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Fermo è la casa della scherma: l'olimpionica Bebe Vio sale in pedana tra i campioni local Massa e Giacomelli

9 Dicembre 2021

FERMO – I migliori in pedana a Fermo. Ci sarà Michele Massa, ci sarà Simone Giacomelli, ma soprattutto ci sarà Bebe Vio. Per due giorni i migliori atleti paraolimpici e non vedenti si affronteranno in via Leti, la palestra lasciata libera dalle altre società, “perché a Fermo si collabora”.

Una due giorni in cui, tra i tanti campioni (100 quelli previsti) che si sono messi alla prova a Tokyo, ci proveranno anche i due atleti dell’Accademia della Scherma di Fermo. Poi, dal 13 al 16, tutta la Nazionale si ritroverà per il collegiale, sempre in via Leti, con 16 convocati.

“Qualcosa di straordinario per la nostra città. Sia per il livello nazionale sportivo, sia per la valenza dell’accessibilità allo sport. La nostra Accademia da sempre è un modello, come tante associazioni, come il volley e la vela, che sono da sempre impegnate nell’abbattimento di ogni barriera” sottolinea il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro.

Alberto Maria Scarfini, assessore allo Sport, è stato il primo contato con Carlo Millevolte che guida l’Accademia della scherma di Fermo: “Appena me l’ha proposto, non ho esitato. Una settimana di livello altissimo. Noi abbiamo sempre cercato di essere un fulcro nell’attività Paralimpica. Fare squadra tra lee varie figure è stato fondamentale. C’è il Comune, ma ci sono sponsorizzazioni importanti come quella della Steat, per cui grazie al presidente Alessandrini. Si apre una settimana interessante per ammirare un gande evento sportivo legato alla scherma, che per l’Italia è un perno a ogni livello”.

Ma come si è arrivati a Fermo? Lo spiega il consigliere federale Scherma Alberto Ancarani, portando il saluto del numero uno Paolo Azzi: “La nostra stagione è ripartita come nel pre Covid. Un segnale di grande speranza, abbiamo protocolli molto severi che non limitano l’attività. La scherma ha unificato l’attività olimpica con la paraolimpica. Per questo, i campionati italiani assoluti sono spesso andati in scena nella stessa sede. Le Marche sono un centro molto importante per noi: si comincia a Fermo, poi si torna ad Ancona e si chiuderà con i campionati italiani assoluti paraolimpici a Macerata”.

Fermo ha saputo intercettare la prova nazionale abbinandoci l’allenamento collegiale Paralimpico, ovvero i migliori d’Italia che si riuniscono per la prima volta dopo Tokyo, con nuovi commissari tecnici. “Tra i convocati c’è Bebe Vio, non parteciperà alla gara ma sarà tra il pubblico anche nei due giorni di gara, perché non riesce a staccarsi dall’ambiente agonistico anche quando resta con la tuta”.

Marche terra di scherma, Fermo promossa per la capacità di organizzare: “Primo evento nazionale nelle Marche, il secondo nella storia dopo quello di Jesi nel 2018. Quello che fanno vivere questi atleti è qualcosa di incredibile. Noi normali non siamo capaci di esprimere quanto loro” aggiunge il presidente regionale della Federazione Stefano Angelelli.

Carlo Millevolte, presidente accademia della Scherma Fermo e allenatore con Fabio Castori, è soddisfatto: “Devo dire grazie al comune, alla macchina della burocrazia che è stata efficiente. Non era facile pianificare tutto in poco tempo”. Si parte sabato alle 13: fioretto, spada, sciabola e non vedenti: ci saranno tutti i campioni. “Per noi debutta Simone Giacomelli per la prima volta tra i non vedenti. È stato l’artefice di questa nuova disciplina, ci ha spinto a puntare su questo settore, senza di lui non saremmo partiti. E poi c’è Michele Massa, chiamato tra i migliori 16. Due atleti che si allenano con tutti gli altri”

I 16 campioni dormiranno a villa Nazareth, allenamenti e gare in via Leti e parte atletica al centro Works, messo a disposizione da Marco Minnucci. Michele Massa è ormai un riferimento, da sei anni è in forza all’Accademia: “Prima prova nazionale a Fermo, spero vada bene. Sono stato fermo per un infortunio, ma ho ripreso e darò tutto. Parteciperò con fioretto e spada. Speriamo sia una svolta per la scherma non vedenti di Fermo”. Simone ne è sicuro: “Per me una emoziona particolare, devo ancora capire cosa aspettarmi da questo sport. Mi sono avvicinato con la voglia di scoprire. Vengo dagli sport di squadra, volevo cambiare. La scherma dà tantissime emozioni”.

Ma come funziona la scherma non vedenti? “Identica alla scherma in piedi. Hanno una striscia sulla pedana, possono andare avanti e indietro, che li aiuta come riferimento. Attendono che avanzando l’uno davanti all’altro si incrocino le lame. Da quel momento vi assicuro che non cambia nulla da una normale sfida con la ricerca di toccare l’altro”.

L’Accademia della Scherma spera che arrivino nuovi atleti non vedenti e altri atleti in carrozzina. “Da dieci anni abbiamo avviato il progetto che permette di partecipare ai corsi di scherma gratuiti”. Ma ci sono due difficoltà principali: la promozione del servizio e convincere un ragazzo ad avvicinarsi allo sport se ha disabilità. “Non è semplice spiegare a uno in carrozzina che può fare sport. Quasi più semplice per i non vedenti, o almeno questo abbiamo sperimentato con Simone. Noi ci crediamo, ci sono aziende che ci aiutano fornendoci di pedane e materiale. Abbiamo capito che bisogna andarli a cercare e convincerli. Deve cambiare la cultura dello sport e disabilità” riprende Malavolta.

Se poi si incontrano sportivi con il carattere di Michele Massa, tutto diventa più semplice: “Anche io, quando ebbi la mia malattia tra i 7 e 8 anni pensavo di non poter fare nulla, poi la mia famiglia mi ha fatto cambiare idea. Poi ci ho messo il carattere, mi sono aperto e ho dato spazio a ogni passione: nuoto, basket, sci e ora scherma. Non tutti hanno una famiglia così pronta. Quando ci si trova in carrozzina, nessuno reagisce dicendo ‘vado a fare sport’. Prima va aperta la mente, disabilità come uguali possibilità”.

Quelle che hanno chi viaggia con la Stat. Che ha investito su ogni mezzo, con pedane che evitano ogni problema di accessibilità alle carrozzine, ma che ha fatto anche qualcosa di più: “Abbiamo comprato un pullman per il gran turismo che oltre alla pedana elettrica ha uno spazio dedicato in cui possono entrare dieci carrozzine. Una necessità che ci era stata segnalata, proprio dal mondo dello sport. Per noi è responsabilità sociale, siamo un’azienda pubblica e abbiamo dei doveri” conclude Fabiano Alessandrini.

r.vit.

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