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"Fermana, ti avrei allenato anche in terza categoria". Il Protti pensiero per una stagione non facile: "Sotto la curva anche se perdiamo"

6 Agosto 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – “La Fermana l’avrei allenata anche in terza categoria”. Stefano Protti, punto. “Abbiamo scelto l’allenatore Protti perché per noi è una persona seria, competente e tecnicamente valida”. Non solo questo però è per il presidente Umberto Simoni il nuovo mister. Lo definisce tenace “con una grinta fuori dal comune. E sa trasmetterla ai giocatori. Questo ci è piaciuto di lui”.

Sviolinata totale per il numero uno gialloblù: “Come non apprezzare mister Protti e i nostri dirigenti che hanno detto di sì alla Fermana quando non eravamo ancora in serie C. Come non apprezzarli?”. Un grazie al sindaco Paolo Calcinaro e all’assessore Scarfini, oltre a tutto il team gialloblù. L’ultimo pensiero è per i tifosi: “Ci hanno incoraggiato, loro amano il nuovo allenatore”. Non nega le difficoltà per restare in serie C: “Lo abbiamo fatto per una città meravigliosa” ribadisce Simoni.

Il dg Andrea Tubaldi non nasconde le trattative pre firma: “Quando si sceglie un allenatore, le domande sono sempre tante. Con Protti ci siamo parlati una volta e ci siamo subito chiariti. Con Andreatini abbiamo sondato anche altri profili, perché è giusto farlo. La scelta sul mister è dovuta a più fattori. Una scelta condivisa con tutti i soci, che sono stati pienamente concordi e lo volvano ancora prima di conoscere le alternative”.

Protti si è preso una responsabilità non facile: “Sta allenando una squadra primavera con dentro 3-4 giocatori. Noi puntiamo sui giovani e secondo noi era importante far conoscere a Protti il capitale umano che abbiamo”. Insieme hanno un obiettivo chiaro: “Salvare la Fermana. E ci riusciremo muovendoci sul mercato ma non possiamo tesserare giocatori fino alla metà della prossima settimana. Quindi non possiamo farli allenare. Quindi stiamo tutti tranquilli: Protti non avrà venti ragazzini”.

Il piano di azione è chiaro, per tutti. “Una sfida difficile, l’allenatore ci dovrà mettere tanto del suo visto che avrà pochi giocatori di categoria ed esperti. Di certo lui è uno più bravo di altri a lavorare con i giovani. Anche grazie alla sua grinta”.

Le prime prole di Protti, dopo i primi calci e i primi urli sono sincere: “Più che un allenamento fino a oggi abbiamo fatto una specie di camp dei giovani. Ho cercato di capire cosa ci fosse di buono, cosa è possibile immaginare di costruire”. Quando mi hanno chiamato sapeva cosa avrebbe avuto davanti: “Dormo poco, ho lasciato una situazione ideale, a cinque minuti da casa. Avevo voce in capitolo in molte cose che facevo, perché me lo sono guadagnate in dieci anni. Per arrivare in D sono partito dalla Promozione, quindi con i giovani ho lavorato. Il resto quello che verrà, tra un paio di mesi potrò giudicarlo e valuterò quanto promesso”.

Fermana in ritardo, non certo per colpa della società. “Qui c’è stato un miracolo calcistico, per fare la Lega pro non è stato un caso, c’è chi ha messo i soldi. questa è una garanzia importante, poi da oggi in poi faremo tutto per costruire un team per salvarsi”.

Emozioni del ritorno dopo dieci anni? “La fascia da capitano me la porto ancora con me. Nelle poche volte che ho giocato contro, l’ho sentito in modo particolare e ho segnato anche due gol, ma poi è finita in pareggio. Quando ho visto il campo per la prima volta ho sentito l’emozione. Che è quotidiana. E questo lo trasmetterò a tutti: ogni giorno per me sarà un piacere. Con i ragazzini l’ho fatto, sono certo che hanno capito cosa significa giocare con una società prestigiosa”.

Il tifo? “Potrei andare in curva anche io se fossi squalificato. Dovrò anche per questo gestirmi, soprattutto se dovessimo fare un gol al 93’ che dà la vittoria”. Un anno fa si pensava potesse già arrivare. “Ci siamo incontrati l’anno scorso con Andreatini e l’allora Conti. La Fermana si è preso il tempo ha fatto valutazioni, ma alla fine ha scelto me, spero anche come uomo e persone, oltre che per i risultati tecnici che parlano per me. Io amo guardare negli occhi, nel male e nel bene. Se qualcosa non andrà, io lo dirò a chi di dovere, non uso le porte secondarie”.

