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Fondazione Merloni, Ariston azienda numero uno. Poi Tod's. "Ecco i tre fattori per un futuro migliore. Crisi? Non è questione di settore, ma di scelte aziendali"

11 Dicembre 2020

di Raffaele Vitali

FERMO - L’ingegner Francesco Merloni usa parole semplici e dirette per presentare la classifica della Fondazione Merloni, il rapporto atteso ogni anno dalle imprese delle Marche. Uno studio articolato realizzato dal professor Donato Jacobucci, economista di punta della Università Politecnica delle Marche (LEGGI).

“Non tutto sarà come prima. Ci sono segnali di dinamismo, soprattutto in Asia dove è in corso la costruzione di un mercato comune asiatico che arriva fino all’Australia. Tanti piccoli paesi si sono impegnati per creare entro due anni il mercato più grande del mondo. Dovremo farci trovare pronti”. Ecco la prima grande novità emersa nel 2020 segnato dalla pandemia. Ma non è la sola a livello internazionale: “L’elezione di Biden permetterà di ricostruire il green deal e avere una tregua dal protezionismo”. Sembra lontano l’America, ma in realtà avrà un peso solo di poco inferiore alla terza grande novità, che si è conclusa ieri con un accordo storico in Europa. “Il Next Generation EU ha dato un forte segno di solidarietà e unità all’Europa e in particolare ai Paesi colpiti dalla pandemia. Come diceva Delors ‘l’Europa si sta facendo e si farà di crisi in crisi’. Ora non si può sbagliare”.

La classifica è riferita al 2019, una classifica curata, ma che chiaramente se fatta oggi sarebbe diversa perché il Covid ha impattato su molte realtà. “Abbiamo passato tre anni di crescita in riduzione, con il Pil da 1,7 a 0,8 fino allo 0,3 nel 2019. Eppure il fatturato delle aziende marchigiane in classifica riporta numeri superiori (7%, 4,9%, 1,4% di crescita). Per il 2020 immaginiamo una recessione intorno al 10% con un recupero nel 2021 del 5%”.

Nell’analisi dell’ingegnere che guida la Fondazione, da decenni riferimento regionale e non solo, c’è un aspetto che spicca e deve far riflettere soprattutto i settori maturi, come è quello calzaturiero. A spiegarla nel dettaglio è Jacobucci: “È aumentata la variabilità dentro il settore, conta molto di più la scelta individuale della singola impresa, la strategia. In particolare in termini di innovazione e internazionalizzazione. Pensando al calzaturiero, 2,3milianrdi di fatturato arrivano da 33 imprese calzaturiere in classifica, alcune crescono, altre calano”.

Al primo posto della ambita classifica che si basa sulle vendite c’è l’Ariston, seguita dalla Tod’s (915milioni), poi i due colossi dell’alimentare, Conad Adriatico (877) e Gabrielli (715) che ha allungato sulla Biesse (705). Confermate le prime dieci con la sola novità della Eden Viaggi Spa. Una classifica che dimostra anche la scarsa propensione delle aziende marchigiane a entrare in borsa, una difficoltà ad ampliare la governance.

“Tornando all’attuale crisi, ha avuto un effetto diversificato. Le più colpite sono le imprese del terziario, del turismo, dei trasporti, la ristorazione e l’alberghiero, oltre a comparti industriali non essenziali. Ci sono dei lati positivi: la solidità delle imprese marchigiane. Il sistema industriale mostra una notevole capacità di reazione. Il Pil e l’export hanno registrato un importante rimbalzo nel terzo trimestre e penso che avremo un buon risultato anche nel quarto. Ci sono alcune tendenze in risposta alla crisi, come l’accorciamento delle catene globali, il reshoring che può agevolare le Marche” prosegue Merloni che vuole essere positivo: “Dovremo essere capaci di usare la meglio le risorse messe a disposizione dall’Europa i principali ambiti: trasformazione digitale, innovazione e competività, oltre alle infrastrutture. Fondamentale resta il capitale umano, bisogna investire nella formazione dei giovani. C’è lo spazio per la diffusione degli Its nelle Marche, che dovrebbero essere gestiti non solo dai professori, ma dai manager e dai dirigenti, come avviene in Emilia”.

Ci sarà una regione da ripensare nei prossimi anni, con la crescita inevitabile delle aree interne: “E questo grazie alla tecnologia, alla connessione che favorirà anche la telemedicina e quindi il supporto di chi vive nei paesi più piccoli”.

Entrando nel merito della classifica, che ha un focus speciale sulla Finproject del veregrense Maurizio Vecchiola, Jacobucci parte ricordando il professor Balloni, l’economista che sapeva anche sognare e che è stato l’artefice della nascita della classifica insieme a Merloni. Uno studio nato quando il modello Marche delle piccole e medie imprese era dominante. “Un modello però – riprende l’economista – che oggi soffre, anche per la mancanza di un numero adeguato di medio e grandi aziende”.

LA CLASSIFICA

Sono inserite le imprese con sede principale nelle Marche. Quando ci sono società controllate, le inseriamo se ci sono bilanci regionali, come per la Angelini (esclusa invece l’Indesit). Inevitabile parlare maggiormente del manifatturiero. “La sua importanza sul sistema economico è maggiore del peso quantitativo. Il primo aspetto è legato alla capacità innovativa. Le principali imprese manifatturiere hanno andamenti simili a quelle mondiali. Dopo il picco del 2017, un progressivo calo. Per settore, le macchine continuano a correre, grazie anche a Industria 4.0. il calzaturiero, invece, ha subito un crollo nel 2018 e non ha fatto poi meglio nel 2019” precisa Jacobucci.

Il calo del distretto fermano maceratese preoccupa. “Hanno un peso rilevante sulle Marche”. Ci sono poi eccellenze, come il settore dei ‘minerali non metalliferi’ dove è esploso, in senso positivo, il caso Hp Composites: “La Hp ha una performance eccezionale di crescita, partecipata da Fondazione Marche e ha personale qualificato. Emergono nuove competenze e sta sviluppando un cluster di ricerca attorno”.

Tra le aziende fermane in classifica, citandone alcune, spiccano la Bag Spa - Nero Giardini di Enrico Bracalente al 33esimo posto (151milioni), anche se in calo, la Sabelli del presidente di Confindustria la 56esimo posto (97milioni più i 38 della Sabelli Distribuzione), la Sigma al 104esimo (55) Premiata al 11esimo (53), la Bros Manifatture al 167esimo (38), al 200esimo posto Tecnofilm con 33milioni, Valtenna Srl al 259esimo (26), Duca del Nord (25) Asso al 320esimo (21) e poi i calzaturieri Galizio Torresi e Malloni (21), Vega al 379esimo (17milioni), al 441esimo posto anche la Romit del neo vicepresidente di Centro Adriatico Enrico Ciccola (14) seguita da Doucal’s e al 489esimo posto l’Ecoelpidiense con 13 milioni.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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