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Fermo, generazione Z protagonista con le Stem: "Materie e progetti che aprono le porte del lavoro e superano il gender gap"

9 Febbraio 2024

FERMO - “Siamo il contenitore dei contenuti, abbiamo voluto dare uno spazio per presentare i progetti Stem che ogni istituto porta avanti. Affidandolo però ai giovani, fin dalla moderazione dei lavori che spetta a due alunni di quinta, Maria Silenzi e Andrea Tomassini” introduce Pisana Liberati, consigliera della Provincia di Fermo con delega alla formazione. “La provincia di Fermo non è ferma ma in fermento, siamo piccoli ma cerchiamo di fare cose grandi e importanti”.

Un’autogestione che serve per dettare i ritmi agli adulti e mettere in vetrina i protagonisti dei progetti, di quel percorso di competenze scientifico e matematiche su cui il Governo punta per più ragioni, che vengono riassunte da Franca Romagnoli, la docente elpidiense componente della segreteria del sottosegretario Frassinetti, braccio destro di Valditara.

“Al ministero la parola Stem è un bel tormentone. Il Pnrr che dà tanti sodi alle nazioni europee e 1.5 all’Italia, in uno degli assi fondamentali, ‘colmare i divari e nuovi linguaggi’, chiede di incrementare le Stem per poter poi svolgere al meglio le professioni scientifico matematiche” esordisce la Romagnoli.

Ascoltano i ragazzi nella sala che per una volta “diventa il contenitore della generazione Z” sottolineano i due presentatori, che sono spigliati con il microfono in mano, merito dell’esperienza che ogni sabato vivono conducendo un programma su Radio fermo 1 dedicato proprio ai giovani.

“Siamo indietro, ci sono troppi divari, che non significano differenze. Il divario penalizza, è una distanza tra un obiettivo da raggiungere e il punto di partenza. I soldi del Pnrr, che tanto crede ni questo recupero, arrivano se raggiungiamo dei target e voi qui ci aiutate a farlo. Dobbiamo colmare le distanze tra uomo e donne, tra territori. Le donne sono più indietro rispetto agli uomini in questi campi, per colpa di uno stereotipo che vuole le donne meno capaci in determinati settori. Colmiamo i divari, iniziando dallo studio” aggiunge Franca Romagnoli.

Se le Stem sono diventate un perno dell’istruzione italiana lo si  deve anche a una onorevole, Marta Scifone, che è la prima firmataria della legge che istituisce la settimana Stem. Di cui poi protagonisti nel caso di Fermo sono sei progetti di altrettante scuole.

“Quando parliamo di materie tecnico scientifiche non paliamo solo di fisica, chimica o matematica, ma integrate e applicate al futuro materie fondamentali peer i professionisti del futuro. Dala meccatronica al digitale, dalla robotica alle nanobiotecnologie, dal cloud computing all’analisi dei big data. Queste materie ci faranno vivere il salto tecnologico. E questo ha bisogno di competenze, che le Stem ci daranno. Stiamo provando a colmare un deficit comunicativo sulla potenzialità di queste materie a livello di competitività e di occupazione, oltre che reddituali” sottolinea l’onorevole.

C’è poi, come per la Romagnoli, la seconda questione, che è quella del gender gap. “In Italia le donne si laureano di più, ma non in queste materie: ci sono retaggi culturali. Viene raccontato che queste sono materie inadatte e noiose, non da donna. Noi invece raccontiamo un’altra realtà, quella vera. Abbiamo stanziato 2milioni di euro peer lavorare sul gender gap. Le donne hanno performance eccezionali quando partono dallo stesso punto. Noi lo stiamo dicendo a tutti, le donne possono”.

Parole al miele per chi ogni giorno lavora per quest’obiettivo, come la presidente della Cpo regionale Maria Lina Vitturini e di quella provinciale D’Angelo, presenti e pronte a supportare in ogni maniera i progetti che riguardano i giovani.

Che le Stem siano una risorsa lo ribadisce anche Andrea Putzu, consigliere regionale e presidente della Commissione Sviluppo economico. Che tocca il terzo aspetto, quello del lavoro: Nel 2023 solo il 24,5% degli italiani ha studiato queste materie. Ma il dato che fa pensare è quello del mondo del lavoro: le aziende non trovano giovani che hanno studiato queste materie, il 44% dele imprese ha difficoltà a trovare professionisti in ambito tecnico scientifico. Grazie a percorsi come questo pensato d Pisana Liberati e Laura Lupi miglioreremo”.

L’ufficio scolastico regionale vigila e supporta, lo conferma Rita Forlini: “Questa provincia è molto attiva e interattiva. Oggi siamo impegnati a superare un doppio gap: quello della formazione umanistica, che va salvato, e quello di genere, con le donne che avanzando nel percorso di conoscenza attraverso le scienze sapranno superare quella posizione arretrata verso gli uomini nel raggiungere ruoli apicali nelle aree scientifiche”.

Di certo ci proveranno gli studenti che nella sala gestita per qualche ora dalla generazione Z hanno presentato, a nome anche dei compagni rimasti a scuola, i loro lavori. Tuti diversi, ma tuti sotto il cappello delle Stem. Nel dettaglio: l’istituto Medi di Montegiorgio si è occupato di Infinity 1 con gli alunni  Luciani Jacopo, Ait Bourryal Hamza, Santucci Tommaso, Barboucha Amina, Romagnoli Alessio, Santoni Tommaso, Cruciani Mattia, Tiburzi Alessandro. A seguirli il prof Ettore Antolini e la dirigente D’Ignazi; l’Iti Montani con la dirigente Stefania Scatasta e la prof.ssa Teresa Cecchi, hanno affidato la presentazione di It Will Beans agli studenti Tarro Boiro Giorgia e Spreca Chiara. Un progetto che è stato selezionato anche per la finale europea della competizione di Science on Stage Europe “Future League”.

E poi l’Ite Amandola ha puntato su AppStemGo, ideato dagli studenti  Millevolte Sofia - Guglielmi Giorgia - Vitali Natan  accompagnati dal prof Enzo Diletti e dalla dirigente Rita Di Persio; il liceo Classico Annibal Caro con le studenti Alice Petrozzi e Valeria Vesprini ha presentato "Il Building Information Modelling - studio di un ambiente museo-grafico” insieme con i professori Emanuela Giuliani e Andre Gentili, oltre alla dirigente Scatasta; il liceo Scientifico Calzecchi Onesti ha puntato sul ‘Raccontare la matematica’, come hanno spiegato Mario Di Tuoro e Giorgia Seghetti. Con loro le docenti Francesca Chiodi e Giovanna Guidone, oltre alla dirigente Marzia Ripari; all’Itet Carducci Galilei della dirigente Cristina Corradini si è invece mosso il professor Gianni Monti che ha supportato gli studenti Martina Piattoni e Kamila Protsaylo nel progetto ‘bioLOGICO’.

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