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Fenni: è l’anno del Made in Italy, il Governo pensi a incentivi per gli acquisti di scarpe

12 Aprile 2024

Predidente Valentino Fenni, quale è lo stato di salute del sistema calzaturiero fermano?

“Dobbiamo dimenticare in fretta i numeri del 2023. Quel segno più vicino all’export del distretto calzaturiero fermano-maceratese rischia di annebbiare la vista a chi deve agire per supportare il sistema moda”.

I dati non dicono il contrario?

“Parlano di un settore vivace e di un distretto in ripresa dopo le varie peripezie degli ultimi anni, ma parlando tra colleghi vedo un’altra realtà. La crescita dell’export, tra l’altro in valore e non in quantità, è legata praticamente solo ad alcuni brand che producono nel Fermano. Per le Pmi, colonna portante del distretto, i numeri sono diversi”.

La Cina non basta?

“Riguarda solo i grandi brand. Se diminuisce la Germania, l’impatto è immediato su tutte le aziende calzaturiere. E i numeri dicono che Belgio, Gran Bretagna e Germania hanno dimezzato gli ordini. Confermati quelli da Russia e Ucraina, “mercati che per il Fermano sono ancora importanti. Ogni paio è una boccata di ossigeno”.

Gli ordini come vanno?

“Come al Micam, più interese per le collezioni che ordini. E l'aver perso l'inverno no aiuta”.

Produzioni ferme?

“Di certo in stallo, diventa necessaria lacassa integrazione che non piace a nessun imprenditore”.

Ma chi produce per le griffe va bene?

“Le richieste di Cig in questi primi mesi del 2024 sono raddoppiate rispetto al 2023. La novità, non positiva, è che stanno arrivando richieste da parte di chi lavora con le griffe, che inizialmente avevano rassicurato sul futuro del mercato, mentre ora o restano in silenzio o parlano con i bilanci, che mostrano importanti cali. La diminuzione degli ordini, in questo caso, è in media del 30%. Se si fermano gli ordini a livello internazionale, la conseguenza diretta è il blocco delle produzioni affidate ai terzisti, spesso piccoli e monomandatari. Teme per il futuro?“Ogni fabbrica impatta sul sistema sociale, perché ci sono famiglie dietro ogni abile artigiano”.

Soluzioni?

“Abbiamo bisogno di aiuti, che vadano in questo particolare momento oltre i contributi che Regione e Camera Marche per fortuna ci garantiscono”.

Richieste per il Governo?

“Il 2024 è l’anno del Made in Italy, allora il ministro Adolfo Urso, che ha preso parte all’ultima edizione del Micam, faccia qualcosa di rivoluzionario: pensiamo a sistemi di sgravio per chi acquista prodotti italiani. Aiuterebbe le scarpe, ma la moda in generale. Una politica di incentivi già usata per le automobili, e anche per l’edilizia, che merita un settore come il nostro che garantisce una importante fetta di Pil nazionale e dà lavoro in Italia a decine di migliaia di persone”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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