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Fermo cambia marcia: ascoltare per crescere. Due giorni con i big nazionali. La sfida di PolITACA: ridare dignità alla politica e avvicinare i giovani

13 Novembre 2022

FERMO – Si gioca nel titolo PolITACA tra i termini politica e Itaca. Una due giorni di livello nazionale, 18 e 19 novembre a Fermo, che è nata da “quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”. Dietro il festival c’è Francesco Trasatti che ha saputo fare squadra con alcuni amici imprenditori. “Chi è qui sa che al territorio serve energia, serve un contributo, serve un dibattito”. L’organizzazione è affidata a Carlo Pagliacci di Zefiro e Silvia Cicconi dell’associazione Il mio e tuo eventi.

Un progetto ambizioso, perché i promotori hanno l’obiettivo di “ridare dignità alla politica”. E lo vogliano fare “con un festival che non serve a prendere voti, non ci sono elezioni”. E che non sia per quello, almeno per ora, lo dimostra anche la squadra di relatori, che sono tutti esperti di economia, politica, sociale, tecnologia, ma non c’è il politico di professione.

“Politaca è l’emblema della ricerca. Tutti, senza colore politico e senza ruolo. Siamo di fronte a un momento di smarrimento, serve un approdo, ma non sappiamo quale” prosegue il presidente del consiglio comunale. Come novelli Ulisse gli ideatori hanno bussato in Regione e hanno trovato in Daniela Tisi, dirigente alla Cultura, l’animo sensibile. Chiaramente con l’appoggio della neo assessora Chiara Biondi. “Ci hanno promossi come proposta innovativa e ci hanno dato un contributo, oltre che il patrocinio”. È arrivato poi l’appoggio della Carifermo e della sua Fondazione, oltre che del sindaco Paolo Calcinaro. “Sono un apolide della politica, che è oggi paralizzata da una gestione da stadio, c’è sempre contrapposizione. Credevo nel modello Draghi, ma l’avvicinarsi del voto ha ripolarizzato tutto ed è ripartita la delegittimazione della parte avversa. Questo festival – sottolinea il sindaco – ha il merito di voler rimettere il dialogo e il confronto al centro”.

Ma soprattutto l’ascolto. Da parte di chi? “Tutti, non abbiamo un target. Se non la speranza che partecipino i giovani a cui abbiamo deciso di dare la parola, facendo aprire ogni panel” spiegano.

L’obiettivo è farlo diventare un appuntamento annuale: “Partiamo con nomi dell’economia, dell’impresa e tecnici. In futuro porteremo figure politiche, il tutto senza mai dimenticare di coinvolgere le scuole. Che poi sono il tema del terzo panel, quello del sabato pomeriggio all’interno della Tre Elle”. Sui giovani hanno idee, come la creazione di borse di studio legate al mondo di Politaca e il sogno di una vera scuola di formazione.

Carlo Pagliacci cita ‘Verità e politica’ di Hannah Arendt. Con lui ci sono Massimo Mancini, Alvaro Cesaroni, Stefano Luzi, Enrico Paniccià. “In questo caso più che imprenditori come cittadini attivi che hanno voglia di riavvicinare la politica e di ridarle il senso bello della parola, ripulendola. Noi abbiamo l’ambizione di ridare dignità alla politica”.

Politaca è il tentativo di ritrovare la rotta, alzando il livello. “Abbiamo coinvolto lo Scientifico di Porto Sant’Elpidio, il Carducci e l’Iti Montani. Porranno una riflessione, una domanda, un quesito. Li vogliamo protagonisti” ribadisce Cesaroni.

La prima sessione più politica ed economica, il venerdì sera al teatro dell’Aquila. Poi scuola e lavoro e una riflessione sul futuro, sabato. “Abbiamo scelto di partire dal teatro dell’Aquila. Poi la fabbrica, per ridargli il valore social, considerando che è il luogo in cui si vive parte della propria vita. chiusura il sabato sera nella chiesa di San Filippo Neri”.

Cosa ha convinto Daniela Tisi? “La Giunta crede in iniziative come questa, che è visionaria. La misura che ha permesso di finanziare il festival è legata a manifestazioni storicizzate e momenti innovativi. Politaca è un viaggio necessario. Troppe volte l’accezione è non positiva, ma è parte della nostra vita”.

Gli imprenditori ci hanno creduto. Galeotte alcune cene, partite dal centro sociale di Girola. “Incontro dopo incontro sono mersi valori condivisi, la stessa voglia di futuro” chiarisce Paniccià. “Oggi i partiti si sono allontanati dalla realtà. Dobbiamo fermare questa deriva, ridiamo ai giovani un progetto vero basato più sulla cultura che sui soldi. il viaggio verso Itaca inizia, vedremo quante tappe serviranno. Intanto la prima”.

La fiducia nei giovani è un perno del lavoro della dirigente tisi: “Sono delusi, ma attenti”. “Se rimettiamo la politica al suo posto, come espressione della decisione a favore di tante persone, li riconquisteremo” aggiunge Mancini, che con la sua pasa porta le Marche nel mondo.

Last but not least è Mario Andrenacci, il professore ex sindaco, oggi uomo di fiducia di Diego Della Valle nelal gestione dei progetti di solidarietà, che ha detto sì alla prima telefonata ricevuta: “Il tema del lavoro deve essere un focus continuo. E infatti ne parleremo sabato pomeriggio. Scuola e lavoro devono incontrarsi, serve un patto reale. politica è partecipazione, noi ci proviamo”.

Nessuno pare avere pregiudizi verso i partiti, ma la critica è evidente, come il tentativo di colmare un vuoto tra popolazione e rappresentati. “Alziamo l’asticella, speriamo che le persone colgano l’occasione”. L’ingresso è libero a tutti gli aappuntamenti.

Il festival si apre venerdì 18 alle 21 al Teatro dell’Aquila con una tavola rotonda di un’ora proprio sulla politica, tra gli ospiti il giornalista di Presa Diretta Iacona e il professore Del Pero un fermano stanziato a Parigi, poi una seconda discussione su temi economici con l’imprenditore Colaninno e l’ex banchiere Profumo. Il giorno dopo, si parla di formazione e lavoro dalle 1630 all’interno della Tre Elle, tra gli ospiti Fileni e Carreras, e poi di ‘visioni future’ la sera, alle 21, a San Filippo Neri con Riccardo Garrone, Frontoni e Lantschner.

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