Per lui, l’amore della piazza, un vantaggio ma anche un peso: “Non sono qui per fare i selfie. Sono qui per lavorare. So bene che l’amore della piazza è tanto. Conosco i problemi, ma vedo anche che intorno a me chi cerca di risolverli. Una settimana fa non sapevamo neppure se facevamo la D, la mia scelta era la fermana, non la categoria. Non sono io a dover fare la differenza, io non devo fare i danni. Tutti insieme si fa la differenza, soprattutto quando si ha un budget ridotto”.

C’è chi lo definisce un mago dei giovani, ma non ha segreti. “Non sono un mago. Bisogna lavorare per fare di una carne con l’osso un filetto. Sono un uomo da campo, starei dieci ore ad allenarmi”. Il suo programma tipo: otto al campo, 12.30 pronti, alle 12 via, pranzo, lavoro pomeridiano, alle 17 pronti e un’ora prima al campo e la sera ancora si lavora. “Questo è il mio modo, spero di inculcarlo ai giocatori in primis” prosegue Protti.

Si definisce un ‘ruspante’ ma soprattutto un uomo di sacrificio: “Serve il tempo. E me lo deve dare la società, che sa che si può anche perdere. Per fare quello che mi hanno proposto ci vuole tempo, importante è non essere preso in giro”. Il che significa avere linee chiare di squadra e budget: “Se perdo quattro partite, mi mandano via e comprano, allora parlerei di promesse non rispettate”.

La sua prima in C è dovuta, lo fa capire: “Nel calcio ci sono le categorie, magari potevo farla molto prima. La Sammaurese ha venduto giocatori in serie A, mi piacerebbe riuscirci anche qui. Ma è difficilissimo, anche perché facciamo una categoria in più. vorrei mettere un 2004 in campo, poi incontra quello con 500 partite in C”. Aggiunge Tubaldi: “L’abbiamo scelto proprio perché sa migliorare i giovani che gli si propone. Ripartiamo dalla situazione attuale e cresciamo. Non siamo sprovveduti, non faremo squadra del 2004, di certo degli esperti ci saranno. Anche per me è la prima da Dg in Lega Pro. Noi siamo consapevoli di quello che ci aspetta, nessuno ha fretta di giudicare qualcuno dopo poche gare”.

Il suo calcio ha dei requisiti chiari: in primis l’attacco. E così il centravanti sarebbe bello averlo: “Lo costruiremo, oppure lo troveremo. Dobbiamo prendere gente che abbia voglia di lavorare, magari reduce da un anno difficile. Per creare entusiasmo serve una squadra che propone, che gioca. Non ci si chiude in dieci in area, faremmo poca squadra. Poi io ho una idea precisa di gioco, ma se i giocatori che ho nome lo permetteranno, lavorerò al meglio. Di certo mi piacerebbero giocatori che sanno fare le due fasi. Giocare magar con tre attaccanti, il mio modello è il 4-3-3, pronto ad avere anche due attaccanti e mezzo. Chi va allo stadio vuole vedere qualcuno che in porta ci tira”.

L’ultimo messaggio è per giocatori e tifosi: “Tutti bravi ad andare sotto la curva quando si vince. Se poi si prendono tre pere non si va a fare la doccia. Qui ci sono tifosi che siamo sicuri che potranno fare la differenza, ci spero. Ma dobbiamo dargli modo di darci una mano. Anche se si perde, si va sotto la curva perché avremo sudato. Non si hanno problemi a Fermo se ci si impegna”.

Lui lo ha provato sulla sua pelle: “Ricordo le mie prime gare, non facevo gol. Sembrava avessero preso Maradona, avevo atto 15 gol in C1, ma la gente mi ha amato lo stesso, mi impegnavo dal primo al novantesimo minuto. Prendevo i fischi e poi portavo i miei compagni. Dobbiamo essere bravi a trascinare, abbiamo un patrimonio che gli altri non hanno: un popolo di persone che ci aspettano per fare il tifo. So che c’è, ma dobbiamo riconquistarlo visto che ora siamo in C”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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