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HModa, la prima accademia della calzatura delle Marche. "Teoria e pratica per un lavoro sicuro". Le scarpe prodotte donate alla Caritas

5 Aprile 2024

di Raffaele VItali

CIVITANOVA MARCHE - Un nuovo ente formativo per il settore calzaturiero nella città più dinamica per la moda, Civitanova Marche, ma a disposizione di tutto il distretto fermano-maceratese. A investire è HModa. “Noi vogliamo crescere nel territorio” introduce Claudio Rovere, fondatore e presidente di Hind, l’Holding Industriale che controlla ‘Holding Moda’. Non è il ‘Polimoda’ sognato.

HModa è un gruppo di 16 aziende che producono per il mondo del lusso. “Siamo nati nel 2017 con la volontà di fare squadra tra diversi imprenditori. Il primo investimento dieci anni fa in Toscana in un’azienda di maglieria, poi l‘evoluzione. Ogni azienda porta qualcosa di specifico”.

Come hanno fatto Mauro Finocchi e Fiorella Torresi, titolari del calzaturificio Valmor di Civitanova che dentro il gruppo ha portato il settore calzaturiero. “Inevitabile – riprende Rovere – puntare sulle Marche, dove le scarpe sono di qualità. La Valmor è diventata la capofila di un gruppo di produttori che sono scelti dalle grandi griffe italiane e internazionali”

FORMAZIONE

La crescita passa dalla formazione. “Abbiamo bisogno di persone che sappiano coniugare le ‘mani intelligenti’ con la tecnologia. Noi vogliamo formarne sempre più e con questa Accademy investiamo sul territorio per appassionare i giovani, ma non solo”.

Non usa a caso Rovere la parola passione: “Dobbiamo raccontare la bellezza del mestiere, partendo dalle tante maison. Formeremo ed educheremo”. Serviva un gioco di squadra. Se HModa ha messo l’idea, la Regione Marche ha saputo mettersi a disposizione per l’accreditamento e poi il bando per il finanziamento. E poi c’è il comune di Civitanova. “Istituzioni molto reattive, come le altre sedici società che hanno contribuito a dare qualcosa, che sia il materiale o la macchina per far sì che l’ente diventasse una vera mini azienda”.

IL CORSO

La classe è di 15 persone. Il corso dura 600 ore tra aula e pratica nei laboratori dedicai. All’interno della sede è stata costruita una vera mini fabbrica, completamente nuova con macchinari di ultima generazione, in primis quelli di Bramac, l’impresa di Montegranaro guidata da Alessandro Bracalente. Un laboratorio a isole, dalla montatura al finissaggio, dall’orlatura al controllo qualità fino all’inscatolamento. “Siamo così operativi che dalla manovia usciranno scarpe complete. L’intera produzione è destinata alla Caritas dell’arcidiocesi di Fermo, il marchio è su ogni scatola, guidata dall’arcivescovo Rocco Pennacchio, che ha benedetto la nuova struttura.

“Le spese per la formazione sono un investimento. I giovani non sono il futuro, ma il presente. Oggi devono lavorare, non possiamo rinviare il, loro ingresso nel mondo. Qui no si insegna solo il saper fare, ma il senso che c’è dietro  l’artigianalità e manualità. L’artigianato è l’elogio dell’imperfezione, perché chi ci lavora deve migliorarsi ogni giorno” le parole dell’arcivescovo. “Quando si muove il bene, il bene viene fuori in tutto. Per cui lavoriamo e parliamo del bello. La scelta di donare le scarpe alla Caritas è collettiva e farà bene davvero a tutti” la chiosa di Fiorella Torresi.

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI

Stefano Aguzzi, assessore regionale alla Formazione, non poteva mancare. “Tocco una realtà fortemente all’avanguardia rispetto a quanto richiede il mercato. Qui si anticipano gli eventi, no si rincorrono”. Per l’assessore, che si muove tra cantieristica, mobile, agroalimentare e moda, sa quanto sia importatene l’evoluzione della conoscenza, “anche verso chi già lavora”. Che l’Accademy sia funzionale lo dimostrano i primi 15 corsisti, raggiunti in poche settimane.

Un progetto calato a servizio delle esigenze. “Due imprenditori hanno avuto l’idea, ma in realtà sappiamo che i grandi gruppi cercano competenze e noi gliele daremo. Noi formiamo per il nostro gruppo, ma anche per chi è sul territorio” riprende Rovere.

“Servono corsi di formazione pensati e modellati sulla impresa, non si possono creare percorsi che producono disoccupati. Questa realtà parte da una necessità, che in questo caso riguarda le scarpe, in altri magari borsa e pelletteria. Speriamo che altre realtà prendano esempio da voi” prosegue l’assessore.

Fondamentale è stato il ruolo degli uffici e del dirigente del settore, Massimo Rocchi.  “Quando ho parlato la prima volta con Rovere, mi hanno chiamato da Parigi,  ho capito che avevamo di fronte persone serie e capaci. Ho detto agli uffici – ribadisce Rocchi - di collaborare e bene, perché i tempi erano stretti peer l’accreditamento e la progettualità. Quando c’è sinergia tra imprese del territorio e le istituzioni, le belle realtà possono nascere. La formazione professionale nelle Marche è fondamentale, abbiamo bisogno di crescere per rispondere ai cambiamenti de territorio”.

È nato così il corso a occupazione garantita, finanziato dalla regione Marche, “che vuole dare una spinta propulsiva la mercato del lavoro”. E che serve lo dimostra il fatto che già ci sono due classi pronte a partire in autunno. “Il territorio ha davvero bisogno di nuove risorse umane”. Questa realtà è merito anche della buona capacità della politica, dell’Istituzione, di agire.

Chi incassa è il sindaco Fabrizio Ciarapica: “Avere a Civitanova il primo ente di formazione per tecnici calzaturieri è un vanto. Siete partiti da chi aveva capacità professionali e passione per il mestiere, questo ha già reso tutto più bello e solito. Le istituzioni devono dare risposte al mondo dell’imprenditoria e farlo in primis in modo veloce. Come Comune investiamo in formazione, anche grazie all’Università La Sapienza e poi partirà la scuola internazionale di lingue del dottor Straffi: noi vogliamo aiutare i giovani a essere pronti per le sfide del futuro in maniera competente e consapevole dei propri mezzi”

MI FORMO PERCHE’…

E la riprova viene da Vanessa Pennacchia, 28enne corsista che lunedì inizierà il suo cammino. “Da quattro anni lavoro nel mondo delle calzature. Ma volevo di più, volevo formarmi. Averlo a Civitanova è una grande opportunità lavorativa e professionale. Ho una passione per le scarpe fin da piccola.

Con questo corso punto a crescere personalmente e poter lavorare nel modo migliore in aziende come dipendente e magari nel futuro aprire una mia realtà. Una volta che sarò formata, so che potrò dare sfogo al mio istinto, alla mia vena artistica”. Il corso l’ha intercettato  grazie alla madre: “L’ha scoperto grazie a un avviso sui social e mi ha avvisato. Ho subito presentato la domanda”.

E come lei gli altri, predominanza femminile ma non mancano gli uomini. Il distretto ha davvero fame di qualità. Ci credono tutti, dagli imprenditori ai giovani dipendenti, la possibilità c’è, la crisi non ferma la passione di chi ha scelto di investire su se stesso e su un settore che crea bellezza. “Noi mettiamola persona l centro e anche per questo l’ambiente creato è bello, per attrarre i giovani è un punto di partenza fondamentale” conclude Claudio Rovere.

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