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I 5 anni in Parlamento del 'sangiorgese' Baldelli. "Autovelox, telefonate dei call center e il 'no' al taglio dei parlamentari: quante battaglie"

8 Agosto 2022

PORTO SAN GIORGIO – L’onorevole Simone Baldelli si siede, prende un cellulare e chiama il numero del registro delle opposizioni. Trenta secondi ed ecco che al cellulare di un collega non chiameranno più i fastidiosi call center. È questa una delle battaglie vinte che si attesta l’esponente di Forza Italia.

In mano ha anche i numeri dei suoi cinque anni: 664 interventi in aula, un intervento che ha portato a una commissione di inchiesta, 41 ordini del giorno, trenta sedute di presidenza di commissione, dieci proposte di legge, 161 emendamenti. “Sono solo alcuni numeri relativi alle attività che abbiamo portato a termine” precisa parlando da solo, senza nessun esponente dei berlusconiani fermani al suo fianco.

Comincia dallo stop ai conguagli superiore ai due anni per gas, luce e acqua: “Prima arrivavano bollette da 3-5mila euro, ora non accade. Abbiamo fatto una norma, solo qualche comune ancora non li rispetta. Il mondo dei privati è allineato” precisa l’onorevole.

Ora lo stop alle telefonate commerciali aggressive con l’entrata in vigore il 27 luglio del blocco anche sui cellulari. “Parliamo di 80 milioni di utenze possibili. Un grande passo avanti su cui la commissione di cui faccio parte si è impegnata a lungo. Avrei voluto una norma in stile Olanda in cui tutti quelli che hanno le utenze sono fuori, salvo chi si iscrive, cosa che avrebbe permesso una monetizzazione a fronte del consenso”. Resta il problema dei call center dall’estero “su cui lavoreremo per chiarire la filiera della responsabilità”.

Torna poi su uno dei suoi cavalli di battaglia, le multe degli autovelox. “Da quest’anno è possibile consultare i dati comunicati dalle amministrazioni locali. Ho dovuto faticare per avere i numeri in Commissione, ma qui parliamo di trasparenza. Siamo passati da 300 comuni su ottomila a due terzi che comunicano quanto e come poi usano le risorse”.

Un iter che prosegue: “Sette giorni fa il Governo ha accolto un decreto con cui si impegna a modificare le norme sugli autovelox attese da 12 anni. Oggi non si fa prevenzione, ma cassa abbassando la sicurezza con le persone che inchiodano all’improvviso. Entro la fine di agosto ne ridiscuteremo sperando che diventi legge, nonostante le opposizioni al decreto da parte degli enti locali che parlano di ‘problemi di bilancio’. Ma non si può ragionare così”.

Nel 2022 parte delle multe possono essere usasti per le bollette dei Comuni, ma usare le multe come leva fiscale parallela è assurdo: “Premiamo chi fa meno multe e ha dati che provano la sicurezza”.

E poi ci sono i 387 milioni di risparmi della Camera destinati alle zone del terremoto. “Una quota all’anno dal 2016 a oggi, sempre su mia iniziativa e il sostegno di tutti, abbiamo raggiunto una cifra importante usata in maniera diretta dai Communi o dal commissario alla ricostruzione” ribadisce il vicepresidente della Camera.

E infine la commissione d’inchiesta parlamentare sui consumatori: “In questo modo il Parlamento ha acceso un faro sula quotidianità della vita dei cittadini, che non possono permettersi di buttare un solo euro in truffe, pratiche commerciali scorrette e quanto va a intaccare la vita quotidiana”.

Eletto cinque anni fa nelle Marche, resta in attesa di conferma: “Per ora mi occupo di far conoscere il bilancio positivo del mio lavoro. Questo è doveroso per un eletto alla fine del proprio mandato. Le candidature si chiuderanno a breve”. In Parlamento è entrato nel 2006, una legislatura durata poco, e ora ne lascia una in anticipo. “Draghi? Ci sono dinamiche politiche e parlamentari della vita di un Paese. Una legislatura chiusa in anticipo solo di qualche mese, cambia poco”.

Quello che cambia è il taglio dei parlamentari. “Ha innestato un meccanismo di crisi irreversibile è stata a scelta suicida di ridurre il numero dei parlamentari. Questo ha innescato una serie di reazioni a cascata con una riduzione della funzionalità delle istituzioni, non c’è neppure ancora un regolamento. E anche dentro i partiti questa fase sarebbe stata affrontata in maniera diversa se non ci fosse stato il taglio. Il meccanismo è imploso. I cittadini conteranno di meno. Ci saranno posti in cui ci sarà solo il senatore di maggioranza, quindi un errore. Per non parlare del peso specifico dei senatori, con un peso maggiore paradossale dei senatori a vita. Sono felicissimo di aver fatto una battaglia dentro il mio partito, in parlamento e in campagna referendari per il ‘no’, raggiungendo il 30% degli elettori. Ma non è bastato” conclude l’onorevole.

Raffaele Vitali

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