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Fiumi di droga nelle Marche: stroncato maxi traffico. Le menti a Porto Sant'Elpidio, i corrieri tra Belgio e Albania

30 Giugno 2023

FERMO - Dodici arresti, 22 denunce e sequestro di beni per un valore di oltre un milione di euro. La Guardia di Finanza ha scoperto il «Doppio gioco», dal nome dell’operazione, dopo un lungo lavoro d’indagine coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Ancona. Stroncato un traffico internazionale di hascisc e cocaina, proveniente principalmente da Belgio e Olanda, nelle Marche.

La questora Rosa Romano, salutando la provincia di Fermo aveva parlato di territorio 'segnato da criminalità di passaggio’, ma in questo caso le menti dietro l’ingente traffico di droga da tempo vivevano a Porto Sant’Elpidio.

C'era una sorta di società tra persone italiane e due albanesi, lavoratori edili nell’anconetano, che mantenevano i contatti con i capi della banda, concordavano gli approvvigionamenti e consegnavano la droga ai pusher. Le menti dell'associazione, secondo le indagini, erano a Porto Sant'Elpidio: due fratelli albanesi gestivano il fiorente mercato illecito dietro la copertura di una rivendita di auto. Avrebbero coordinato i movimenti della droga, gli appuntamenti con i clienti presso la ditta di Porto Sant'Elpidio o a Civitanova Marche, prima di muovere i cavalli per consegnare gli stupefacenti custoditi in vari depositi nelle Marche. 

Le attività di indagine hanno visto in azione, nelle province di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro, Urbino e Frosinone, oltre che in Albania, Belgio e Spagna, 100 militari del Comando Provinciale delle Fiamme gialle di Ancona, con il supporto del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico), di altri reparti territoriali del Corpo e delle Polizie albanesi, belghe e spagnole.

La droga veniva ordinata e piazzata tramite intermediari con un linguaggio in codice che includeva anche particolari colori. Per la cocaina si diceva «quella bianca», per l'hascisc «quella marrone» o «quella verde». "Un traffico di droga importante e significativo per le fonti di approvvigionamento che - ha spiegato la procuratrice antimafia Monica Garulli - transitando dal nord Europa è arrivato nelle Marche tramite corrieri internazionali con destinatarie diverse province marchigiane. Se è stato smantellato è grazie a sofisticate tecniche investigative".

È stata scoperta una ben strutturata compagine criminale con base operativa nelle Marche e ramificazione in altre zone d'Italia e d'Europa composta in prevalenza da italiani e albanesi che importava ingenti quantitativi di droga. Al vertice, soggetti di origine albanese, che tiravano le fila di un articolato traffico transnazionale di droga: si servivano di corrieri con auto dotate di doppiofondo, per importare quintali di cocaina e hascisc per il mercato marchigiano e del Centro Italia. Lo spunto nel 2020 quando in un'altra indagine del Gico era emersa la figura di un ex collaboratore di giustizia di origini campane, capo di un nutrito gruppo di spacciatori italiani nelle Marche.

I destinatari delle 12 misure cautelari sono ritenuti responsabili a vario titolo di appartenere a un'associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di droghe o di collocare sul mercato le sostanze fornite dall'associazione. Decine le perquisizioni eseguite dai militari, che hanno consentito il sequestro di ulteriore materiale probatorio. Inoltre sono stati denunciate, a vario titolo, 22 persone per i reati di traffico di sostanze stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dal carattere della transnazionalità.

L'organizzazione criminale utilizzava come corrieri internazionali un albanese e la compagna, entrambi incensurati, da anni residenti in Italia, che avevano costruito una vita parallela fittizia per giustificare i frequenti viaggi verso il Nord-Europa; aveva preso in affitto una casa ad Aquisgrana, in Germania, cittadina vicina ai confini di Belgio e Olanda, fornendo ai corrieri il denaro per aprire conti correnti in filiali locali e acquistare le auto utilizzate per i trasporti illeciti, da immatricolare in Germania. I corrieri da Civitanova Marche partivano per Aquisgrana. Da lì iniziava l'attesa per effettuare i carichi di droga. Tra i luoghi di approvvigionamento Bruxelles, Anversa, Rotterdam, Amsterdam. Gli indirizzi venivano comunicati dai capi della banda, tramite telefoni criptati nell'immediatezza della consegna. Il giorno dopo i corrieri rientrava in Italia con la cocaina nascosta nelle auto. Nel corso delle indagini sono stati arrestati otto corrieri, sequestrati oltre 50 chili di cocaina e cinque auto munite di doppio fondo. Ricostruiti traffici per circa 700 chili tra cocaina e hashish, per un giro d'affari complessivo di circa 35 milioni di euro.

Al termine delle indagini, i finanzieri del Gico hanno sviluppato anche il fronte patrimoniale dell'inchiesta per disarticolare l'organizzazione: dalle indagini è emersa una significativa sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità reddituale. Il gip ha per questo disposto il sequestro preventivo di auto delle società, beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

Il pm Daniele Paci, che ha coordinato le indagini per la Dda, sottolinea che per arrivare al giro “ci siamo messi alla loro altezza, per la prima volta, pensando non soltanto alle Marche, a chi portava la droga ma anche a quali canali a livello europeo c'erano dietro. Una novità importante. Noi - prosegue - abbiamo individuato solo gli ultimi due anni ma l'attività andava avanti da dieci anni. Non solo nel versante traffico ma si erano infiltrati anche in attività economiche. Il nostro territorio è stato eletto terreno di organizzazioni criminali per smerciare e far arrivare droga da fuori”.

Il grazie per la brillante operazione è arrivato dal governatore Francesco Acquaroli e dall’onorevole Lucia Albano a nome del Governo.

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