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Fiere, impossible farne a meno: il mondo della moda fa squadra al Pitti. Giorgetti: 'Investiamo anche in formazione'

1 Luglio 2021

FERMO – Le fiere sono una parte fondamentale del business del mondo della moda.  Un settore importante per il Paese che ha sofferto. Ma finalmente dal Governo arrivano dei salvagente gonfi.

"In particolare il Mise, oltre al piano trasversale 4.0, ha aperto alcuni tavoli di crisi su alcune imprese storiche, e nel decreto bilancio abbiamo introdotto misure centrali per il mondo del tessile e della moda: la prima sono contributi a fondo perduto per 5 milioni di euro per sostenere il comparto ed in particolar modo le start up, la seconda è un contributo che riconosce un credito di imposte del 30% su rimanenze di magazzino” ha spiegato il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nel corso dell'inaugurazione del 'Pitti immagine'.

Che ha poi aggiunto la frase più attesa dal mondo della moda che rappresenta un fatturato di circa 80 miliardi e impiega quasi 500mila addetti: “Non solo misure in questa fase post pandemica, ma azioni che vogliono diventare sistemiche per questo settore. Attraverso il Pnrr rafforzeremo gli strumenti orizzontali, i progetti legati all'economia circolare, la lotta alla contraffazione, e la formazione tecnica e professionale.

“Nelle fabbriche ormai sono parimenti indispensabili sarti con ago e filo e operaie in grado di maneggiare tecnologie avanzate: dobbiamo investire risorse sulle competenze per offrire al mercato lavoratori eclettici e al contempo altamente specializzati. Per continuare ad essere competitivi dobbiamo fare un salto culturale, è il momento di fare sistema e valorizzare ciò che si è rivelato maggiormente resiliente nella fase pandemica. La moda è uno degli ambasciatori migliori della bellezza del nostro Paese - ha concluso Giorgetti – È un segnale di ripartenza e rinascimento l'inizio di Pitti dopo un periodo così buio”.

Lavoro e crescita devono andare di pari passo. Per questo è importante tutelare le maestranze. E al ministro lo ha ribadito Claudio Marenzi, presidente del Pitti. “La ripartenza del settore ci può essere solo con il mantenimento delle nostre maestranze, quindi dico grazie al governo per il grande aiuto che arriva con il mantenimento della cassa integrazione Covid”.

In questi primi mesi del 2021 i grandi marchi della moda sono rimbalzati tra il 10 e il 20% soprattutto nei mercati asiatici mentre la parte più fragile del settore moda soffre ancora. Ecco perché è importante la proroga della cassa Covid. “Tutto il sistema - ha osservato il presidente di Pitti Immagine - sta facendo il possibile per sostenere l'intera filiera della moda, che senza le nostre maestranze non potrà ripartire appieno”.

Se ci crede Giorgetti, non ha mai smesso di puntarci Carlo Maria Ferro, presidente dell’Ice: “Si vede adesso una ripresa del commercio internazionale, con dati del primo quadrimestre che indicano un +4,2% rispetto ai primi 4 mesi 2019, dunque al pre-Covid. L'export della moda è aumentato del 21%. Certo, avevamo un 2020 segnato da un impatto della pandemia sulla moda più marcato rispetto agli altri settori. non possiamo fare a meno delle fiere, un settore duramente colpito dalla pandemia.

“Da qui a fine anno ne finanziamo 53 di eventi fieristici” ribadisce Ferro. che incassa il plauso dei vertici di Mipel, che hanno presentato l’innovativa piattaforma Mipel Lab che permette un matching reale tra aziende e produttori, creando quella filiera virtuosa che è il valore aggiunto della manifattura made in Italy. "Mipel Lab è un progetto di Assopellettieri, cui Lineapelle ha aderito fin da subito con profonda consapevolezza. È un'iniziativa lungimirante, che soddisfa le esigenze di un mercato ormai plasmato dalle esigenze dei brand''ha dichiarato la Ceo di Lineapelle Fulvia Bacchi che a settembre tornerà in presenza con 600 espositori da 20 Paesi.

Al Pitti sono arrivati tutti, incluso il presidente di Confindustria Moda, Cirillo Marcolin: “Il sistema moda deve fare sempre più squadra. Due anni fa abbiamo scelto di trasferirci tutte le associazioni in un’unica sede. E oggi insieme lavoriamo per dare peso alle filiere, sapendo che va tutelato anche il piccolo. Ma per farlo dobbiamo investire in formazione e digitalizzazione, oltre che nella capacità di gestione dell’azienda. Cercando, dove possibile, di favorire le aggregazioni, ma senza lasciare indietro nessuno”. Tra il pubblico anche Paolo Borghini, direttore del Micam di Milano.

Raffaele Vitali

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