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Federico Bucci e i suoi libri antichi: "Non è l'acqua che distrugge Venezia, ma la mano dell'uomo"

17 Novembre 2019

di Chiara Fermani

“I miei libri erano sopravvissuti a incendi, guerre, devastazioni, ma non sono sopravvissuti ai vandali del nuovo millennio”. E' questo il post che Federico Bucci, marchigiano di nascita (Senigallia), ma veneziano di adozione da sette anni, ha pubblicato mercoledì, mentre gli abitanti e i commercianti di Venezia facevano la conta dei danni causati da un livello record di acqua alta, 187 cm, secondo solo a quello della storica e disastrosa mareggiata del 1966.

Chiamiamo Federico proprio mentre sta cercando di mettere in salvo i suoi “tesori”, i libri della libreria antiquaria Segni nel Tempo, nel sestiere di Dorsoduro, un piccolo gioiello nel cuore di Venezia, dove trovano spazio testi antichi, edizioni rare e stampe ricercate, un vero paradiso per i bibliofili e non solo. Paradiso però, che in queste ore si è trasformato in un inferno, non di fiamme, ma intriso di acqua e tristezza.

Il suo post ha colpito tutti, cosa voleva dire?

“L'acqua non c'entra nulla, l'acqua è ciclica, i vandali del nuovo millennio sono coloro che hanno affondato questa città, non il mare, non il vento, non la luna piena, quella è la natura. Se per costruire un'opera che dovrebbe salvaguardare questa città, vai a modificare l'ecosistema marino della laguna, che è così da millenni, inevitabilmente ne paghi le conseguenze.”

Bucci, com'è la situazione ora nella sua libreria?

“Quello che è rimasto è riposto ad almeno un metro e settantacinque da terra e se dovessimo arrivare a quel livello vorrà dire che Venezia sarà totalmente decapitata”

Le previsioni cosa dicono?

“Il centro di previsione maree parla di 145 cm per domani mattina, un numero non spaventoso per Venezia, quello che preoccupa è la vox populi che parla addirittura di 2mt, 13 cm in più del livello disastroso che si è raggiunto martedì. La città affogherebbe.”

Come state cercando di fronteggiare la situazione?

“Venezia sta soffrendo, come fosse una persona, stiamo fronteggiando la situazione con tanto spirito, sacrificio e solidarietà tra le persone, perché quando Venezia affonda, i veneziani veri escono per strada e fanno vedere chi sono.”

Quand'è che vi siete resi conto che questa era una situazione diversa dalle altre, molto più grave?

“Le sirene di allarme di solito suonano due ore prima e i toni cambiano in escalation ogni 10cm del livello d'acqua che si alza, noi tutti ci aspettavamo una marea intorno ai 140cm, ma raggiunto quel livello, nel giro di un'ora le sirene hanno suonato quattro volte e ti rendi subito conto che la marea sta salendo ad una velocità maggiore del normale.”

E la città non era pronta per questo livello di acqua alta?

“Eravamo pronti a quello che si era previsto, ovvero circa 140cm d'acqua, un livello che non spaventa e al quale si è non abituati, ma quantomeno preparati a fronteggiare con gli strumenti che abbiamo a disposizione, pompe per tirare fuori l'acqua e barriere.”

Quali sono i danni che è riuscito a rilevare finora?

“Ho perso un sacco di libri, quadri, stampe. Tutte quelle che abitano la mia libreria di 14 mq, sono cose che ho scelto tra le tantissime che mi vengono proposte e ognuna ha un grande valore per me.

Mi ci vorrà almeno una settimana per ripristinare tutto, buttare tutto quello che non ho ancora buttato e recuperare tutti i miei libri che sono sparsi per tutta la città, a casa di amici nei piani alti. E poi quantificare i danni una volta passato il peggio".

Ascoltando le parole di Federico Bucci ci si rende veramente conto di quanto stia soffrendo la città e per fortuna Venezia non è solo quella che fa sbarcare i turisti anche in questi giorni di devastazione, avidi di fotografare una città in ginocchio, come ci racconta lo stesso Federico, ma è soprattutto quella di queste piccole e belle realtà, che sono il suo cuore pulsante, fatte di gente che sa come rimboccarsi le maniche in un momento come questo, dove la rabbia rischia di prendere il sopravvento. Se passate da quelle parti, Federico vi aspetta nella Calle Lunga de San Barnaba, nella sua piccola libreria Segni nel Tempo, dove i suoi libri, tornati al loro posto racconteranno anche di questi terribili giorni.

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