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Il 2022 di Giulia Ciarapica: scrittrice, 'nuovo romanzo in uscita', book influencer e direttrice. "Libri a 180 gradi? Ecco tre idee"

18 Ottobre 2021

di Raffaele Vitali

SANT’ELPIDIO A MARE – Book influencer, o se vogliamo critica letteraria ai tempi social che però vive anche sulla carta dei quotidiani, ex assessore alla Cultura, direttrice artistica di un festival, scrittrice pronta a stupire con un secondo romanzo: ecco Giulia Ciarapica da Casette d’Ete. Pe rincontrarla, un caffè d’orzo, una ciambella al mosto nella storica pasticceria dove da sempre si serve Diego Della Valle nel cuore di casette e tanta voglia di spiegare come si cresce insieme al proprio territorio.

Libri a 180 Gradi quest’anno lo ha diretto a tempo pieno, Giulia Ciarapica quale è stata la grande difficoltà?

“Possono rilevarmi presuntuosa? Non c’è stata. Perché di fondo è una macchina che guido da tre anni. E anche l’anno scorso ho avuto carta bianca. La sfida è stata far crescere un festival partito forte, con nomi importanti: nel 2019 vennero Romana Petri, Alice Basso, autori di Giunti, Mondadori e altre case editrici. Quest’anno abbiamo alzato il tiro ancora di più con un tema ben preciso da seguire”.

Dal libro al film è il tema che avete trattato. Non cera il rischio di polemiche su chi ha rovinato capolavori?

“Non per niente abbiamo inizio il workshop con la frase ‘non pensiamo a chi sia meglio’ perché sono due linee parallele che non si incontrano, ma si guardano. Il regista ha sempre una sua parte personale che entra poi nelal produzione”.

Come ha scelto i libri?

“Pensando anche a chi è diventato una serie o lo sarà, come per ‘Un’Amicizia’ dell’Avallone. Romanzi recenti che rispondessero alle esigenze del tema e del pubblico”.

Con chi si confronta per il programma?

“In solitaria stilo una lista, poi c’è il confronto con l’assessora Gioia Corvaro e Amat, partner fondamentale per il lato teatrale e musicale. E c’è un comitato tecnico elpidiense. Un ruolo lo giocano anche i lettori, che nei mesi precedenti alla definizione del programma mi mandavano suggerimenti o se vogliamo suggestioni”.

La Avallone è stata la chicca finale?

“Aggiungerei Stefania Auci. La Avallone è da dieci anni che è al top ed è una delle autrici più amate in Italia. La Auci è la nuova scoperta, che ha saputo imporsi sul panorama italiano sfidando la letteratura tradizionale siciliana, maneggiando una materia storica di un certo peso. Ed è in classifica nazionale da due anni. Poi in realtà ogni ospite nel suo era un unicum, pensiamo alla Francini che probabilmente vedrà sullo schermo un’altra sua produzione”.

Lei ha contatti con tutte le case editrici, cosa pensano di Libri a 180 Gradi?

“Hanno cominciato a chiedermi di questa edizione già da gennaio. Questo mi ha anche stupito. Ci siamo coordinati per non finire in contemporanea al Salone del Libro. Questo significa autorevolezza e le case editrici già ‘prenotano’ gli autori. Un aiuto è arrivato anche dal premio che abbiamo istituito e che ha coinvolto 43 case editrici. Sono tantissime per una prima edizione. Il premio Zocca (che la Ciarapica ha vinto con Una volta è abbastanza, edito da Rizzoli, ndr) ha 15 anni di vita e più o meno ha gli stesi numeri”.

Ci sono feedback degli autori sul Fermano, è piaciuto il territorio?

“Sono rimasti tutti colpiti dal centro di Sant’Elpidio a Mare. Tutti hanno alloggiato alla residenza Corso Baccio, in pieno centro. Lì la vista dalle camere è incredibile e questo li ha estasiati. Le foto hanno riempito i social, una volta superata l’assenza del mare. In particolare proprio la Avallone si è potata via un pezzo di me”.

Ha imparato qualcosa dopo questi dieci giorni?

“Dialogare con persone così diverse, con libri così differenti mi rende fortunata. Esco che ho una visione a 360 gradi. Siamo passati dall’ironia acuta di Catalano con le sue poesie d’amore strampalato alla visione dell’amore di Catena Fiorello fino alle letture di Francini e Avallone, senza dimenticare l’omaggio a Pavese, con il direttore della fondazione Vaccaneo”.

Il pubblico è la prima risposta alla domanda come è andata?

“Vedere il teatro pieno è qualcosa di incredibile. Molti ci hanno detto di avere bisogno di ‘normalità’, di stare in luoghi e ascoltare persone. Un evento di questo tipo è anche stancante per il pubblico, ma volevo una pianificazione da grande festival”.

Già pensato il nuovo tema del 2022?

“Ho tre opzioni sulla mia scrivania. Una più letteraria, perché la serata su Pavese mi ha dimostrato che c’è un humus adatto, magari sui grandi classici. Due più pop. Una opzione è puntare sul Graphic Novel, idea condivisa con la libreria Giunti dell’Auchan che è stata un partner incredibile vendendo copie al teatro e in libreria con un corner dedicato che ha funzionato nei giorni pre festival. La terza…la tengo per me”.

Quando rivedremo Giulia Ciarapica in libreria?

“Il nuovo romanzo entro l’estate. Ma non ci sarà solo questo, ho lavorato a un progetto, che non è un saggio e neppure un romanzo, che uscirà in autunno e riguarda sempre Casette d’Ete, ma in una chiave gotica”.

Dopo tanta adrenalina, come proseguono le tue giornate?

“Il dottorato che inizia a novembre, Bookcity dove sarò protagonista di un intervento sul tema delle recensioni online, la lettura condivisa, la promozione sul web, digitale e non, e poi dirigo la collana Le Crinoline per Aras Editori che si occupa di saggistica e di testi universitari. Riscopriamo figure di donne intellettuali, artiste, scrittrici e poetesse rivendendole in una nuova chiave scevra da giudizi, entrando anche nel lato umano”.

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