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I veri numeri del calzaturiero: le paia vendute scendono, export drogato dalle griffe. Ceolini: nel 2023 perso il 5% delle imprese

16 Febbraio 2024

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO - Giovanna Ceolini è la presidente di Assocalzaturifici, l’associazione che rappresenta il mondo dei produttori di scarpe italiane. È l’azionista di maggioranza del Micam, è la persona che ai tavoli nazionali porta la voce di un settore che vale tanto, più di quanto si pensi.

L’anno si è chiuso con 14.6 miliardi di fatturato e una crescita, ma solo in valore, dell’export del 1.1%. “E questo ha comportato un processo di selezione tra le imprese che diminuiscono del 5%, anche se l’occupazione tiene. Ma il ricorso crescente alla cassa integrazione nella filiera (+20,6% le ore autorizzate nel 2023) preannuncia nuove tensioni” è il suo timore a poche ore dall'apertura della fiera più importante del settore che a MIlano vedrà in azione mille marchi.

Ceolini, il 2024 è iniziato. Come ci arriva il settore calzaturiero?

“L’anno da poco concluso ha avuto per il calzaturiero italiano un andamento ondivago. Alle performance brillanti del primo trimestre, con aumenti a doppia cifra per export e fatturato, è seguito un progressivo rallentamento”.

Prospettive?

“Il 2024 sta manifestando segnali preoccupanti e prevediamo un’ulteriore frenata almeno nel primo semestre. Una congiuntura determinata dal difficile scenario internazionale (leggi intervista a Valentino Fenni), dominato da eventi e rischi geopolitici, e dalle condizioni finanziarie restrittive per famiglie e imprese”.

Tornando ai dati, ma secondo lei il 2023 che anno è stato?

“Quello che ha consolidato la Francia, +17,3% in valore ma solo +1.1 in quantità, perché include i flussi di rientro delle produzioni effettuate in Italia dalle multinazionali francesi del lusso. In generale, il saldo commerciale è cresciuto e ha raggiunto i 5,8 miliardi. Purtroppo calano i volumi, le scarpe vendute sono state 148 milioni di paia con una diminuzione dell’8,6% che diventa il 10,6 a livello di export. Pensate che erano 179 nel 2019”.

Parliamo di mercati, non c’è solo la Francia.

“In forte calo (-24,6% in valore e -33,3% in paia) la Svizzera, tradizionale hub logistico delle griffe, interessata verosimilmente da un cambio nelle strategie distributive, visto che i brand spediscono direttamente ai mercati finali una parte consistente delle merci vendute, senza transitare dai depositi elvetici. USA e Germania hanno subìto nella seconda parte dell’anno drastiche battute d’arresto (nell’ordine del -25% in volume nel quadrimestre luglio-ottobre), registrando nei primi 10 mesi flessioni del -20% circa nelle paia (e del -7,8% e -2,3% rispettivamente in valore)”.

L’Oriente?

“I flussi diretti dall’Italia verso il Far East sono cresciuti del +15,6% in valore e del +7,4% in quantità con Cina +12,4% in valore, Hong Kong +16,5%, Giappone +18,7% e Sud Corea con un moderato +2,8%, l’unica negativa in volume. Quest’area si conferma quella con i prezzi medi più elevati, proprio per il ruolo determinante giocato dalle griffe. Bene anche gli Emirati Arabi (+30% in valore e +8,9% in paia). Russia (+36,8% in valore) e Ucraina (+79%) hanno sperimentato – dopo il crollo del 2022 causato dall’inizio del conflitto – un sensibile rimbalzo, pur restando tuttora sotto i livelli 2021 pre-guerra”.

L’Italia resta debole?

“I consumi interni sono in difficoltà, gli acquisti delle famiglie hanno evidenziato nei 12 mesi del 2023 una contrazione sia termini di quantità (-3%) sia di spesa (-1,5%), solo in parte mitigata dal recupero nello shopping dei turisti stranieri. A livello merceologico, le scarpe da donna mostrano rispetto al 2022 i trend meno penalizzanti (-2,3% le paia e -0,9% la spesa), con segni positivi in alcune voci (calzature classiche da passeggio, mocassini, stivali e stivaletti), mentre le “sportive e sneakers”, ancorché in moderata flessione sul 2022 (-0,9% in spesa), sono le sole ad aver superato i numeri pre-pandemia”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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