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Fine Ramadan, 5mila musulmani fermani in festa. I progetti dell'imam Labdidi: una moschea e azioni di inclusione a Tre Archi con l'Ambito

2 Maggio 2022

di Raffaele Vitali

MONTE URANO – Abdellah Labdidi, imam di Fermo e il presidente della comunità islamica Fine Ramadan, oggi celebrate la fine del Ramadan insieme ai sindaci del territorio, cosa significa per voi?

“Una grande giornata di festa, di conclusione del mese di digiuno. Che è per noi il mese di grande spiritualità, dove abbiamo imparato tante cose. Il senso dell’appartenenza alla comunità, quella in cui viviamo; il senso della solidarietà; il senso della pace, che deve nascere dentro ognuno di noi”.

Pace è una grande parola, come ha impattato la guerra in Ucraina su di voi?

“Purtroppo le guerre ci sono dappertutto, ora la sentiamo più vicina e questo preoccupa. Ma le vittime sono tutte uguali, non è questione di religione. Come abbiamo sempre condannato ogni tipo di guerra e violenza, verso uomini e donne, verso l’umanità, lo facciamo oggi. Con il conflitto si distrugge la convivenza tra le persone. Noi sappiamo cosa significa perdere i nostri cari, ogni giorno accade, due giorni fa un massacro in Siria che ci ha segnato. Si muore senza colpa, ma anche se ci fosse non si può massacrare la gente. E questo vale per l’Ucraina”.

Come comunità siete collegati a quell’area?

“In Ucraina ci sono numerose università che accolgono nostri studenti. Conosco diversi universitari che studiano ad esempio Medicina, ma ora sono qui e devono finire gli studi. Fa male vedere tanti ucraini che hanno dovuto lasciare il proprio paese”.

Come è cambiata la comunità islamica fermana?

“Ha vissuto due episodi: la crisi economica e la pandemia. Ci sono tantissimi fratelli che hanno dato molto a questo paese e rimasti senza lavoro sono dovuti andare via dall’Italia, con il cuore spezzato. Ma hanno dovuto pensare alle famiglie. Abbiamo avuto nuovi arrivati dalle zone più agricole del sud Italia e il vuoto si è riempito. La pandemia ha saputo unirci, ogni componente della comunità ha saputo aiutare chi si trova in difficoltà. abbiamo cercato di esser vicini a loro”.

La crisi spesso crea distanze, l’integrazione è rimasta o ci sono nuovi problemi?

“Non bisogna mai abbassare la guardia. Questo resta un territorio modello e avere avuto come sempre i sindaci di Fermo e Monte Urano e il presidente della Provincia, oltre a Prefettura e questura, con noi oggi è un segno di integrazione, convivenza e confronto. Questo è un merito di entrambe le parti, nel reciproco rispetto”.

Progetto moschea, novità?

“Intanto abbiamo ottenuto uno spazio all’interno del cimitero di Fermo. Il sindaco Calcinaro ci ha creduto e ci ha dato questo luogo per noi importante. Nel territorio siamo quasi 5mila, ci ritroviamo in tanti piccoli spazi e questo è un dispiacere. Una moschea rafforzerebbe la nostra presenza, abbiamo diritto di avere uno spazio dignitoso adatto a raccogliere i nostri fedeli”:

Cosa manca per farlo?

“La situazione socio economica pesa anche sul nostro mondo. La gran parte dei nostri fedeli sono operai. Appena riescono a mantenere le esigenze essenziali delle famiglie. Per avere un luogo adatto serve in primis un pezzo di terra, dove costruire una moschea adatta, che chiamerei un luogo di incontro, dove pregare e svolgere le attività, dove incontrarci e aiutarci. Noi ci stiamo impegnando per il bene della collettività, cercando di evitare che il nostro ‘popolo’ riempia gli uffici dei servizi sociali. Cerchiamo di essere autonomi. Ma non tutto possiamo fare. Di certo, ho l’intenzione di iniziare questo percorso ‘politico’ di confronto con le istituzioni. È una richiesta che porto dentro di me da tanto tempo. Un posto dignitoso non solo esprime la vera convivenza, ma il vero vivere insieme”.

Quali le città in cui site più presenti?

“Montegranaro, facco i miei auguri al nuovo vescovo Salvucci che ringrazio per il suo pensiero alla nostra comunità, Fermo, Monte Vidon Corrado, Porto Sant’Elpidio sono i punti di riferimento, ma abbiamo solo piccoli locali che non fanno poi vivere in maniera così serena la convivenza”.

I sindaci l’hanno soddisfatta?

“Oggi era un giorno di auguri e di festa, ormai nel Fermano siamo oltre l’integrazione, viviamo insieme siamo al vivere insieme”.

Giovani e criminalità, voi come vi muovete per superare queste problematiche?

“Parlando con Calcinaro l’ho ribadito, le problematiche vanno risolte insieme. Non può farcela il Comune da solo. Noi siamo all’inizio, stiamo facendo un lavoro educativo importante, di inserimento delle nuove generazioni. Cerchiamo di accompagnare i giovani, i nostri figli nel loro cammino sia personale sia sociale”.

Con chi vorrebbe collaborare?

“Le nostre mani sono tese per chi si occupa di queste tematiche, penso all’Ambito Sociale. Sto aspettando una chiamata, sono pronto a essere l’ariete che entra dentro le case, anche a Tre Archi. Voglio servire la mia comunità e con me tutto il gruppo, a cominciare da El Fanni che sarà il responsabile della zona di Porto Sant’Elpidio, dove abbiamo comprato un immobile, e tre Archi, proprio perché vogliamo diventare sempre più un sano riferimento”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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