e cappelli, spiccano i colori pastello, dal rosa al verde, di Complit. L’azienda di Montappone, che produce e spedisce appelli in tutto il mondo, si è presenta con una ricca collezione presentata da Luigi Amedeo Antinori insieme con il figlio Mattia. Un’azienda familiare che ha nella creatività e ella capacitò di rispondere agli ordini la forza di una collezione con 150 modelli.

IL MONDO DEL CAPPELLO

Il settore corre, lo dice Tessilvari con il suo presidente Paolo Marzialetti: “Il comparto a livello nazionale nel primo semestre registra un aumento di export che raggiunge anche il 43%. Ma soprattutto è il cappello di paglia a riprendersi, tipologia di prodotto negli ultimi due anni aveva pagato la carenza dei flussi turistici, per via delle restrizioni che erano in essere e che quest'anno per la prima volta sono venute meno”.

Paolo Marzialetti

A livello di mercati, dietro la Svizzera, che domina anche per le griffe che hanno lì gli hub logistici, i mercati tradizionali europei come la Francia (24,7 milioni di euro, +92% rispetto al 2021) e la Germania (19,4 milioni di euro, +38,2%) seguiti dagli Stati Uniti, in forte recupero e 16,3 milioni di valore. “Teniamo conto – conclude Marzialetti – che il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato spetta al nostro distretto del Cappello Fermano (Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone) - Maceratese (Mogliano, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano) il cui core-business è comunque rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l'80% delle aziende”. E da Montappone arriva il protagonista della fiera Mipel a Milano.

L’IMPRENDITORE

“Dopo due anni di pandemia posso dire che è la vera prima collezione. Non aspettavamo altro. L’ho presentata a Parigi e ora Milano” sottolinea Amedeo Antinori.

Antinori, tornano i buyer?

“Partiamo da Parigi. Tanta Europa, ma non c’erano ancora gli asiatici. Che invece stiamo incontrando qui al Micam. Dove ci sono anche diversi russi. Questo è un segnale positivo, il mondo ha voglia dei nostri prodotti”.

Come è andata l’estate?

“È evidente che se i buyer hanno questo entusiasmo è perché hanno venduto tutto. Ma dobbiamo essere onesti, vista la situazione chi di solito comprava 200 cappelli ne aveva presi 50. Facile quindi finire tutto”.

Ma Complit come ha retto al calo di ordini?

"Semplice, mi sono indebitato, perché se perdi il 35% o licenzi o fai debiti. E l’ho fatto sapendo che sarebbe arrivato il momento delle vendite. E così è stato. Ma se non l’avessi fatto, se non avessi le spalle larghe, oggi non sarei più competitivo e non sarei cui in fiera con la nuova e ampia collezione”.

Cosa la fa essere ottimista?

“Ad esempio il fatto che la Cina, che è il riferimento dell’import, non sia ripartita come tutti pensavano. Questo sta spingendo molte imprese a riportare la produzione in Italia, quantomeno in Europa. Un reshoring obbligato che farà bene al sistema”.

Guardando ai cappelli, cosa caratterizzerà la prossima primavera estate?

“Questa è una collezione molto curata. Frutto di uno studio, di creatività ma anche di tecnica. Quando si ha un’azienda famigliare, in cui lavorano figli e moglie, bisogna trovare l’equilibrio giusto, dato anche dai dipendenti che alla Complit sono parte integrante della fase progettuale. Tra prove e prototipi, linee e materiali, il lavoro è intenso”.

Piace ai buyer?

“Il feedback dopo due giorni di Mipel è ottimo. Ci sono pezzi come il fascinator (foto) che colpiscono subito l’occhio femminile. E poi ci sono i cappelli che mixano materiali e sughero, che è un must per la prossima stagione”.

Quali i modelli che segneranno il 2023?

“Senza dubbio la coppola e il buckett. E poi c’è il crash ball, ovvero quello che puoi piegare e mettere in valigia e lo ritrovi con la forma perfetta. Tra le novità dei cappelli in lavorazione crochet che restano molto morbidi. Per i colori, fucsia e verde piacciono a tutti”.

Antinori, cosa chiede alla politica?
Di certo di rimediare all’assurda disposizione dell’agenzia delle entrate che richiede in maniera retroattiva i fondi ricevuti dalle imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo nel settore moda. Richiederci il credito d’imposta per qualcosa autorizzato cinque anni fa è inaccettabile oltre che un enorme danno economico in una fase già complessa”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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